Innovazione

Last-mile delivery: da un’idea di GEL Proximity la logistica di prossimità diventa sostenibile

Oggi, con i consumatori che si aspettano consegne sempre più veloci e frequenti, il last-mile delivery diventa una sfida economica per tutti i retailer che intendono avvantaggiarsi del canale e-commerce e una sfida anche in termini di impatto ambientale. Partendo da queste considerazioni una startup tutta italiana ha sviluppato una piattaforma che punta a rendere la consegna dell’ultimo miglio sostenibile in tutti i sensi

Pubblicato il 19 Gen 2021

Last-mile-delivery

Il 2020 è stato l’anno del boom dell’e-commerce, blocco delle attività commerciali e distanziamento sociale hanno spinto i consumatori sulle piattaforme di shopping online, molti anche per la prima volta. È l’anno in cui il termine last-mile delivery ha acquisito forza. Nel mese di maggio il consorzio Netcomm ha evidenziato come dall’inizio dell’anno sono stati ben 2 milioni i nuovi consumatori online in Italia (in tutto 29 milioni), 1,3 milioni dei quali attribuibili all’impatto dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

Chi ha beneficiato di più di questa nuova modalità di acquisto è stato indubbiamente il mercato di beni di largo consumo nel quale il canale e-commerce ha registrato un +117% rispetto allo scorso anno (28 volte superiore alla crescita dei canali fisici), ciò secondo quanto rilevato da Nielsen che ha anche evidenziato una contemporanea forte crescita di Home Delivery e Click&Collect (la possibilità di ordinare online un prodotto e di ritirarlo in negozio), nonché un ampliamento delle aree geografiche coperte da servizi online: +30% i punti vendita che hanno adottato servizi di Click&Collect/Locker e Drive-in, +24% i cap coperti da servizi di Home Delivery. Dati quest’ultimi che confermano la fortissima relazione esisteste tra il settore dell’e-commerce e quello della logistica.

E-commerce e logistica: la partita si gioca sull’ultimo miglio

Uno studio realizzato dalla società internazionale di consulenza Capgemini dal titolo “The last-mile delivery challenge” focalizzato sulla consegna dei prodotti alimentari, ma estendibile a tutte le tipologie merceologiche che trovano spazio sulle piattaforme e-commerce, analizza il ruolo chiave nelle vendite online del last-mile delivery, ovvero la movimentazione delle merci da un hub di trasporto alla destinazione di consegna finale, attualmente rappresentata per lo più da un domicilio privato. L’analisi è stata realizzata intervistando oltre 2.870 consumatori su cinque paesi e 500 responsabili supply chain di grandi aziende di prodotti di largo consumo e vendita al dettaglio in nove paesi, compresa l’Italia.

Dalla ricerca emerge come il 40% dei consumatori considera il servizio di consegna come un ‘must-have’ per la scelta del marchio e il 20% afferma addirittura di rivolgersi a un altro retailer se tale servizio non dovesse essere disponibile. Evitare folle nei punti vendita e nei mezzi di trasporto è la motivazione principale (63%) che spinge i consumatori verso gli acquisti online. Ciò che tuttavia viene indicato come causa di maggiore insoddisfazione è il prezzo troppo alto del servizio, l’impossibilità di effettuarlo in determinate giornate e i ritardi. Sulla velocità del last-mile delivery si gioca infatti gran parte della partita del servizio consegna che più riesce ad essere effettuato in tempi brevi (il 55% dei clienti gradirebbe in 2 ore, ma per il 61% andrebbe bene anche in giornata) più genera fedeltà al marchio, disponibilità a pagare per il servizio stesso e anche ad effettuare una spesa più alta e più frequente. Quanto incide il comparto del servizio delivery nelle vendite online è presto detto: il 74% dei clienti soddisfatti intende aumentare del 12% i livelli di acquisto per il marchio preferito, viceversa i clienti di un servizio scadente per il 48% smetteranno di acquistare prodotti.

La conclusione sembrerebbe dunque a portata di mano se non fosse che il modello corrente di consegna dell’ultimo miglio non è sostenibile. Stando anche a quanto confermato sempre dallo studio Capgemini, l’ultimo miglio rappresenta la fase più costosa della catena di approvvigionamento impattando sul 41% dei costi totali, ciò è dovuto al fatto che i retail assorbono parte del costo di consegna dell’ultimo miglio addebitando meno di quanto costa loro per soddisfare gli ordini in considerazione del fatto che solo l’1% dei consumatori è disposto a pagare il costo completo del servizio, ciò erode i profitti.

