interviste

«Funzione Finance, il Cloud è il modo migliore per mantenersi allineati con il business»

Il CFO è diventato un business partner degli altri responsabili di funzione, e un supporto al CEO per decisioni strategiche che riguardano tutta l’azienda. Un’evoluzione legata anche al digitale, e in particolare alle soluzioni software-as-a-service per il Finance, che ormai in Italia hanno superato nelle richieste delle aziende le soluzioni tradizionali, spiega Oracle

Pubblicato il 11 Apr 2016

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In uno scenario in cui c’è sempre più necessità per l’organizzazione aziendale di mantenersi allineata con esigenze di business in continuo cambiamento, il ruolo del CFO è cambiato negli ultimi anni in modo radicale. «Il Chief Financial Officer si è trasformato in un business partner delle varie realtà operative nell’organizzazione, e in un supporto al CEO per una serie di decisioni strategiche che riguardano tutte le aree dell’azienda – vendite, marketing, operations, eccetera – e per la loro concretizzazione in termini di impatti sulla consistenza economico-finanziaria dell’azienda».

Così Gianfranco Caimi, Direttore ERP di Oracle Italia, sintetizza l’evoluzione della figura del CFO e dell’area Finance nell’era della trasformazione digitale. Evoluzione che si ripercuote anche sulle competenze che nell’area Finance devono supportare il CFO, e d’altra parte è legata in modo strettissimo e biunivoco con le tecnologie digitali. E in particolare con le soluzioni Cloud in software-as-a-service per il Finance, che ormai si stanno affermando anche in Italia e che nel caso di Oracle, come spiega Caimi, «hanno superato, in termini di RFP (request for proposal) da parte dei clienti, le soluzioni tradizionali on premise».

Gianfranco Caimi, Direttore ERP di Oracle Italia

Il CFO quindi ora è chiamato ad avere una visione strategica, ad ampio spettro, oltre che sui numeri, anche su tutto il business nell’azienda. E per questo ha bisogno nel suo team non solo di “professionisti dei numeri”, ma anche di esperti di gestione e analisi di dati, quindi “data scientist” e specialisti in grado di interpretare ciò che la tecnologia può mettere a disposizione, precisa Alessandro Alliney, direttore area EPM di Oracle Italia.

Fino a poco tempo fa le figure della funzione Finance erano concentrate solo sulla rilevazione contabile e sui temi classici del mondo amministrazione-controllo come la consuntivazione, ma il quadro è cambiato, sottolinea Alliney. «Intendiamoci, nel Finance ci sarà sempre chi fa conti, fatture e chiusure contabili, ma ora occorrono anche persone capaci di capire dall’analisi dei dati le più probabili evoluzioni future di una serie di variabili interne ed esterne all’azienda».

Una caratteristica dell’evoluzione del CFO è il maggior coinvolgimento nelle decisioni strategiche sull’IT che riguardano la sua area. «Questo vale anche per altri business leader in azienda per le rispettive funzioni, ed è un trend favorito dalla diffusione delle soluzioni Cloud – osserva Caimi -. Prima in un progetto che interessava i sistemi informativi e il Finance, il CFO si limitava a dare requisiti e a concordare indirizzi tecnico-architetturali e applicativi di cui poi si occupava qualcun altro: oggi è molto più presente nelle analisi e nelle scelte».

A proposito di Cloud il Finance è un’area fortemente impattata: «In circa due anni di disponibilità di servizi Oracle Cloud in ambito Finance abbiamo superato i 1600 clienti a livello globale, numero oltretutto in crescita di giorno per giorno, e in Italia come ho accennato ormai riceviamo più richieste Cloud che di tipo tradizionale», spiega Caimi.

Le motivazioni sono tante, perché dal punto di vista del CFO di oggi il Cloud porta valore in molti modi.

Alessandro Alliney, direttore area EPM di Oracle Italia

Prima di tutto il tempo di adozione di queste soluzioni è molto ridotto, nel reparto Finance o in generale nell’organizzazione: sono subito utilizzabili, e spesso con perimetro molto ampio rispetto alle soluzioni tradizionali, sottolinea Alliney. «Poi, una volta in produzione, emerge l’immediatezza dell’interfaccia, simile alle app per smartphone, e la disponibilità di funzioni di solito non comprese nelle soluzioni per il Finance, per esempio social, analytics, ambienti collaborativi evoluti, e workflow configurabili per digitalizzare e tracciare tutte le attività».

Inoltre, aggiunge Caimi, grazie alle soluzioni Cloud gran parte della complessità tecnologica diventa “trasparente” per l’azienda utente, che può concentrarsi così sull’introduzione di prodotti o servizi completamente nuovi, o modalità radicalmente innovative di fornirli. «Un esempio è Lending Club nel mondo del servizi finanziari, che può concedere un prestito anche di 50mila dollari a un privato entro due ore, perché ha digitalizzato i suoi processi integrando flussi di workflow, modelli di rating e tool di analisi dei dati raggiungendo velocità d’azione prima impensabili per un operatore finanziario».

In generale il Cloud è uno dei modi più immediati di digitalizzare processi interni e interazioni con i clienti, con una disponibilità di dati senza precedenti. «Si possono ottenere informazioni prima difficilissime da sintetizzare, per esempio quali sono i colli di bottiglia di un processo interno, cosa vogliono i clienti, quanto sono soddisfatti, e persino misurare gli asset “intangibili”, esigenza oggi estremamente sentita, come ha dimostrato una recente indagine commissionata al CIMA (Chartered Institute of Management Accountants) da Oracle – spiega Alliney -. È sempre stato molto faticoso capire quale valore attribuire al brand o al customer sentiment, ma oggi con il Cloud si possono raccogliere enormi volumi di dati da fonti anche non strutturate, come i social network o i sensori dell’internet of things, e processarli correlandoli in modo preciso a vendite, costi, margini e profitti».

Ma il beneficio più importante, conclude Caimi, e che è a fronte della necessità di continuo allineamento alle esigenze di business di cui si diceva in apertura, il Cloud permette un’accelerazione del “time to deliver”, il tempo tra l’ideazione di un progetto e la sua operatività.

«Quel che è davvero nuovo rispetto a una soluzione on premise è che il Cloud introduce livelli di semplificazione complessivi che permettono di mantenere costante la flessibilità al cambiamento: prima ci si poteva permettere di essere veloci nella fase d’adozione, e poi fermi per anni prima del primo upgrade, invece ora l’adeguamento al business che cambia deve essere continuo».

Immagine fornita da Shutterstock

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