DIGITAL HEALTHCARE

5G e App, come cambiano i processi della sanità digitale

Dispositivi connessi e App per i consulti medici da remoto e il telemonitoraggio dei pazienti cronici. Il valore dell’offerta Vodafone Business per la telemedicina e la sanità digitale

Pubblicato il 21 Gen 2021

Sentiamo ripetere spesso che il Covid-19 ha accelerato i percorsi della sanità digitale. Negli ultimi anni, infatti, gli ospedali e la medicina di emergenza hanno spesso finito per sostituire le prestazioni della medicina territoriale e dei medici di base. Il risultato è stato un aumento cospicuo degli accessi ai pronto soccorso, il conseguente allungamento dei tempi d’attesa e il peggioramento della qualità dei servizi erogati. L’emergenza sanitaria degli ultimi mesi ha acuito ancor di più questa situazione. Senza il supporto di una medicina territoriale efficace, con le terapie intensive e i posti letto spesso insufficienti, il sistema sanitario italiano ha rischiato il collasso e gli ospedali in molti casi si sono trasformati in vettori del contagio. Oggi più che mai, dunque, sono in molti a invocare un ripensamento della gestione sanitaria.

Sanità digitale pilastro della continuità territoriale

Il decentramento nel trattamento delle patologie, laddove possibile, rappresenta la miglior scelta. Permette di migliorare la qualità della vita dei pazienti ottimizzando al tempo stesso la resa delle risorse pubbliche messe in campo. Un modello, questo, che presuppone un cambiamento sostanziale nel paradigma di gestione del sistema sanitario spostando il focus degli interventi dalla cura alla prevenzione, dalla standardizzazione delle prestazioni alla personalizzazione, dalla presa in carico della singola patologia alla gestione olistica del paziente. Quello che si profila all’orizzonte è un modello integrato di sanità digitale che già oggi, e sempre più spesso in futuro, permetterà di cortocircuitare i diversi soggetti coinvolti – ospedali, pazienti, medici di base, specialisti, operatori socio sanitari (OSS) di assistenza domiciliare, caregiver e farmacie – per creare un circolo virtuoso e assicurare una gestione più personalizzata, più efficiente e meno invasiva dei pazienti, in particolare quelli anziani, fragili o con patologie croniche.

Come si realizza l’innovazione digitale in sanità

Questo particolare momento storico, in cui siamo tutti chiamati a stravolgere le nostre routine, può davvero diventare un “anno zero” per la sanità digitale. Un periodo di rinnovamento profondo in cui il cloud, le App, le reti mobile di nuova generazione come il 5G e le tecnologie esponenziali (artificial intelligence, blockchain, realtà aumentata e realtà virtuale) possono spianare la strada a nuovi percorsi che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce di primary healthcare. Percorsi in cui l’obiettivo della sanità pubblica diventa il benessere a 360° del cittadino (fisico, mentale e sociale), non più solo la cura delle sue patologie. Per raggiungere questo ambizioso traguardo occorre ampliare gli interventi alle attività di prevenzione, riabilitazione, sostegno psicologico e terapie palliative, riorganizzare l’erogazione delle prestazioni e coinvolgere direttamente il paziente e i suoi caregiver nei percorsi di salute che lo vedono coinvolto.

La telemedicina nella sanità digitale data driven

La telemedicina assume, in questo quadro, il ruolo di principale abilitatore della continuità assistenziale e dell’ingaggio efficace (si parla, a questo proposito, di empowerment) del paziente rispetto ai percorsi di cura, proteggendolo al tempo stesso dal rischio di contagio.

L’emergenza pandemica ha spinto molti operatori della sanità convenzionata ad attivare servizi di cura da remoto: televisite, teleconsulti, teleassistenza… In una parola, telemedicina. Un approccio già sperimentato su scala ridotta da qualche anno, ma che durante i mesi del lockdown è diventato un modello operativo a tutti gli effetti. Un modello che sovverte completamente il paradigma della sanità tradizionale – con il paziente che si reca nel luogo deputato alla visita o all’esame – portando lo specialista o la prestazione a casa del malato. I ricercatori di Fortune Business Insights stimano che il mercato globale della telemedicina o telehealth crescerà a un tasso medio annuo del 25,2% nei prossimi sei anni, passando dai 61,4 miliardi di dollari registrati a fine 2019 a poco meno di 560 miliardi nel 2027. Un trend di crescita sostenuto, dunque, che trova spiegazione da un lato nella maggior dimestichezza dei pazienti con gli strumenti e le tecnologie digitali e dall’altro nell’aumento dell’aspettativa di vita e dell’incidenza delle patologie croniche e mentali.