In ultimo, a queste problematiche, si aggiunge l’impatto sul traffico locale su strada e sull’ambiente causato dalle molteplici flotte di furgoni che freneticamente ogni giorno si spostano da un luogo all’altro per eseguire il maggior numero di consegne possibile.

GEL Proximity e la soluzione tecnologica per last-mile delivery sostenibili

Una soluzione che permette di rendere più efficiente e sostenibile, economicamente e in termini ambientali, la consegna dell’ultimo miglio arriva dalla startup italiana GEL Proximity.

Costituita nel luglio del 2020 GEL Proximity nasce però un anno prima con l’incontro dei tre soci fondatori Lorenzo Maggioni, Damiano Frosi (Direttore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano) e Valerio Bevilacqua che decidono di unire le loro esperienze nei campi della logistica e delle nuove tecnologie per risolvere il diffuso problema dell’abbandono dei carrelli online. A dicembre la startup vince l’edizione 2019 del programma Switch2Product promosso da Politecnico di Milano, Polihub e Deloitte. Questo riconoscimento le apre la porta per diventare il luglio successivo spin-off del Politecnico di Milano, e alla successiva costituzione di una società di capitale, che vede imprenditori e ricercatori lavorare fianco a fianco nella ricerca scientifica nel campo dell’ultimo miglio e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative per una migliore accessibilità ai servizi logistici di prossimità.

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Da sinistra: Damiano Frosi, Lorenzo Maggioni, Valerio Bevilacqua

Uno sprint ulteriore per questa realtà innovativa è arrivato nel 2020 con l’entrata in campo di Tesisquare in qualità di partner tecnologico, azienda italiana specializzata nella progettazione e implementazione di ecosistemi digitali collaborativi a livello mondiale.

«GEL Proximity è un ‘connettore tecnologico’ che facilita i rapporti e lo scambio di informazioni tra punti di ritiro, locker e mondo delle vendite online», afferma Lorenzo Maggioni. Prima piattaforma al mondo interamente dedicata alla logistica di prossimità, GEL Proximity riunisce in un solo ambiente decine di migliaia di punti di ritiro disponibili che fanno capo ad alcune tra le maggiori reti di punti di consegna e ritiro (in inglese PUDO point quale acronimo di Pick-Up and Drop-Off), spesso negozi locali o punti vendita che offrono al loro interno un servizio di ritiro e consegna pacchi come parte di una rete più ampia. Tra i più importanti player italiani, attualmente 18, citiamo a titolo di esempio il network di PuntoPosta, gli Ups Access Point, i TNT Point, i Locker di InPost, le edicole della rete di 1A Edicola.

Compiuto l’acquisto online il consumatore può scegliere sulla base delle proprie esigenze e di quanto è disposto a spendere per prenotare il servizio consegna a lui più congeniale, spiega Lorenzo. È così possibile orientarsi sul punto di ritiro più vicino alla propria abitazione o alla sede di lavoro, in funzione degli orari di apertura più comodi, ma anche per esempio nella città dove è stato programmato un viaggio di lavoro. «Con Gel Proximity il cliente è al centro del processo logistico e per lui non sarà più un problema dove e quando ritirare un pacco».

I vantaggi per i retailer

Se si guarda il punto di vista dei retailer, meno persone saranno portate ad abbandonare i carrelli di acquisto per motivi legati alla spedizione e questo automaticamente si tradurrà in un aumento del fatturato. Non solo, i retailer non dovranno più preoccuparsi dei costi legati all’infrastruttura tecnologica – GEL Proximity sarà l’unico responsabile e gestirà tutte le connessioni con la rete dei punti di ritiro −, né dei costi logistici poiché, a parità di volumi, con la soluzione proposta dalla startup si riducono i costi di trasporto grazie all’ottimizzazione dei viaggi e alla riduzione della giacenza presso i corrieri. Last but not least, ridurre le uscite dei corrieri indirizzandoli verso punti collettivi di ritiro pacchi anziché casa per casa, col rischio poi di non trovare nessuno e non completare così la consegna rimandola ad una prossima corsa, ridurrà anche il traffico urbano nonché le emissioni di CO2. GEL Proximity è dunque anche una soluzione pratica a supporto della logistica green.

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