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SME Instrument, le magnifiche 13 PMI italiane più finanziate dall’Europa

Tra 2014 e 2016 la Comunità ha erogato 82 milioni di euro alle piccole e medie imprese italiane a sostegno di progetti di innovazione tramite il programma di Horizon 2020 per le realtà tra 10 e 250 dipendenti. Ecco quelle beneficiate con oltre 2 milioni, dalla novarese Electronic System alla forlivese Soltigua

Pubblicato il 16 Gen 2017

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Negli ultimi tre anni la Comunità Europea ha erogato 82 milioni di euro alle piccole e medie imprese italiane a sostegno di progetti di ricerca e innovazione attraverso lo SME Instrument, lo strumento di finanziamento di Horizon 2020 appunto per le PMI. Lo rivela un Rapporto di Aster, società della Regione Emilia-Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, che ha elaborato i dati sulla partecipazione al programma appunto nel triennio 2014-2016.

L’Italia è il secondo Paese in termini di fondi ricevuti dietro alla Spagna: nel triennio l’Europa ha complessivamente erogato alle piccole e medie imprese circa 800 milioni di euro, di appunto cui il circa il 10% in Italia. La Spagna primeggia sia per numero di progetti approvati (432) sia per numero di imprese beneficiarie (451), davanti appunto a Italia (326 progetti e 378 beneficiari), Inghilterra e Germania.

Più in dettaglio, lo SME Instrument è uno schema di finanziamento per innovazioni di prodotto, servizio, processo e business model che permettono alle PMI di competere su scala internazionale. Ricordiamo che nella definizione della CE, una media azienda ha tra 50 e 250 dipendenti e fatturato tra 10 e 50 milioni, e una piccola azienda tra 10 e 49 dipendenti, e tra 2 e 10 milioni di fatturato.

Lo SME Instrument ha una dotazione di circa 3 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, e prevede tre fasi: valutazione della fattibilità tecnico-commerciale dell’idea innovativa (contributo 50mila euro); sviluppo del prototipo su scala industriale e prima applicazione sul mercato (finanziamento tra 0,5 e 2,5 milioni); commercializzazione (nessun finanziamento diretto).

In Italia, a ricevere finanziamenti per più di 2 milioni di euro durante la Fase 2 dello SME Instrument nel triennio sono state 13 aziende. Al primo posto c’è la novarese Electronics System, beneficiata di oltre 3,5 milioni di euro per sviluppare un progetto sul riciclo degli pneumatici industriali. Al secondo posto c’è Glomeria Therapeutics di Chieti, che ha ricevuto 2,8 milioni per sviluppare un sensore intelligente e bio-compatibile per la dialisi peritoneale. Al terzo Prophos Chemicals di San Giovanni in Croce (Cremona), con 2,7 milioni ricevuti per realizzare un procedimento innovativo di recupero di fosfato da polveri estinguenti esauste.

«In Italia – spiega in un comunicato Paolo Bonaretti, direttore generale di Aster – abbiamo imprese in grado di fare buoni progetti innovativi e ottenere i finanziamenti per portarli avanti. Un dato sicuramente positivo sono le buone performance delle startup innovative, che sono il 21% delle PMI beneficiarie dello SME Instrument, segno che il fenomeno startup è rappresentato da imprese con concrete capacità progettuali e in grado di affrontare le sfida del mercato e la competitività europea».

Dopo le prime tre già citate, nella top 10 delle PMI italiane che hanno avuto più finanziamenti ci sono la romana Poggipolini (2,6 milioni), attiva nella meccanica di precisione per automotive, aeronautica e motorsport, e la Società Agricola Serenissima di Conselve (Padova), che con circa 2,5 milioni sta avviando una coltivazione intensiva di microalghe in acqua dolce/mare per l’alimentazione biologica di animali da fattoria.

La PLC System di Acerra (Napoli) è il coordinatore del progetto Progeo, che sarà sviluppato con la romana LA.ME.P. Al progetto sono stati assegnati 2,4 milioni per realizzare un sistema di accumulo di energia da fonti rinnovabili. Ha invece raccolto circa 2,3 milioni la startup romana Greenrail, che produce traversine ferroviarie ecologiche da materiali riciclati (plastica e gomma).

La comasca Coelux ha ricevuto circa 2,2 milioni per un progetto di nanotecnologie per riprodurre nell’architettura indoor i meccanismi e fenomeni ottici che regolano la luce nella natura, portando i benefici della luce solare anche negli ambienti interni dove questa non può arrivare.

Al nono posto la startup milanese Dianax (2,2 milioni), che opera in ambito biomedicale, mentre è decima Civitanavi Systems, startup di Civitanova Marche (Macerata), che con 2,1 milioni svilupperà un sistema di navigazione dei veicoli aerei con e senza equipaggio, basato sulla tecnologia dei giroscopi a fibre ottiche. Oltre 2 milioni hanno raccolto anche l’azienda romana Solergy Italia, per sviluppare un innovativo diffusore di calore in ceramica come parte di un sistema fotovoltaico ad alta concentrazione (HCPV), la startup torinese Phidrive (motori e attuatori rotativi) e Soltigua, di Gambettola (Forlì-Cesena), che sta lavorando allo sviluppo e diffusione di collettori e sistemi termici solari a concentrazione.

Infine una menzione per le due aziende che hanno ricevuto i finanziamenti di maggior importo in assoluto dal programma SME Instrument: 5 milioni di euro ciascuna per le francesi Tcland Expression e Amoneta Diagnostic, entrambe attive nel settore della ricerca clinica.

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