I benefici delle App per l’eHealth

Grazie alle App di telemedicina i pazienti utenti sono in grado di gestire in autonomia alcuni aspetti della loro salute – si parla, a questo proposito, di empowerment del malato –, ricevendo consulti e assistenza su come migliorare lo stile di vita o sulla corretta assunzione dei farmaci. I professionisti della salute, invece, sono in grado di garantire la fruizione di alcuni servizi sanitari a distanza attraverso l’uso di dispositivi di comunicazione utilizzati nella quotidianità – come smartphone, pc o tablet – supportati da una connessione dati performante. Lo scambio di informazioni e documenti – referti, immagini, video – potrà avvenire in sicurezza realizzando l’obiettivo di una continuità assistenziale più sicura in epoca di Covid-19, coniugando gli aspetti di qualità ed economicità del servizio sanitario.

Gli ambiti assistenziali nei quali la telemedicina può contribuire a migliorare la qualità dell’assistenza sono diversi. Il testo di riferimento per il nostro Paese è quello approvato lo scorso 17 dicembre dalla Conferenza Stato-Regioni che fornisce le “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in telemedicina” cui le regioni e le province autonome devono attenersi nella gestione operativa delle prestazioni sul territorio. Il documento equipara le prestazioni in telemedicina a quelle tradizionali (in presenza) anche nell’ambito della sanità pubblica e identifica le principali applicazioni realizzabili.

Telerefertazione

La telerefertazione fa riferimento all’elaborazione, firma, gestione e condivisione in digitale della relazione redatta dal medico che ha visitato un paziente, o dallo specialista che lo ha sottoposto a un esame strumentale o clinico. Il referto, in questo modo, è subito disponibile per la consultazione da parte del medico di famiglia e del paziente stesso. Nel nostro Paese già da diversi mesi in molte regioni questo servizio è disponibile, integrato nella gestione del Fascicolo Sanitario Elettronico.

Sostegno psicologico

Da alcuni anni si stanno diffondendo (soprattutto nel mondo anglosassone) App per il supporto psicologico in assenza del terapeuta. Un sostegno quantomai necessario in periodo di pandemia laddove ansia, stress e depressione sono condizioni che spesso finiscono per aggravare le problematiche dei pazienti cronici. Queste App utilizzano algoritmi di intelligenza artificiale per comprendere lo stato emotivo del paziente (osservandolo attraverso la fotocamera dello smartphone durante la giornata) ed elaborano un percorso di mindfulness strutturato a tappe, che si aggiornerà quotidianamente in base agli obiettivi raggiunti e alle indicazioni fornite dal paziente stesso.

Miglioramento dello stile di vita

Alcune sperimentazioni hanno dimostrato l’efficacia della gamification nell’incentivare uno stile di vita più salutare nei pazienti diabetici e nei grandi obesi. In questo caso l’App di eHealth fornisce una motivazione (attraverso sfide a punti e trofei da vincere) ad adottare abitudini più sane, come mangiare in modo più salutare o muoversi di più, andando oltre la monotonia degli approcci terapeutici tradizionali, ragionando in ottica di vero e proprio engagement del paziente.

Aderenza terapeutica (telecura)

Queste App di sanità digitale aiutano il paziente a gestire l’assunzione delle medicine, tenendo traccia anche del suo stato di salute generale. Solitamente, sono strutturate sotto forma di un calendario facilmente programmabile che invia notifiche e promemoria per ricordare al malato quando è il momento di assumere la terapia. Usate in abbinamento a sensori indossabili sotto forma di smartwatch, fasce toraciche o cerotti monouso intelligenti (patch), permettono di monitorare con continuità lo stato di salute del malato. Nelle forme più evolute, offrono anche la possibilità di interpellare in un teleconsulto medico o infermiere, che potranno vigilare sulla corretta assunzione delle terapie più “complicate” (con i principi che, magari, necessitano di essere “attivati” diluendoli oppure mischiandoli con altri componenti).

Televisita

Questa prestazione prevede che il medico interagisca a distanza con il paziente in una modalità interattiva, attraverso un collegamento che consente di vedere il paziente in tempo reale, parlare con lui e acquisirne i parametri vitali. Il medico durante la televisita potrà eventualmente essere coadiuvato nelle attività di diagnosi da un operatore sanitario in loco. Il paziente è quindi in grado di confrontarsi in tempo reale, esporre sintomi e problemi, ricevendo dal medico la diagnosi formulata e l’eventuale terapia.

Teleconsulto

Si tratta di una consulenza tra specialisti operata a distanza. Potrà eventualmente essere richiesta anche la presenza del paziente, in tempo reale oppure in modalità differita. I medici in teleconsulto si confrontano in modo interattivo, scambiandosi la documentazione clinica relativa al paziente, in tempo reale o in modalità asincrona, eventualmente comunicando anche attraverso funzionalità audio e video.

