SCENARI

World Economic Forum: la disinformazione in cima ai rischi globali del prossimo biennio

Il report annuale del WEF raccoglie il punto di vista di un’ampia platea di esperti sulle minacce che nel breve e lungo periodo gravano sull’orizzonte mondiale. Ai consueti timori ambientali si aggiungono le fake news e i pericoli dell’Intelligenza Artificiale

Pubblicato il 08 Feb 2024

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Il Rapporto 2024 sui Rischi Globali, realizzato dal World Economic Forum, dipinge un quadro complesso del panorama mondiale, segnato da sfide emergenti in continua evoluzione.

Attraverso un sondaggio che ha coinvolto quasi 1.500 esperti provenienti da diversi settori, il rapporto offre una visione dettagliata delle minacce che incombono sull’orizzonte economico, ambientale, tecnologico e geopolitico nei prossimi 2 anni e nel prossimo decennio. A integrazione del loro punto di vista, lo studio si avvale anche di una survey condotta su oltre 11.000 leader aziendali provenienti da 113 nazioni. Se lo si confronta con quello dell’anno scorso, saltano all’occhio “new entry” come la falsa informazione (misinformation) e la disinformazione (disinformation), che si collocano in cima alla classifica dei rischi nel biennio.

Il motivo di tanto allarme, che va a scalzare i timori che nel 2023 erano focalizzati soprattutto sul costo della vita e sui disastri naturali, deriva dall’effetto che una informazione distorta può creare in termini di divisioni sociali e politiche. Per di più, con miliardi di persone in procinto di votare, compresi i cittadini europei che saranno chiamati alle urne tra il 6 e il 9 giugno, la legittimità dei governi eletti potrebbe essere minata da un mix letale di ignoranza e propaganda.

Gli elementi sistemici nell’analisi dei rischi globali del WEF

Saadia Zahidi, Managing Director del World Economic Forum, sottolinea nell’introduzione al rapporto che i «rischi transnazionali diventeranno più difficili da gestire man mano che la cooperazione globale si erode», aggiungendo tuttavia che il futuro non è stato fissato. «Una molteplicità di diversi futuri è concepibile nel prossimo decennio. Sebbene ciò generi incertezza nel breve termine, offre anche spazio per la speranza. Insieme ai rischi globali e ai cambiamenti epocali in corso si trovano opportunità uniche per ricostruire fiducia, ottimismo e resilienza nelle nostre istituzioni e società». Ciò non toglie che la prospettiva nel breve e lungo termine sia prevalentemente negativa.

Intervistati nel settembre 2023, la maggior parte dei rispondenti (54%) prevede una certa instabilità e un moderato rischio di catastrofi globali, mentre un altro 30% si aspetta condizioni ancora più turbolente. Gli elementi sistemici che in particolare domineranno gli scenari del decennio sono 4:

  • Cambiamento climatico, con le traiettorie relative al riscaldamento globale e alle conseguenze correlate sui sistemi terrestri;
  • Biforcazione demografica, che corrisponde alla trasformazione nella dimensione, crescita e struttura delle popolazioni in tutto il mondo;
  • Accelerazione tecnologica, dettata dai percorsi di sviluppo delle tecnologie di frontiera;
  • Spostamenti geostrategici, frutto dell’evoluzione nella concentrazione e nelle fonti di potere geopolitico.
La classifica WEF dei primi 10 rischi globali visti nel prossimo biennio e da qui a un decennio

L’ambiente è sempre una priorità, ma non per tutti

I rischi ambientali continuano a occupare il panorama dei rischi in entrambi gli intervalli temporali. Gli eventi climatici estremi sono considerati il secondo rischio più grave nel biennio e si piazzano al primo posto nel decennio. Se si vanno, però, ad analizzare altri argomenti simili, come la perdita di biodiversità e il crollo degli ecosistemi i rispondenti più giovani tendono a classificare questi rischi molto più in alto nel biennio rispetto alle persone di età matura. Inoltre, il settore privato percepisce questa tipologia di rischio come una preoccupazione a lungo termine, in contrasto con gli esponenti della società civile o delle istituzioni che danno priorità all’ambiente nel breve periodo.

Questa discrepanza genera tra i principali decisori un disallineamento nella risposta, tanto che il rapporto parla esplicitamente di “punto di non ritorno”. Sulla scorta di diverse ricerche scientifiche, infatti, superata una soglia di riscaldamento globale pari a 1,5° C, non sarebbe più possibile tornare indietro. Al momento, sono almeno 4 i sistemi considerati probabili al raggiungimento di 1,5°C: la moria dei coralli in latitudini basse, il collasso delle calotte glaciali della Groenlandia e quello dell’Antartide Occidentale, lo scongelamento improvviso del permafrost. Sebbene questi cambiamenti avvengano in modo relativamente silenzioso, con effetti che si accumulano nel lungo periodo, gli impatti hanno carattere sistemico. E sono all’origine di conseguenze deleterie sulla sicurezza alimentare, idrica e sanitaria.

Chi ha paura dell’Intelligenza Artificiale?

C’è un’altra minaccia che è entrata nella top ten del decennio e di cui non c’era traccia nel report sui rischi globali 2023 del Word Economic Forum. È quella associata alla proliferazione incontrollata di tecnologie di Intelligenza Artificiale sempre più potenti. Tecnologie in grado di ridefinire radicalmente economie e società sia in positivo sia in negativo. Accanto ai benefici dal punto di vista della produttività in svariati campi, l’AI porta infatti con sé rischi sociali da non sottovalutare. Basti pensare che i modelli di AI Generativa potranno prendere il controllo crescente sul mondo fisico. Oppure, senza andare così lontano, la disinformazione e la mistificazione trovano già oggi nelle applicazioni di Generative AI una leva con cui potenziare velocemente la loro capacità di penetrazione. Senza contare l’impiego a supporto dei cyber attack e il timore diffuso che accompagna l’automazione con la perdita di lavoro umano.

Finora, il principio di precauzione – ricorda il rapporto – è stato ampiamente superato da quello di innovazione. Tant’è che la regolamentazione europee in materia, il cosiddetto AI Act approvato dal Consiglio Ue e in attesa del voto del Parlamento europeo, arriva dopo che l’Intelligenza Artificiale ha subito un’accelerazione vorticosa. La sua velocità di avanzamento e l’importanza strategica che assumerà per molti settori non devono far dimenticare i pericoli insiti di un mancato controllo. Ecco perché se nel biennio gli esiti negativi delle tecnologie AI sono in fondo alle preoccupazioni registrate dal Word Economic Forum, cioè al 29° posto su 34, nel decennio salgono fino al 6°. Un gradino sotto la falsa informazione e la disinformazione che, a loro volta, vengono dietro i rischi ambientali e climatici che sostanzialmente coincidono con gli stessi individuati nel report WEF del 2023.

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