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Otto miliardi di euro per ridare fiato alle imprese

E’ il più importante stanziamento mai varato da Bruxelles. 8,1 miliardi di euro che servono a dare fiato alle imprese per reagire alla crisi a colpi di…

Pubblicato il 12 Lug 2012

E’ il più importante stanziamento mai varato da Bruxelles.
8,1 miliardi di euro che servono a dare fiato alle imprese per
reagire alla crisi a colpi di innovazione. Buona parte di questi
bandi, lanciati tra luglio e l’autunno sono infatti rivolti
alle aziende, riguardano dieci settori strategici e valgono 4,8
miliardi di euro. Per le piccole e medie imprese è
prevista una corsia preferenziale con 1,2 miliardi per favorire
il salto tecnologico
.

I bandi costituiscono una passerella verso Horizon 2020, il nuovo
programma di finanziamenti per la ricerca UE del periodo
2014-2020. La maggior parte degli inviti a presentare le
candidature ai finanziamenti è stata pubblicata il 10 luglio,
mentre alcuni inviti specifici saranno banditi in autunno.
Le PMI avranno a disposizione circa 970 milioni di euro
di finanziamenti
.

Altre misure comprendono un importo extra di 150 milioni a titolo
di garanzia per raccogliere 1 miliardo di euro di prestiti per le
PMI e le aziende di medie dimensioni (le imprese fino a 500
dipendenti). Il finanziamento di 8,1 miliardi di euro annunciato
oggi dovrebbe mobilitare un importo addizionale pari a 6 miliardi
di euro di investimenti pubblici e privati nella ricerca, e si
stima che nel breve termine accrescerà di 210.000 unità
l'occupazione e genererà, in un periodo di quindici anni, 75
miliardi di euro addizionali in termini di crescita.

I settori coperti dal finanziamento

I finanziamenti di 4,8 miliardi per l’innovazione
industriale puntano su dieci settori (salute, biotech, ICT con un
budget da 1,5 miliardi, nuovi materiali, energia, ambiente,
trasporti, scienze sociali, spazio e sicurezza). Poi sono
previsti 2,7 miliardi destinati a finanziare ricerche e borse di
studio per giovani cervelli e scienziati e altri 574 milioni
saranno destinati a potenziare le grandi infrastrutture della
ricerca o a crearne di nuove.

Per quanto riguarda la ricerca tematica innovativa sono previsti
155 milioni di euro per "Oceani del futuro", a sostegno
della crescita sostenibile nei settori marino e marittimo; circa
365 milioni di euro per tecnologie che trasformino le aree urbane
in "Città intelligenti e comunità intelligenti"; e
circa 147 milioni di euro per arginare la diffusione dei batteri
farmaco-resistenti e quasi 100 milioni di euro destinati al
reperimento di soluzioni innovative per la gestione delle acque
dolci.

Italia in ritardo nell’aggiudicarsi i
fondi

Il problema ora è aggiudicarsi questi soldi.
L’Italia è infatti tra i Paesi meno efficienti da
questo punto di vista
. Partecipiamo al bilancio
dell’Unione europea con il 13,4% dei finanziamenti, ma nel
settimo programma quadro ci siamo presi una fetta che corrisponde
all’8,43% con circa due miliardi. In pratica finanziamo
l’occupazione degli altri anche a causa delle carenze delle
aziende italiane nella presentazione dei progetti.

Secondo la Research executive agency, l’agenzia europea che
per conto della Commissione gestisce i finanziamenti per ricerca
e innovazione, le imprese della Penisola fanno meglio solo di
Lituania, Slovenia e Slovacchia. E il Portogallo ci supera di un
pelo. Nel quarto bando "Ricerca per le Pmi" (budget di
204 milioni), i progetti italiani presentati e presi in
considerazione dall'agenzia sono stati 784. Solo Spagna
(1.163), Germania (799) e Regno Unito (1.002) ne hanno presentati
di più. Quelli approvati sono stati però 111. La
barriera linguistica e la qualità dei progetti che spesso non
comprendono la collaborazione con le università solo le barriere
principali che impediscono l’accesso ai finanziamenti
comunitari
.

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