Normative

Allo studio una dichiarazione IVA unica a livello europeo

Solo 5 caselle obbligatorie per cercare di ridurre gli oneri amministrativi a carico delle imprese e risparmiare 15 miliardi di euro l’anno. Andrà a sostituire la dichiarazione IVA nazionale e si potrà presentare per via elettronica in tutta l’Unione

Pubblicato il 30 Ott 2013

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Ridurre i costi per le imprese con una dichiarazione IVA standard.

Nella sua azione tesa a ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, la Commissione europea prende di mira l’IVA con l’obiettivo di ridurre i costi di circa quindici miliardi di euro l’anno.

Se oggi in alcuni Stati si arriva a riempire fino cento caselle, la nuova IVA continentale avrà solo cinque caselle obbligatorie: credito IVA (input tax), debito IVA (output tax), ammontare netto delle due voci e l’ammontare da pagare o da rimborsare.

Gli Stati membri potranno richiedere un certo numero di elementi standardizzati aggiuntivi, fino ad un massimo di 26 caselle.

Le imprese presenteranno la dichiarazione IVA standard mensilmente, mentre le microimprese saranno obbligate a farlo su base trimestrale.

L’obbligo di presentare una dichiarazione IVA annuale riepilogativa, che alcuni Stati membri attualmente impongono, sarà abolito.

La dichiarazione IVA standard – che sostituirà le dichiarazioni IVA nazionali – farà sì che alle imprese siano richieste le stesse informazioni di base entro le stesse scadenze in tutta l’Ue.


Il debutto il primo gennaio 2017
Obiettivo della Commissione è di arrivare a una entrata in vigore dal primo gennaio 2017. La procedura per questo tipo di normativa richiede unicamente l’approvazione da parte del Consiglio degli Stati europei, senza un voto necessario anche del parlamento che ha un ruolo solo consultivo.

La proposta punta anche a incoraggiare la presentazione elettronica, poiché la dichiarazione IVA standard potrà essere presentata per via elettronica in tutta l’Unione.

“La dichiarazione IVA standard presenta vantaggi per tutti – ha detto Algirdas Semeta, Commissario responsabile per la Fiscalità e l’unione doganale –. Le imprese potranno beneficiare di procedure più semplici, costi ridotti e meno burocrazia. I governi avranno a disposizione un nuovo strumento per facilitare il rispetto della normativa IVA, che dovrebbe aumentare il gettito fiscale. La proposta odierna sostiene quindi sia il nostro impegno per un mercato unico favorevole alle imprese sia la nostra volontà di migliorare il rispetto degli obblighi fiscali nell’Ue”.


Evasione IVA, il triste primato italiano
La riforma cerca anche di aiutare gli Stati membri a lottare contro l’evasione fiscale. Secondo un recente rapporto dell’esecutivo comunitario, l’Italia è il Paese dell’Unione che più ha registrato mancati versamenti dell’IVA.

La Commissione sostiene che nel 2011 il divario tra entrate stimate ed entrate effettive è stato pari a 36,1 miliardi di euro.

Il mancato versamento dell’IVA nei Paesi dell’Unione è ammontato nel 2011 a 193 miliardi di euro, pari all’1,5% del prodotto interno lordo. Il divario è dovuto tra le altre cose, alla recessione economica, alla frode fiscale, a inefficienze amministrative nella raccolta dell’imposta, e a casi di bancarotta.

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