Sono 22 anni che, Board, leader globale nelle soluzioni software enterprise di Business Intelligence, Budgeting & Planning e Predictive Analytics, cresce ininterrottamente in modo profittevole, l’ultimo decennio ha fatto registrare di esercizio in esercizio exploit di fatturato sempre superiori al 20%. Ma è a partire dal 2015 che c’è stato il vero e proprio salto. Il merito è dei servizi in Cloud, il cui split è passato dal 12 al 74% (dato 2017), con una consistente ricaduta sul fatturato che nel giro di tre anni è balzato da 36 milioni a 74 milioni di dollari. «Il nostro obiettivo? Arrivare a ottenere il 100% delle revenue via Cloud», ha dichiarato senza troppi giri di parole Giovanni Grossi, CEO di Board.
Who's Who
Giovanni Grossi
Digital4Executive ha incontrato Grossi e altri top manager dell’azienda in occasione dell’edizione 2018 di BOARDVille, il congresso europeo organizzato lo scorso maggio a Baveno (VB) per condividere con partner e clienti il bilancio delle attività recenti e tracciare le strategie per il medio termine. Durante l’evento è stata anche annunciata la nuova release del prodotto di punta della software house, BOARD 11, che secondo l’Head of Marketing, Andrea Alfieri, rappresenta un cambiamento epocale per l’offerta del gruppo, configurandosi come «un’architettura che rappresenta un passaggio generazionale nelle performance della piattaforma, rafforzando la capacità di supportare i processi di decison-making nelle grandi aziende».
Il tema non è solo quello della scalabilità, ma anche quello della complessità: al crescere delle dimensioni dell’organizzazione, infatti, aumentano sia i silos informativi, sia la strutturazione dei processi approvativi, sia il numero delle persone coinvolte negli iter decisionali. Bisogna quindi riuscire a trovare il giusto equilibrio tra la tecnologia e il fattore umano, affiancando semplicità ed immediatezza d’uso, alla capacità tecnologica di gestire con flessibilità processi end to end.
Questo significa che le applicazioni di Business Intelligence devono tener conto di un numero sempre crescente di variabili, garantendo al tempo stesso visibilità e trasparenza a tutti livelli.
BOARDVille 2018: cosa vuol dire prendere le decisioni giuste
«La trasparenza è alla base dell’efficienza», ha confermato Carlo Alberto Carnevale Maffè, Professor of Practice di Strategy and Entrepreneurship presso la SDA Bocconi School of Management, tra gli speaker della convention. «Nel contesto competitivo che si sta venendo a formare prendere le giuste decisioni non vuol dire vincere, significa piuttosto avere la chance di continuare a giocare, imparare a gestire il momento della verità sapendo cosa c’è dietro e quali sono le sue implicazioni». Un concetto rafforzato a BOARDVille dalla presenza di Pierluigi Collina, Chairman of FIFA and UEFA Referees Committee, che ha rivelato al pubblico la sua ricetta per prendere decisioni fondamentali in momenti cruciali, come durante una finale di Champions League o dei Mondiali: «Etica, rispetto e conoscenza delle regole, tecnologia sono gli ingredienti di base per ridurre al minimo gli effetti di una valutazione errata, dettata magari dalla pressione del momento».
Il decision making informato è ormai indispensabile per adattare strategie e processi di business ai continui mutamenti degli scenari internazionali, «e noi abbiamo il prodotto giusto per il momento giusto, anche rispetto alle modalità di erogazione», ha rilanciato Grossi parlando di BOARD. «La suite può essere declinata per industry, in modo da offrire agli utenti configurazioni predefinite che tengano conto delle caratteristiche peculiari di ciascun settore, dall’Automotive al Retail passando per il Fashion e il Finance (la cui declinazione è stata studiata in partnership con KPMG, ndr)».
Il riscontro ottenuto negli Stati Uniti, dove il 90% dei clienti ha già scelto i servizi in Cloud, è un segnale tangibile della bontà delle parole di Grossi: in Nord America BOARD ha registrato un boom di vendite del +391%, mentre nel Vecchio continente (dove si possono annoverare clienti come Puma, Coca-Cola European Partners e Banco BPM, tutti presenti alla convention di Baveno) l’incremento si ferma ‘solo’ al +50%. L’impegno dell’azienda sul Cloud è dimostrato anche da tutte le certificazioni ottenute: è compliant, infatti, rispetto agli standard SOC 1 Type II, ISO 27001, GDPR e, a breve, SOC 3.
Ma i servizi Saas e PaaS (Software as a Service e Platform as a Service) presuppongono pure una rielaborazione del modo in cui il vendor deve offrire assistenza ai propri clienti e ascoltare le loro esigenze per indirizzare gli investimenti in R&D. Per questo da una parte è stata lanciata la BOARDVille Community, un’arena virtuale in cui gli utenti possono fare domande, stimolare confronti, richiedere aiuto, condividere esperienze e best practice. Dall’altra ha preso forma BOARD Education, una piattaforma di e-Learning che permette a tutti gli utenti di apprendere l’uso delle suite attraverso attività di formazione on line basate su casi concreti di business. «Occorre poi un customer care 24/7, imprescindibile se si intende supportare i clienti su applicazioni mission critical e roll out globali», ha precisato Grossi.
«Le interfacce che sfruttano il linguaggio naturale rivoluzionano il rapporto uomo-macchina»
Come accennato, a BOARDVille si è pure parlato di futuro. Quello di BOARD corre lungo tre direttrici: sviluppo delle soluzioni basate su Intelligenza Artificiale, potenziamento delle core technology e affinamento delle interazioni uomo-macchina. «Quest’ultimo tema è particolarmente importante», ha spiegato Andrea Alfieri. «Attualmente il nostro dialogo con le macchine è condizionato dal modo in cui per anni abbiamo utilizzato le tecnologie informatiche. Ma strumenti come Echo e Siri, che come interfaccia sfruttano il linguaggio naturale, stanno rivoluzionando il mondo consumer come quello business: la macchina diventa un collega a tutti gli effetti. E bisognerà sempre di più fare i conti con questa realtà man mano che aumenteranno le sue capacità predittive. Tra i clienti BOARD che stanno già sperimentando i primi effetti di questa trasformazione, vorrei prendere ad esempio un’azienda farmaceutica leader mondiale. Da quando è stato installato il software, i responsabili vendita ricevono regolarmente previsioni sulla propria attività in base a dati e parametri elaborati dalla piattaforma analitica. I manager possono lasciare immutato il forecast oppure apportare modifiche sulla base della propria valutazione personale: ebbene, dopo sei mesi di rodaggio, il sistema ha cominciato a fornire report così accurati che nel momento in cui si sono registrati interventi umani, questi risultavano peggiorativi della previsione nell’84% dei casi. Significa che dovremo cedere il passo alla macchina? No: rispetto a determinate problematiche o su variabili che l’Intelligenza artificiale non riesce a prendere in considerazione l’apporto dei professionisti rimarrà essenziale. Ma è evidente che bisogna cominciare a ripensare il modo in cui uomo e macchina collaborano».