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Innovazione e crescita, la sinergia uomo-tecnologia può creare un circolo virtuoso

Per rendere l’innovazione motore di una crescita economica meglio distribuita, oltre che fonte di benessere diffuso per le persone, occorre riportare al centro dello sviluppo tecnologico l’uomo e l’etica. Se ne è parlato al Sap Executive Summit di Cernobbio, che ha ospitato l’economista Lucrezia Reichlin e l’imprenditore seriale Jerry Kaplan. Al centro dell’evento anche l’importanza dell’esperienza di clienti e dipendenti, e l’esigenza di accompagnare la trasformazione del lavoro causata dall’Intelligenza artificiale

Pubblicato il 18 Mar 2019

Manuela Gianni

Direttrice, Digital4Executive

innovazione e crescita

Il rapporto uomo-tecnologia è stato il focus dell’incontro con i clienti che Sap organizza ogni anno a Villa D’Este, a Cernobbio, invitando sul palco economisti, esperti internazionali e quest’anno anche un filosofo-psicanalista. Se l’anno scorso il tema forte era stato quello dell’intelligenza artificiale, ora è tempo di gettare le fondamenta per un’innovazione tecnologica più attenta all’etica, alla responsabilità sociale e alle emozioni delle persone. Per farlo, ci si deve chiedere quale sia la relazione fra innovazione e benessere, e perché la crescita economica risulti troppo polarizzata su poche aziende e pochi individui, si invoca un nuovo umanesimo e si sottolinea l’importanza della Customer experience per il successo delle imprese.

Arienti: l’esperienza è determinante per il successo

L’AD di Sap Italia Luisa Arienti in apertura dell’evento ha parlato della strategia, ora focalizzata sull’Experience Management.«L’atteggiamento dei consumatori è cambiato e l’esperienza è determinante per il successo. Se è negativa, l’impatto è immediato e devastante», ha sottolineato.  Per la multinazionale del software la Customer Experience è la sfida di quest’anno e significa offrire alle aziende strumenti e dati che aiutino a comprendere come gestire la relazione con clienti e dipendenti. I dati esperienziali deriveranno dall’integrazione delle soluzioni di Qualtrics, frutto di un’acquisizione da poco completata (con un investimento di 8 miliardi di dollari), con tutte le applicazioni software di Sap, per unire i dati operativi con quelli legati all’esperienza di prodotto e di brand.

Per Sap è dunque un ulteriore passo avanti nella strategia di crescita e innovazione, che ha prima puntato sull’accelerazione dell’elaborazione dati fino a offrire strumenti che forniscono risultati in real-time, con Hana, poi si è concentrata sul diffondere Intelligenza artificiale per potenziare il software, e ora, appunto, a rendere “analitica” la Customer Experience.

Secondo Sap, il passaggio verso l’economia dell’esperienza è il nuovo cambio di paradigma dell’innovazione, e la società sta concentrando su questo tutta la sua potenza di fuoco: secondo i dati ufficiali, il 77% delle transazioni nel mondo passa su sistemi Sap, che sono utilizzati da 413mila clienti.

Innovazione e crescita: il bilancio è negativo

Oggi che Internet ha 30 anni, il mondo hi tech ha di fronte importanti interrogativi. Il primo, cruciale per il futuro dell’economia globale, è stato il tema dell’intervento di Lucrezia Reichlin, Professoressa di economia alla London Business School: “Come mai nonostante i progressi tecnologici la crescita economica rallenta?” Non abbiamo una risposta, ma solo molte evidenze e ipotesi. Si assiste a una polarizzazione crescente del lavoro e delle imprese, con rendite di monopolio che premiano moltissimo le organizzazioni più innovative e le persone con elevata educazione; a una lenta diffusione dell’innovazione verso la fascia più ampia del mercato, quella delle aziende più deboli, con un peggioramento della distribuzione del reddito e un senso di insicurezza diffuso; e infine a un calo degli investimenti nonostante la profittabilità delle Big Tech. Uno scenario che crea paura e instabilità politica.

«La retorica sulla sparizione del lavoro è errata, ma l’innovazione senza crescita crea un problema molto urgente – ha sottolineato l’economista a conclusione del suo ragionamento -. La tecnologia ha enormi potenzialità. Occorre rendere questo processo più virtuoso, tornare a un nuovo umanesimo, di cui l’Italia è la patria e quindi potrà esserne la frontiera. Dobbiamo reinventare il lavoro creando sinergia uomo-macchina, e non certo competizione».

Lavoro, l’AI spinge i servizi alla persona

Sul tema dell’impatto sull’occupazione dell’intelligenza artificiale è tornato nel suo intervento Jerry Kaplan, imprenditore seriale, nome di spicco della Silicon Valley e ricercatore a Stanford, che ha voluto riportare il tema dell’AI sui binari della realtà, perché in questi anni il confine con la fantascienza è diventato sempre più esiguo. «L’Intelligenza artificiale è soprattutto un nuovo modo di estrarre valore da enormi quantità di dati, di pescare in questo mare», ha sottolineato. «Il tocco umano sarà sempre fondamentale, anzi, nell’era dell’automazione diventeranno sempre più ricercati professioni sove conta la risoluzione dei problemi, in modo flessibile, in contesti in trasformazione. Prevedo una Golden age dei servizi alla persona», ha concluso l’esperto.

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