Business Intelligence e CPM

Il ruolo fondamentale di BI e CPM nell'area Finance

Il 66% delle aziende italiane conosce il valore degli strumenti di Business Intelligence e Corporate Performance Management, anche se Excel rimane ancora un punto di riferimento nella rappresentazione del dato. A fotografare la situazione al Nord e al Sud del Paese, un’indagine condotta da ICT4Executive

Pubblicato il 26 Gen 2015

Intelligenza nel business significa saper gestire al meglio la quantità di informazioni disponibili per ragionare in maniera proattiva, arrivando a giocare d’anticipo, finalizzando al meglio le decisioni.

In Italia gli strumenti di Business Intelligence (BI) e di Corporate Performance Management (CPM) sono conosciuti e apprezzati da oltre due terzi delle aziende, più o meno in egual misura tra Nord e Sud. Da qui al prossimo anno circa un terzo delle aziende ha intenzione di investire su questo tipo di strumenti.

Lo rivela una survey condotta da ICT4Executive. Trecento le aziende intervistate, a cui sono state poste alcune domande che aiutano a mappare il buon livello di comprensione e di sviluppo delle analitiche per il business del nostro Paese.

Per leggere meglio i dati finanziari, ma anche a supporto dell’innovazione
Estrarre valore da un volume di dati caratterizzati da una grande varietà è importante a qualsiasi livello organizzativo. Per chi si occupa di governance, l’obiettivo è individuare le informazioni che servono, quando servono, identificando strumenti capaci di analizzare velocemente i dati per metterli a disposizione degli utenti in modo quanto più immediato e comprensibile.

A chiederlo in misura sempre maggiore diverse divisioni organizzative, Amministrazione & Finance in testa. I risultati della survey confermano come l’evoluzione del data managementoltre alla progettazione delle modalità di accesso, di prioritizzazione e di sicurezzaoggi più che mai deve includere una migliore rappresentazione del dato.

La ricerca ha sondato il livello culturale delle imprese italiane sui vantaggi associati all’uso di soluzioni di Business Intelligence e CPM, intervistando CIO e CFO di aziende medio-grandi. In ambito finanziario, 198 organizzazioni su 300 confermano come sia alta la comprensione aziendale rispetto ai form e alle rappresentazioni dei dati dei dati estratte dagli strumenti di BI, con qualche variazione di valore tra il Nord e il Sud. Solo il 10% delle imprese afferma che questo tipo di soluzioni non viene percepito come un valore dai colleghi.

Dall’analisi emergono dati di dettaglio interessanti nella ripartizione del giudizio affermativo, che differenzia i risultati (66% delle aziende del Nord e il 70% delle aziende del Sud), con uno scarto del 4%.

Un cambiamento nelle analisi finanziarie: da consuntive a preventive
Ci sono moltissime istanze che spingono le aziende a una diversa consapevolezza del valore dei dati e di una loro interpretazione proattiva. In cima alla lista, la volatiilità dei mercati e le evoluzioni sempre più adattive della produzione, in base alla misurazione e all’interpretazione della domanda. I modelli di produzione e di sviluppo vedono un accorciamento dei tempi, rispetto a una pianificazione del business che arriva quasi a diventare in tempo reale, e sposano le logiche dell’as a service e dell’on demand.

Per questo motivo, le soluzioni di BI e CPM si stanno facendo strada nelle aziende. La rappresentazione delle analisi attraverso una visualizzazione più chiara e intuitiva dei numeri assume un significato immediato ed evidente all’interno del Consiglio d’Amministrazione, che ha imparato a sfruttare i vantaggi associati alle simulazioni e ai sistemi di provisioning.

Oltre due terzi delle aziende italiane, in relazione agli azionisti e al CdA, conferma di ritenere molto importanti i dati prospettici, rispetto a quelli a consuntivo. In dettaglio le risposte descrivono percezioni equivalenti, al di là del posizionamento geografico, con una tripartizione dei giudizi così suddivisa: abbastanza Nord 27% – Sud 28%, bene Nord 38% – Sud 40%, molto bene Nord 26% – Sud 18%.

A guidare la reportistica sono ancora i fogli Excel, anche se qualcosa sta cambiando
Attualmente le aziende italiane usano diversi strumenti per gestire una quantità diversificata di informazioni a supporto del business. In modalità differenti, le aziende a campione utilizzano gestionali come SAP, Oracle, Galileo, Microsoft Dynamics e Zucchetti, utilizzando le soluzioni di reportistica integrate negli ERP.

La ricerca, però, rivela come ancora moltissime aziende utilizzino soluzioni legate alle suite di produttività individuale. Molti degli intervistati hanno raccontato di fare grande uso di Excel e, in alcuni casi, di Power Point, sebbene questo tipo di rappresentazioni a consuntivo non aiutino a gestire la velocità dell’economia. Solo il 6,6% delle imprese intervistate utilizza soluzioni avanzate di Corporate Performance Management (13 aziende al Sud e 7 al Nord).

Le imprese italiane sono sensibili al tema e confermano di voler portenziare la BI in azienda, introducendo soluzioni di CPM più avanzati non per quest’anno. Il problema sono soprattutto i budget.

Al momento solo l’11% delle aziende intervistate al Nord partirà quest’anno, contro il 6% delle aziende al Sud: tradotto significa che solo il 9% delle organizzazioni intervistate evolverà verso soluzioni di livello superiore. Un’ultima indicazione interessante, rispetto alla survey: con uno scarto del 12%, a posticipare gli investimenti sono più le aziende intervistate al Nord (3%) rispetto a quelle al Sud (15%).

In conclusione, una componente sempre più alta di imponderabilità legata al fenomeno di una globalizzazione difficile da comprendere, richiede strumenti molto mirati di analisi e di simulazione. Le aziende lo sanno e per questo stanno cambiando metodi e approcci all’interno delle organizzazioni.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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