Telecooperazione sanitaria

Questa attività si concretizza nell’assistenza fornita a un collega da parte di un operatore sanitario o di un medico, solitamente in condizioni di emergenza o soccorso d’urgenza.

Teleassistenza

La teleassistenza fa riferimento alla presa in carico in remoto della persona anziana, con fragilità o patologie croniche, attraverso l’attivazione di servizi di allarme e chiamate di supporto operate tramite App mobile. La teleassistenza è uno dei pilastri della continuità assistenziale a domicilio.

Telemonitoraggio

In questi casi è prevista l’acquisizione (in continuo oppure a intervalli stabiliti) dei parametri vitali del paziente domiciliare. Tramite l’uso combinato di un dispositivo medico indossabile e un’App per smartphone, tablet o PC, i soggetti, solitamente affetti da malattie croniche come diabete o cardiopatia, possono essere monitorati con continuità dai servizi territoriali. L’acquisizione e trasmissione di parametri quali la pressione arteriosa, l’ossigenazione del sangue, la glicemia, ma anche il peso, la curva lipidica e la massa grassa potrà essere automatizzata, attraverso i wearable, oppure compiuta in autonomia dal paziente o, ancora, realizzata da un operatore sanitario a domicilio. Nel caso in cui la rilevazione sia automatizzata, è previsto che l’App invii allarmi all’operatore sanitario di riferimento nel caso in cui i dati rilevati si discostino dai limiti prefissati, attivando immediatamente i soccorsi. Diversi studi confermano la validità di questi servizi nel ridurre ricoveri in urgenza e ospedalizzazioni.

Telecura

In questo caso l’App permette di pianificare, gestire e coordinare da remoto le attività di assistenza domiciliare e le prestazioni infermieristiche, integrandole nel P.A.I. ovvero il Piano Assistenziale Individualizzato stilato dallo specialista di riferimento o dalle ASL. Quest’ultimo è un programma terapeutico che comprende una serie di interventi personalizzati utili a soddisfare i bisogni del paziente (soprattutto se anziano e fragile) migliorandone l’autonomia residua.

Ma quali sono i principali prerequisiti per riuscire a erogare questo tipo di prestazioni?

  • Connettività mobile di qualità per medico e paziente
  • Gestione delle informazioni sul paziente attraverso un portale web, cui il medico accede in modo protetto
  • Login facile e sicuro (tramite username e password o altri sistemi di verifica dell’identità) per il paziente
  • Conformità al GDPR per il trattamento dei dati personali
  • Universalità dell’accesso tramite smartphone, tablet, computer

L’offerta Vodafone per la sanità digitale

I dati dell’Osservatorio Digitale in Sanità del Politecnico di Milano evidenziano che ben il 51% dei medici di medicina generale ha lavorato da remoto durante l’emergenza Covid-19. Inoltre, molti istituti clinici hanno adottato piattaforme di televisita che utilizzano l’intelligenza artificiale per identificare rapidamente i casi di polmoniti da Coronavirus. Le App di sanità digitale, dunque, si diffondono anche grazie ai progressi ottenuti sul fronte della tecnologia. Lo sa bene Vodafone, che negli ultimi tre anni ha investito nella selezione di soluzioni di telemedicina best in class, sviluppandole all’interno di un’offerta completa che comprende piattaforme software, dispositivi IoT connessi, infrastruttura di elaborazione dati in cloud e connettività mobile e fissa di qualità. I servizi di eHealth Vodafone promuovono una medicina territoriale più in sintonia con l’obiettivo di coinvolgere in modo attivo il paziente nel disegnare un percorso di cura più efficace. L’accelerazione impressa allo sviluppo tecnologico delle reti 5G, già oggetto di diverse decine di sperimentazioni in Italia in ambito sanitario, permetterà di far evolvere ulteriormente la telemedicina. Il 5G assicura benefici evidenti lungo tutto il percorso clinico, dalla gestione dell’emergenza all’ospedalizzazione e oltre, nell’eventuale percorso di monitoraggio a domicilio di una patologia. La remotizzazione dei servizi assicura un miglior efficientamento delle risorse riducendo i tempi di diagnosi e cura grazie alla possibilità offerta a medici e specialisti di collaborare remotamente creando team d’eccellenza. Il 5G permette di inviare e ricevere contenuti ricchi come video e immagini in altissima risoluzione in un tempo inferiore al millisecondo. Questa caratteristica lo rende l’infrastruttura ideale per supportare i sistemi di consulto medico e analisi dei dati sanitari da remoto anche in emergenza, come avviene per esempio nei trasporti in ambulanza.

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Annalisa Casali

Giornalista professionista, da oltre vent’anni scrive di innovazione del business in chiave digitale ma senza tradire il suo “primo amore”, il marketing. Curiosa per natura, cerca di spiegare le tecnologie e i tech trend con un linguaggio semplice.

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