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La roadmap di Electrolux Group verso la circolarità di prodotto e il lifecycle thinking

Dalla scelta dei materiali più duraturi al miglioramento delle attività produttive, fino all’estensione del ciclo di vita degli elettrodomestici: il percorso avviato dal Gruppo per centrare gli obiettivi indicati nel manifesto For the Better 2030 nel racconto di Monica Celotto, PTO – Product Technology Organization – Sustainability Head

Pubblicato il 17 Ott 2023

Electrolux Group

Electrolux Group è un’azienda svedese che opera globalmente in oltre 120 mercati con un organico di 50mila dipendenti, che vende annualmente oltre 60 milioni di prodotti, in prevalenza elettrodomestici per la casa e professionali.

Un elemento chiave del percorso di sostenibilità del marchio è l’obiettivo di diventare una “company circolare”. Un impegno che il Gruppo integra fortemente nella strategia aziendale e che trova conferma nel framework sviluppato internamente battezzato For the Better 2030.

Il framework di sostenibilità di Electrolux Group

Si tratta di un piano strutturato che in 9 obiettivi principali, suddivisi in tre pilastri:

  1. Better Company, che punta a migliorare le attività produttive e l’intera gestione della Supply Chain;
  2. Better Planet, che ingloba l’effettiva responsabilità in sostenibilità ambientale;
  3. Better Living, un’area che riguarda l’impegno nel coinvolgere il consumatore nell’utilizzo responsabile e ottimale dei prodotti.
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Electrolux Sustainability Framework (Fonte: Electrolux Group)

Il lifecycle thinking

L’azienda adotta, infatti, l’approccio lifecycle thinking a supporto del percorso di sostenibilità, che permette di valutare gli impatti ambientali lungo tutto il ciclo di vita del prodotto e identificare le azioni più significative e benefiche per ridurli.

«Questo tipo di approccio risulta particolarmente importante quando ci si avvicina a un percorso di circolarità, proprio perché permette di valutare le varie azioni lungo tutto il ciclo di vita del prodotto e applicare, di conseguenza, un metodo di lavoro sistemico», ha raccontato Monica Celotto, PTO – Product Technology Organization – Sustainability Head di Electrolux, intervenuta durante il webinar “Quanto sono circolari le imprese manifatturiere italiane?” organizzato dal laboratorio RISE dell’Università degli Studi di Brescia.

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Electrolux Sustainability Framework (Fonte: Electrolux Group)

La gamma di prodotti offerti da Electrolux comprende tutto ciò che riguarda la preparazione, la conservazione e la cura degli alimenti, il lavaggio e l’asciugatura dei tessuti, nonché il comfort domestico, con la divisione chiamata wellbeing, attraverso soluzioni per la pulizia delle superfici ma anche il condizionamento o la purificazione dell’aria.

Un’area di business che si rivela altrettanto strategica e in continua crescita all’interno del Gruppo è  quella definita “piece of mind”, che riguarda la parte di servizio di assistenza post-vendita, in linea con il percorso intrapreso e che punta a rendere i prodotti più sostenibili e circolari.

Ad oggi l’azienda presidia principalmente il mercato di Europa e Nord America, ma ha una presenza importante anche in America Latina e si è affacciata di recente in alcuni stati asiatici.

L’impegno di Electrolux Group per un business sostenibile

A conferma dell’impegno che l’azienda dimostra per la realizzazione di un business sostenibile, Electrolux ormai da anni porta avanti un percorso di decarbonizzazione importante con l’obiettivo di raggiungere, entro il 2050, la neutralità climatica lungo tutta la catena del valore – dalla produzione alla distribuzione fino ad arrivare al riutilizzo dei suoi dei prodotti.

È stata, inoltre, una delle prime 100 ad aderire all’iniziativa “Science Based Targets”, impegnandosi a ridurre le emissioni di CO2 in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

«Questi primi incoraggianti risultati che stiamo ottenendo sono il frutto di un lavoro congiunto di molte funzioni aziendali e di un gran impegno del Gruppo, di una metodologia solida, strutturata e duratura, che si articola in diverse aree di intervento tra loro collegate che ripercorrono tutta la vita del prodotto – afferma la manager -. Dalle iniziative legate a una transizione verso materiali più sostenibili a un’estensione della vita utile dei prodotti, fino a una progettazione e una gestione del fine vita che diventa un momento di rigenerazione delle risorse, così da rimetterle in circolo».

