Farmaceutico

Digital Healthcare, Fondazione Lilly punta a costruire un ecosistema allargato

Il settore farmaceutico si sta rapidamente evolvendo per cogliere i vantaggi del digitale. Ma le opportunità offerte dall’automazione dei processi potranno essere colte appieno solo mettendo l’innovazione al servizio di una filiera integrata. Serve un approccio cooperativo per l’identificazione di standard condivisi, per aprire una nuova era sanitaria per l’Italia

Pubblicato il 02 Feb 2022

Fondazione Lilly

L’emergenza pandemica ha costituito un difficile ma quanto mai utile banco di prova per il mondo del Pharma, alle prese da anni con una graduale trasformazione che solo negli ultimi 24 mesi ha conosciuto la sua prima vera accelerazione. La necessità di fare sistema – costruendo filiere integrate basate su processi sempre più dematerializzati – ha indotto molte imprese a ridisegnare le catene di fornitura e i meccanismi di distribuzione per andare incontro a una logistica che risultasse efficiente, sicura e allo stesso tempo sostenibile sul piano economico. Nell’era del Covid non si poteva fare altrimenti, e per fortuna la maggior parte delle imprese ha saputo reagire tempestivamente. Serve, però, fare un passo avanti e maggiore condivisione.

Digital Healthcare: l’evoluzione digitale del settore farmaceutico, verso uno scenario cooperativo

Il processo di efficientamento di ciascuna azienda innescato dalla digital transformation si innesta infatti su una spirale di innovazione che, soprattutto in una filiera integrata come quella del comparto farmaceutico, non può rallentare né tanto meno arrestarsi, considerato il ruolo chiave di questo mercato nella società. Le sfide che si profilano all’orizzonte riguardano l’ulteriore semplificazione e ottimizzazione delle procedure – con l’obiettivo di automatizzare tutte le operazioni che possono essere gestite in totale sicurezza dall’Intelligenza Artificiale – e lo sviluppo di sistemi di raccolta, elaborazione e condivisione dei dati che, pur rispettando la privacy degli utenti e offrendo la massima data protection possibile, non vadano a scapito dell’accessibilità e della qualità delle informazioni.

D’altra parte, i medicinali, insieme alle tecnologie mediche e ai servizi di Digital Healthcare sono sempre più al centro di approcci terapeutici che sfruttano l’Intelligenza Artificiale per migliorare le attività di prevenzione, diagnosi, trattamento e monitoraggio, oltre che per la somministrazione oculata di medicinali personalizzati. Con la possibilità di effettuare interventi sanitari ritagliati sulle specifiche esigenze di ciascun paziente, i farmaci non saranno più da considerarsi solo come un principio attivo, ma come una componente da integrare con le nuove tecnologie medicali che aiuteranno il personale sanitario a determinarne l’uso, la frequenza di assunzione e il dosaggio lungo ogni percorso terapeutico o preventivo.

Se le terapie digitali (DTX) funzionano sulla base di specifici algoritmi e prevedono un coinvolgimento attivo del paziente, gli strumenti di digital care (DC) sono invece vere e proprie piattaforme virtuali in grado di gestire condizioni patologiche a 360 gradi, supportando il lavoro degli operatori attraverso l’utilizzo di sensori e soluzioni analitiche che comunicano con il medico permettendogli di monitorare in tempo reale l’aderenza terapeutica delle cure erogate. Paesi come la Germania, la Francia, il Belgio e il Regno Unito hanno già adottato dei percorsi differenziati per questo genere di trattamenti, mentre in Italia DTX e DC sono ancora classificati come normali dispositivi medici.

Individuare nuovi modelli organizzativi per la presa in carico dei pazienti cronici e predisporre procedure innovative di valutazione significa garantire l’integrazione e la collaborazione tra le parti su più livelli (stabilimenti produttivi, mezzi di trasporto, infrastrutture di stoccaggio, strutture ricettive e clienti finali), facendo evolvere le aziende intorno a una supply chain che sarà inevitabilmente sempre più condizionata dal contesto internazionale. Questo vale sia sul piano normativo (basti pensare all’impatto del GDPR sul settore), sia su quello della cooperazione transfrontaliera: il 26 marzo 2021, per esempio, è entrato in vigore il progetto EU4Health, che inserendosi nell’Horizon Europe Strategic Plan 2021-2024, ha tra i propri obiettivi il miglioramento del lavoro svolto a cavallo dei sistemi sanitari degli stati membri.

Una catena più interconnessa implica però anche maggiore interdipendenza e nuovi scenari di rischio: ogni piccola (o grande) interruzione del processo a livello locale si ripercuote necessariamente sull’output di tutti gli attori. Ecco perché la reattività, insieme alla sicurezza e alla compliance normativa, costituirà una delle maggiori sfide della supply chain farmaceutica nei prossimi anni.

Un ecosistema per condividere tecnologie e modelli: il contributo della Fondazione Lilly

Ed è proprio su questo che sta lavorando la Fondazione Lilly. La missione della Fondazione, creata nel 2006, è sempre stata quella di contribuire ad aumentare la qualità della salute facilitando l’incontro tra domanda di salute e l’accesso alle nuove conoscenze nell’area delle scienze per la vita. Oggi questa visione si traduce in uno sforzo che punta a promuovere l’affermazione di un ambiente condiviso in cui regole, standard tecnologici e proposte per l’innovazione del settore sanitario costituiscano un terreno fertile per il miglioramento delle condizioni di tutti gli attori della filiera.

In particolare, la Fondazione ha avviato un percorso di eventi e attività legate al tema della Digital Health. «Fondazione Lilly ritiene che la definizione di un adeguato quadro organizzativo, normativo e regolatorio possa rendere possibile l’inizio di una nuova era sanitaria per l’Italia – spiega la presidente Huzur Devletsah -. Questo permetterà di trattare e gestire in modo soddisfacente alcune patologie specifiche, con un conseguente miglioramento della qualità di vita dei pazienti, un aumento dell’efficienza dei percorsi di cura, un contributo all’efficientamento della spesa e quindi un’opportunità per la sostenibilità e l’universalità del nostro sistema».

Nella prospettiva assunta dalla Fondazione, le DTX e i DC rappresentano un’opportunità straordinaria per rimodellare anche il futuro degli studi clinici, visto che permettono la raccolta di dati in tempo reale, su larga scala, e su piattaforme specificamente concepite per condividerli in modo sicuro.

Le iniziative di sensibilizzazione sul tema predisposte dalla Fondazione Lilly si inseriscono del resto in uno scenario in rapida trasformazione: grazie all’utilizzo delle API (Application Programming Interface) e all’adozione di piattaforme di intelligenza artificiale, il mondo farmaceutico si sta preparando ad adottare un approccio completamente nuovo alla gestione della comunicazione ai pazienti e alla classe medica, sia rispetto alle modalità, sia soprattutto in termini di qualità delle interazioni. I nuovi sistemi dovranno essere in grado di garantire la veicolazione di informazioni corrette e corroborate da dati scientifici, facendo leva su asset di nuova generazione, che saranno essenziali anche per creare infrastrutture digitali da condividere con tutti gli attori della filiera.

Una strategia di integrazione su cui sta convergendo gran parte del settore, che attraverso il Consorzio Dafne (la community no-profit che ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo, la promozione e la diffusione di soluzioni digitali a supporto della salute) e piattaforme come quelle proposte da Intesa (società del gruppo Kyndryl specializzata nella fornitura di tecnologie e servizi per l’innovazione di business) punta a condividere una serie di standard che soddisfino l’intera filiera nella transizione verso il mondo phygital.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4