platform as a service

Pirelli e Kering Eyewear: costruire ed estendere nel Cloud applicazioni Enterprise si può

Le due aziende italiane raccontano i loro progetti basati su Hana Cloud Platform, definita da SAP un “agile layer” per ampliare applicazioni esistenti, svilupparne di nuove, e integrare processi. Pirelli ha rivisto la soluzione SuccessFactors in dotazione alla Direzione Risorse Umane, Kering Eyewear ha messo l’ERP e sviluppato il data warehouse interamente in cloud

Pubblicato il 24 Gen 2017

hana-platform

Un elemento chiave dell’ultima ondata evolutiva di SAP è Hana Cloud Platform (HCP), lo strato di “platform-as-a-service” già al centro di molti progetti anche di utenti SAP italiani. Recentemente SAP Italia ha tenuto un evento per approfondire il tema HCP, con interventi anche di due dei primi clienti italiani – Pirelli e Kering Eyewear – che hanno raccontato casi di utilizzo molto diversi della piattaforma.

«L’offerta attuale di SAP, che si chiama Digital Enterprise Platform, si basa su due pilastri: S/4Hana, che è l’upgrade del “digital core ERP”, e Hana Cloud Platform, un “agile layer” che serve a estendere, integrare e sviluppare – ha spiegato Matteo Losi, Innovation Sales Director di SAP in Italia -: estendere applicazioni già esistenti, sfruttando un ecosistema con oltre mille moduli e add-on realizzati da oltre 450 partner, integrare processi attraverso diverse piattaforme e line-of-business, e sviluppare nuove applicazioni in cloud»,

Altri clienti citabili su HCP in Italia, ha detto Losi, sono Acea e Ideal Standard, e all’estero Unilever, Walmart, Danone, Swarovski, Bosch, Apple. «Questi ultimi tre casi spiegano bene la vastissima gamma di possibili usi di HCP. Quello di Swarovski è di “evoluzione nella continuità”, attraverso HCP hanno esteso alcune funzioni ERP a due classi di soggetti, clienti e dealer, ottenendo nuove opportunità di gestione loyalty, eCommerce, misurazione del comportamento dei clienti».

Più di “disruptive innovation” il caso Bosch: «Per esempio nella gestione logistica hanno sviluppato un’app per trovare aree di parcheggio sicure per i trasportatori, che permette anche un migliore sfruttamento e condivisione di spazi di parcheggio inutilizzati. Con Apple infine SAP ha sviluppato un kit di sviluppo (SAP Hana Cloud Platform SDK for iOS) che permette rapidi sviluppi di business app per iPhone e iPad».

In un certo senso i due componenti della Digital Platform di SAP sono la concretizzazione del concetto di “bimodal IT” di Gartner, ha commentato Alan Gulino, Director Business Platform as Service Center of Excellence EMEA – Digital Enterprise Platform Group SAP. «HCP è un insieme di servizi e microservizi PaaS, sviluppo DevOps, open standard. C’è un gran numero di servizi nelle aree User Experience, analytics, IoT, collaboration, integration. I microservizi sono “building block”, possono essere assemblati: per ora ne sono disponibili oltre 50. Obiettivi importanti sono ofrire la possibilità di sfruttare le tecnologie di oggi, ma anche quelle che verranno, e semplificare la gestione complessa di ambienti IT ibridi».

Passando ai due testimonial, Pirelli ha usato HCP per rivedere la soluzione cloud SuccessFactors in dotazione alla Direzione Risorse Umane (abbiamo parlato del progetto di adozione in questa intervista). «L’esigenza del progetto Smart View era di estendere SuccessFactors per migliorare usability e velocità di accesso ai dati, garantendo i vantaggi tipici delle tecnologie in-memory in tema di flessibilità, rapidità e performance nell’elaborazione dati. Siamo riusciti così ad armonizzare l’esperienza utente, trovando le corrette API e abilitando una nuova user interface, il tutto entro gli alti standard di sicurezza garantiti dalla piattaforma», ha spiegato Andrea Eula, SAP Innovation Architect Enterprise Solutions di Pirelli. Il progetto, su 3 Paesi, è durato sei mesi. «I prossimi passi saranno un “learning planner” e nuove app per fast training fruibili attraverso HCP».

Più “di frontiera” il progetto di Kering Eyewear, azienda nata solo due anni fa nel gruppo Kering, holding multinazionale titolare di marchi come Gucci, Puma, Saint Laurent, Dodo, Bottega Veneta, Pomellato. «È una scommessa per cambiare le regole del gioco nell’occhialeria, riportando in casa tutte le principali fasi della produzione di occhiali, a partire dal marchio Gucci (fino al 2016 in licenza a Safilo, ndr) – ha spiegato Daniel Bellini, Global Head of IT & Planning, Kering Eyewear -. Siamo una startup all’interno di una grande azienda, siamo partiti da zero lavorando tantissimo sulla costruzione di processi e di conseguenza sulla parte tecnologica, consegnando man mano le soluzioni per supportare i processi che cominciavano a funzionare».

«Non avevamo tempo per costruire datacenter o assumere sviluppatori»

Kering Eyewear ha adottato una verticalizzazione SAP per il fashion (SAP FMS), che supporta tutti i suoi principali processi di business. «Abbiamo messo tutto in cloud, più precisamente su Hana Enterprise Cloud (HEC), sia FMS che le altre business application: non avevamo tempo per costruire data center o assumere sistemisti e sviluppatori».

Poi con la continua crescita delle esigenze di analisi sull’andamento del business è venuta la scelta più sperimentale: costruire tutto il data warehouse in Hana Cloud Platform direttamente su Hana. «La spinta principale anche qui è stata la necessità di abilitare velocemente una soluzione fortemente scalabile senza mettersi niente in casa». La cosa, continua Bellini, ha funzionato: «Il nostro data warehouse dialoga bidirezionalmente con HEC dove ci sono appunto le nostre principali applicazioni, e copre i processi più tradizionali, ma anche tutta una parte di repository retail con dati di sellout dei nostri clienti, per esempio catene di punti vendita, che possono usufruire delle relative analisi».

Elementi di sintesi del progetto quindi sono la velocità («oggi sfruttando il meglio della tecnologia si riesce a essere incomparabilmente più veloci rispetto al mondo applicativo tradizionale») e il non doversi più occupare della parte sistemistica e infrastrutturale («noi facciamo occhiali, gestire direttamente queste cose non ci dà valore»).

Ovviamente la connettività in questo approccio è assolutamente vitale, «ma l’aspetto principale è aver “fatto parlare cloud con cloud” con HCP. Oggi si può essere enterprise anche nel cloud, e differenziare i livelli di personalizzazione: le applicazioni su HEC sono fortemente customizzate, mentre su HCP c’è un motore di data warehouse e la personalizzazione è bassa», conclude Bellini.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2