I materiali

Si tratta, in altre parole di considerare il ruolo, le interazioni e le sinergie dei vari attori lungo l’intera catena del valore. E la scelta dei materiali rappresenta uno dei primi step da cui partire. Del resto, è un cambiamento necessario per far sì che l’intero mondo dello sviluppo prodotto si approcci a questa nuova visione, con strumenti che, di conseguenza, dovranno evolvere.

Come ha dichiarato Monica Celotto: «Un elemento che abbiamo riscontrato essere un po’ chiave di volta è la fase di identificazione delle corrette fonti di materia prima seconda con cui lavorare, perché rappresenta il punto di partenza affinché questi materiali siano in grado di soddisfare tutti i requisiti tecnici ma anche di purezza. Il secondo step è mettere a punto tutti i protocolli di controllo di processo per garantire la stabilità qualitativa dei materiali nel corso della produzione. Per farlo, è necessario lavorare in stretta collaborazione con la Supply Chain e stabilire delle vere relazioni di partnership con i fornitori, che molto spesso si rivelano, tra l’altro, dei percorsi di crescita reciproca. La sfida che ci si pone sempre più è anche di estendere la filiera a un livello globale, affacciandoci a mercati in cui la filiera del riciclo non è così come sviluppata come in Italia».

Ripensare design e sviluppo

Agire in modo sostenibile significa ripensare il modo di sviluppare i prodotti, pensandoli sin da subito in un’ottica di utilizzo di materiale riciclati, tenendo conto che la prospettiva del consumatore resta centrale e facendo leva il più possibile sul condividere le esperienze internamente per favorire uno scambio continuo.

Il frigorifero “Cascata” presentato lo scorso anno è un esempio di closed loop. È stato, infatti, realizzato con il 70% di plastica riciclata proveniente da vecchi frigoriferi e per questo insignito del premio Plastic Recycling Awards. Ma Electrolux utilizza anche oltre il 50% di plastica riciclata nelle sue gamme di aspirapolveri – chiamate green -, con punte del 75% su alcuni modelli.

Estensione del ciclo di vita dei prodotti

L’ambito dei materiali rappresenta però un piccolo tassello del puzzle che compone un’impresa circolare. Un altro campo d’azione riguarda, infatti, ad esempio, l’estensione della vita utile dei prodotti, per il quale si può agire già in fase di sviluppo, facendo quindi in modo che siano più durevoli e facilmente riparabili.

«A questo proposito stiamo lavorando a stretto contatto con le diversi divisioni aziendali per aggiornare gli strumenti per la progettazione dei nostri prodotti. Inoltre, sfruttando alcuni modelli di calcolo basati su LCA (Life Cycle Impact Assessment – ndr), ci stiamo muovendo per valutarne l’impatto sull’ambiente ed estenderne il più possibile il ciclo di vita».

Sperimentazione di nuovi modelli di business: la servitizzazione

«Uno di questi è il Product-as-a-Service, un modello di business per cui il prodotto non è più venduto come tale, ma l’utente paga in funzione del suo utilizzo.

Electrolux ha all’attivo due progetti pilota, uno in Svezia e uno a Singapore, in cui i clienti possono effettuare una sottoscrizione dalla durata di alcuni mesi e poi decidere se continuare ad utilizzare il prodotto o sostituirlo.

Gestire il fine vita dei prodotti

Electrolux si impegna anche nella gestione responsabile del fine vita dei prodotti che, in ottica di circolarità, va visto effettivamente come l’inizio di una nuova vita.

L’azienda sta lavorando per rendere i suoi prodotti più facilmente riciclabili e ricondizionabili, al fine di ridurre gli sprechi e promuovere la creazione di una vera economia circolare. Attraverso la collaborazione con partner specializzati, Electrolux è impegnata nello sviluppo di soluzioni innovative per il riciclaggio dei materiali e il recupero delle risorse.

«È attiva una partnership attiva con Stena Recycling da cui sono stati ottenuti interessanti risultati. Il primo è un prototipo di un’aspirapolvere concepito per essere riciclabile al 90% in tutte le sue parti perché realizzato in materiali riciclati e componenti ricondizionati di vecchi prodotti. Il secondo è uno strumento di calcolo, un recyclability tool, a disposizione del team di ricerca e sviluppo per ottimizzare la riciclabilità dei prodotti già in fase di progettazione», ha concluso la manager.

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