Studi e ricerche

Effetto “Mobile”, nelle PMI la tecnologia fa meno paura

Raddoppiato nel giro di un anno il numero di aziende in Italia pronte a cercare nell’innovazione nuove opportunità di sviluppo. Tra gli obiettivi: sviluppare nuovi canali di business, ridurre costi e spese, trovare nuovi segmenti di clientela, espandersi all’estero. I risultati di un sondaggio GFK Eurisko su 3800 manager di 19 Paesi tra cui l’Italia

Pubblicato il 21 Ott 2014

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Difficile stabilire con certezza se alla fine le paure per la crisi economica abbiano avuto la meglio sulle tradizionali diffidenze mostrate in passato dalle PMI nei confronti delle nuove tecnologie. Quello che è importante, è prendere finalmente atto di una certa apertura verso strumenti ICT in grado di migliorare la competitività, anche a costo di mettere in discussione i confini del perimetro aziendale e acconsentire a una circolazione più estesa dei propri dati.

Nella seconda edizione del sondaggio internazionale sulle PMI realizzato da GFK Eurisko su richiesta di Zurich emerge infatti come siano raddoppiate in un solo anno le aziende italiane che considerano le nuove tecnologie importanti opportunità di sviluppo per il proprio business. Se dall’inchiesta 2013 risultavano infatti il 5%, quest’anno sono salite al 10%.

Per tracciare il quadro proposto, la società di ricerche ha selezionato un campione di 3.800 responsabili tra CEO, direttori generali, CFO e COO ai quali è stato chiesto di scegliere un massimo di 3 attività e/o progetti che la rispettiva impresa ha affrontato nei 12 mesi precedenti. L’indagine è stata svolta su scala mondiale. Oltre all’Italia infatti i Paesi distribuiti tra Europa, Asia, Americhe, Africa e Oceania sono stati complessivamente 19.

In particolare, l’indagine dimostra che si stanno affermando modelli di business basati su tecnologie Mobile, contribuendo a superare i timori sul BYOD (Bring Your Own Device). Cellulari e tablet sono percepiti come strumenti strategici per raggiungere una clientela sempre più numerosa: sono infatti oltre 29 milioni i clienti finali in Italia che accedono a Internet da mobile, mentre più in generale il mondo del Web viene visto come una grande opportunità per sviluppare nuovi canali di business (13%) e intrattenere rapporti commerciali con l’estero.

Trovare nuovi segmenti di clientela è proprio una delle più importanti opportunità identificate dalle PMI italiane (23%) quale strada per uscire dalla crisi. Risultano in crescita anche le aziende che avvertono nell‘espansione verso mercati esteri (11%) un’occasione per sviluppare nuove strategie e ampliare la propria attività.

Anche se il dato è in calo rispetto al 2013, la riduzione di costi e spese (30%) si conferma in Italia come l’opportunità ritenuta migliore per affrontare la congiuntura economica, mentre aumentano le PMI italiane che ritengono strategica la possibilità di ottenere condizioni di credito interessanti (23%) per sviluppare il proprio business

Resta invariata invece la percentuale di imprese che considera il cambiamento normativo/legislativo una condizione favorevole per lo sviluppo (21%), mentre aumentano in Italia, come a livello globale, le piccole e medie imprese più orientate al pessimismo, al punto da non vedere alcuna opportunità di crescita (18% in Italia, 23% in Irlanda e UK,  28% in Brasile, per arrivare al  30% in Malesia).

A livello internazionale lo scenario è più diversificato. Ai primi posti come driver di crescita si confermano, anche se con un leggero calo percentuale rispetto ai dati 2013, l’identificazione di nuovi segmenti di clientela (dal 18% al 40%) e la riduzione dei costi e delle spese (dal 13% al 34%). Fanno eccezione solo Hong Kong e Taiwan (39% e 36% rispettivamente) che avvertono come prima opportunità anti-crisi la diversificazione della gamma di prodotti e servizi.

Altri confronti  interessanti a livello globale riguardano l’attesa di un cambiamento normativo. In alcuni Paesi come Austria (30%), Italia (21%) e Germania (19%) è considerato una delle migliori chance, mentre in Irlanda (10%), Messico (9%) e Svizzera (8%), è uno dei meno menzionati. Lo stesso vale per l’espansione verso i mercati esteri, percepita come opportunità interessante in Turchia (27%), Marocco (26%), Taiwan (23%) e Hong Kong (20%), ma non in Argentina (8%) e Brasile (6%).

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