Anche il settore della Logistica Sanitaria, asset strategico per il nostro Paese, si va ridefinendo in ottica sostenibile, puntando su digitalizzazione e outsourcing. A fronte di contesti sempre più sfidanti, la distribuzione di prodotti medici punta al miglioramento sperimentando nuovi modelli nella gestione dei flussi con l’obiettivo di ottimizzare i costi, ridurre l’impatto ambientale e offrire un servizio sempre più efficiente in grado di rispondere alle crescenti richieste da parte della comunità. È questo in sintesi quanto si evince dall’indagine sulla logistica nel settore Healthcare realizzata dall’Osservatorio Contract Logistics “Gino Marchet” della School of Management del Politecnico di Milano, in collaborazione con Consorzio Dafne.
“In generale la logistica ospedaliera presenta un elevato grado di complessità generata da diversi fattori, tra cui l’ampiezza e l’eterogeneità della gamma di referenze gestite (non solo farmaci). Esistono ampie opportunità di miglioramento in termini di efficienza, e l’innovazione tecnologica e digitale offre sempre maggiori possibilità per tracciare e dare visibilità sui flussi”, afferma Maria Pavesi, Ricercatrice dell’Osservatorio Contract Logistics.
Il ruolo strategico della Logistica Sanitaria durante la pandemia
Nel 2021, secondo anno caratterizzato dalla pandemia, la Logistica Sanitaria ha registrato una sostanziale tenuta del numero delle spedizioni.
Come era già avvenuto nel 2020, continua la crescita dei volumi gestiti a basse temperature (la cosiddetta “catena del freddo“) spinti anche dall’esigenza di distribuire i vaccini anti-Covid19. Si registra fra 2020 e 2021 un incremento dal 2% al 3% dei prodotti movimentati a temperature sotto lo zero e dal 14% al 15% di quelli gestiti fra 2° e 8°, anche se resta maggioritaria la quota di prodotti distribuita a temperature comprese fra 9° e 25° (78% nel 2021) che dal 2018 al 2021 si è ridotta di 9 punti percentuali.
Who's Who
Damiano Frosi
“Tra riduzione della densità di valore per alcuni prodotti, cambiamenti di assortimento delle farmacie e dei mix di canale, il sistema logistico Healthcare si è evoluto per rispondere alle sfide del settore, confermandosi asse strategico per il paese”, afferma Damiano Frosi, Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics.
Verso una Logistica Healthcare sostenibile
I flussi che arrivano direttamente nelle farmacie dai magazzini dei depositari, pari ormai al 24% del totale, e la nascita negli ultimi due anni della consegna a domicilio dei farmaci, spingono il rafforzamento dell’“ultimo miglio”, l’ultimo tratto della filiera logistica che arriva nelle case dei consumatori finali, in crescita dall’1% al 2% in un anno. La maggior parte dei flussi proviene da Lombardia (71%) e Lazio (15%), che sono anche le prime destinazioni dei prodotti, seguite da Campania e Toscana, in linea con la distribuzione della popolazione sul territorio.
Nel comparto del farmaco quasi tutte le attività di trasporto e oltre il 90% delle attività di magazzino sono terziarizzate, con l’affidamento di tutto il processo logistico a un distributore intermedio, ora unico fornitore nell’83% dei casi (Strategic Outsourcing). Nel 2021 è fortemente aumentata la razionalizzazione delle consegne a farmacie e parafarmacie riducendone il numero medio quotidiano presso i singoli esercizi commerciali. Ne risulta che, a fronte di un aumento contenuto (+4,4%) del numero delle spedizioni annue dei distributori intermedi (poco sopra i 21 milioni, ancora ben al di sotto dei 25 milioni del 2019), il volume delle spedizioni è aumentato del 28,3%.
Si conferma, quindi, il ruolo essenziale della Distribuzione Intermedia quale “demoltiplicatore di complessità” per consentire agli attori a monte di garantire la capillare disponibilità dei propri prodotti all’interno degli oltre 25.000 punti di vendita presenti sulla penisola tra farmacie e parafarmacie, che a loro volta rappresentano in ultima istanza l’interfaccia di prossimità più immediata fra il sistema della salute nel suo complesso e il cittadino/paziente.
“I dati del 2021, se confermati anche nei prossimi anni − sottolinea Frosi −, indicherebbero che la strada verso l’ottimizzazione delle consegne ha assunto un carattere maggiormente strutturale. L’accorpamento delle consegne, senza impattare sulla continuità né sul livello di servizio al cittadino potrebbe rappresentare un’importante svolta in termini di sostenibilità ambientale, economica, ma anche sociale”.