Mobility

BlackBerry ritrova la vocazione iniziale: «Il nostro mestiere è vendere soluzioni»

Senza dimenticare gli smartphone, negli ultimi mesi la società si è focalizzata sul mercato business dell’Enterprise Mobility Management, puntando su completezza della soluzione, sicurezza ed esperienza. Diego Ghidini, Director Business Sales, racconta la strategia della “nuova” BlackBerry

Pubblicato il 26 Mag 2014

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Diego Ghidini, Director Business sales di Blackberry

«Tanti l’hanno dimenticato, ma quest’azienda nasce proponendo soluzioni, non come produttore di smartphone. Vogliamo tornare alle origini, sganciarci dal dispositivo e focalizzarci sull’offerta di soluzioni e servizi per le aziende, non solo quelle grandi». Così Diego Ghidini, Director Business Sales, racconta la strategia della “nuova” BlackBerry, che poggia sui pilastri che, negli anni in cui l’azienda era all’apice del suo successo, le hanno permesso di conquistare il mercato della mail in mobilità, anzi di crearlo: la sicurezza della soluzione, l’infrastruttura mondiale, l’esperienza nella gestione dei sistemi Mobile.

BlackBerry ha spostato il focus dai terminali alle soluzioni di Enterprise Mobility Management. Quali passi concreti hanno segnato questa svolta?

Oggi purtroppo la maggior parte delle persone associa BlackBerry al terminale, ma se in passato siamo riusciti a rivoluzionare il mercato della mail in mobilità attraverso un dispositivo è per il software e l’infrastruttura che c’è dietro: pochi lo sanno, ma in realtà è il nostro asset più importante. Gestiamo la più grande VPN al mondo, un’infrastruttura che mai nessuno ha replicato, utilizzata da milioni di clienti: ecco perché siamo ancora imbattuti sul fronte della sicurezza.

La rifocalizzazione che l’azienda ha realizzato in questo ultimo periodo si basa su questo asset e guarda al mercato delle aziende, mentre negli anni passati l’attenzione era più concentrata sulla parte consumer, ovvero sui terminali non gestiti.

Lo abbiamo dimostrato con i fatti e con il lancio dei nuovi prodotti. Pensiamo a eBBM, la versione business della nostra la piattaforma di instant messaging, che è diffusa in tutto il mondo. Oggi, infatti, anche nelle aziende più disciplinate dal punto di vista della sicurezza e dei sistemi informativi buona parte della comunicazione passa dalle chat.

Ma soprattutto lo dimostra la nuova versione del BlackBerry Enterprise Server (BES), la piattaforma di Enterprise Mobility Management: fino all’inizio dell’anno scorso la soluzione supportava solo BlackBerry, mentre oggi può gestire tutti i terminali, con le stesse caratteristiche di sicurezza: è un cambiamento epocale.

Negli ultimi anni il mercato del Mobile Management è cresciuto rapidamente. Quali sono i punti di forza della soluzione BlackBerry Enterprise Server rispetto alle piattaforme concorrenti?

È un sistema molto sicuro, rodato e consolidato perché nato da 14 anni di esperienza, facile da gestire e immediato nel deployment. Va detto che quello dell’MDM è un mercato che BlackBerry ha contribuito a creare: se avessimo gestito sin dall’inizio anche i terminali di altri vendor non avremmo lasciato questo spazio, dove si sono inserite molte start up. I sistemi iOS e Android nascono per il mondo consumer, non sono predisposti alla gestione come i BlackBerry. Così, quando le aziende hanno permesso ai dipendenti di portare i terminali da casa, il Bring You Own Device, si sono trovate nella necessità di affiancare una seconda piattaforma di gestione in parallelo al BES. Abbiamo creato un’opportunità: se non fosse stato così molte aziende oggi non esisterebbero. Ma la cosa positiva è che i nostri clienti hanno potuto sperimentare le differenze.

Il sistema BES si è aperto ma è anche molto evoluto rispetto al passato. Fino a qualche tempo fa il software gestiva solo i terminali, con funzioni semplici come la cancellazione dei dati da remoto, il reset della password. Poi il proliferare delle app sugli smartphone ha creato nuove necessità e la gestione si è estesa al mondo applicativo: è possibile ad esempio impostare policy per stabilire quali utenti possono utilizzare determinate applicazioni, o che tipo di accesso dati è possibile dare al dipendente. Da un punto di vista di pianificazione e controllo, la situazione è più complessa. Le policy per gestire la parte hardware in genere non cambiano spesso. Il tema delle applicazioni invece è fluido, perché, ad esempio, se ne sviluppano di nuove, o cambiano i nuovi gruppi di lavoro che le usano. Il Mobile Application Management è un’attività complessa, consuma tempo, che si traduce in costi.

Un recente report di Strategy Analytics (“Enterprise Mobility Management: A review of Total Cost of Ownership”) ha rilevato come il BES10 sia la soluzione più vantaggiosa nell’Enterprise Mobility Management sulla base di un TCO di cinque anni. Il rapporto sottolinea come la natura “all inclusive” dell’offerta BlackBerry fornisca un vantaggio di costo tangibile.

Avete un parco installato del BES molto ampio. Ci sono offerte particolari per incentivare queste aziende a provare la nuova versione?

Abbiamo accompagnato il lancio del BES 10 con un’offerta commerciale interessante, per favorire la migrazione: la possibilità di fare un upgrade delle licenze acquistate a suo tempo a costo zero per portarle sulla nuova piattaforma. E questo vale anche per le licenze delle piattaforme concorrenti, per dare la possibilità di toccare con mano la versatilità della nostra soluzione. Va detto che uno dei mercati più interessanti per noi è quello che definiamo “regulated”, ovvero le organizzazioni che hanno esigenze stringenti di privacy e dove la sicurezza è fondamentale: sono enti governativi e forze armate, ma naturalmente non possiamo fare nomi. La sicurezza, insieme al costo, è una delle priorità più importanti quando si sceglie un partner multi-piattaforma per il Mobility management.

Torniamo sul punto della sicurezza e sul ruolo dell’infrastruttura globale di BlackBerry…

L’affare Snowden dimostra quanto sia delicato questo aspetto. La nostra infrastruttura globale è interessante per chiunque debba proteggere dati sensibili o protetti da privacy. Non a caso, abbiamo fatto un investimento strategico in una società che si occupa di IT in ambito medicale, NantHealth. Oggi prendono piede modelli di assistenza dei pazienti a casa o attraverso connessioni fra ospedali, per abbattere i costi. Vengono trasmessi dati sensibili e la nostra infrastruttura mondiale viene in aiuto. Un altro esempio sono le case automobilistiche: le auto di fascia alta sono equipaggiate con una SIM che riceve da remoto aggiornamenti del firmware della centralina elettronica o del sistema di infotainment. Anche qui si tratta di dati sensibili.

Abbandonerete il mercato degli smartphone?

No, non abbiamo dimenticato i terminali, e siamo sempre interpellati quando un direttore dei Sistemi Informativi decide di rinnovare il parco terminali perché siamo l’unico produttore che riesce a garantire una soluzione end to end, che parte dal device e arriva al sistema di gestione. Diversamente, l’azienda ha a che fare con diversi partner: chi produce il telefono, chi il sistema operativo mobile, chi MDM, chi fornisce il supporto e servizi.

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