Promuovere un cambiamento culturale che favorisca l’emergere di ambienti di lavoro inclusivi e rispettosi, in cui ogni individuo possa esprimere la propria identità e talento, e condannare ogni sorta di discriminazione, abusi e molestie nel settore della comunicazione.
È con questo obiettivo, in risposta alle pesanti rivelazioni che hanno scosso il settore nei mesi scorsi, che nasce United for Respect, un’iniziativa lanciata da quattro associazioni, ADCI (Art Directors Club Italia), UNA (Aziende della Comunicazione Unite), OBE (Osservatorio Branded Entertainment) e IAB (Interactive Advertising Bureau), che si impegna a sostenere un percorso strutturato di evoluzione mirato in particolare a colmare il gender gap.
In questo contesto, un ruolo centrale è ricoperto anche dai partner, tra cui Valore D e Methodos, quest’ultimo rappresentato dal suo CEO, Filippo Muzi Falconi. Entrambi hanno contribuito alla realizzazione di una survey online condotta in forma anonima tra il 18 e il 25 settembre e presentata dalle quattro associazioni durante l’evento IF! di Milano, per comprendere la percezione del settore della comunicazione su temi quali inclusività e parità di genere.
Come ha infatti dichiarato Muzi Falconi: «Spesso lavoriamo con aziende che tamponano le situazioni senza attuare reali cambiamenti, e questo succede perché manca la governance. Per questo generare cambiamenti culturali richiede tempo. È necessario focalizzarsi sulle fondamenta. Come Methodos, il nostro apporto al progetto sta nel suggerire e far adottare un corretto approccio metodologico al cambiamento necessario, per non perdere l’opportunità di una strada che aiuti le aziende – e ciò vale anche per quelle che non appartengono al settore comunicazione – ad andare oltre l’impatto emotivo e passare quindi dalla reazione alla costruzione».
Who's Who
Filippo Muzi Falconi
Un passo avanti verso una cultura più inclusiva
Formato nel luglio 2023, il tavolo inter-associativo ha avviato United for Respect come primo passo di un percorso di cambiamento culturale che, senza dubbio, richiederà tempo e impegno e collaborazione, in particolar modo da parte dei vertici aziendali. In questa fase di co-creazione sarà, infatti, essenziale coinvolgere gli stakeholder, ascoltarli e attivarli.
«Negli anni abbiamo imparato che in questi percorsi nelle organizzazioni è cruciale l’impegno di tutti, del management e dei CEO in particolare. I temi sociali non possono restare fuori dal micro o macrocosmo lavorativo, che spesso tende a concentrarsi troppo su sé stesso, perdendo la percezione di ciò che accade fuori – ha aggiunto Falconi -. C’è un forte bisogno di voltare pagina e scrivere una nuova storia, focalizzata sui talenti, senza discriminazioni e con una cultura davvero orientata all’ascolto e alla valorizzazione di ognuno».
Dai risultati della survey appare chiaro che, nonostante un interesse personale dichiarato elevato (8.1/10), il settore presenta un livello di attenzione al tema percepito inferiore (5.3/10), sottolineando una mancanza di coinvolgimento e di azioni concrete per un reale cambiamento culturale. Inoltre, la ricerca evidenzia la presenza di un predominio di management maschile, uno scarso equilibrio tra vita lavorativa e privata e una lenta progressione di carriera per le donne.
Il progetto United for Respect continuerà ad avanzare attraverso lo studio e la condivisione di strumenti utili alle comunità del settore della comunicazione. Questi strumenti includeranno una carta di principi condivisi, campagne di comunicazione interna, scambio di informazioni e supporto alle comunità.