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Video e meeting virtuali, ecco perché la qualità del monitor conta

La collaborazione a distanza è ormai un paradigma di lavoro diffuso, che ha cambiato i processi in molte realtà, accelerando le decisioni, riducendo costi e migliorando la qualità degli incontri di business. Occorrono però anche le corrette attrezzature e la qualità del video gioca un ruolo cruciale: lo spiega Enrico Sgarabottolo, direttore vendite per la regione Tigi (Italia, Turchia, Grecia, Israele) di NEC Display Solutions

Pubblicato il 03 Feb 2020

Giorgio Fusari

meeting virtuali

Comunicare e collaborare tramite video, dati, voce, attraverso lo smartphone o il PC portatile, è una modalità di lavoro sempre più diffusa per i ‘knowledge workers’ dell’era digitale, a tal punto che i meeting diventano virtuali. Ormai si passa poco tempo seduti alla scrivania, o nella stessa sala riunioni: i team sono sempre più disseminati in luoghi anche geograficamente distanti. Il vantaggio chiave dei meeting virtuali, per i team aziendali che collaborano in modalità remota, è poter incrementare la produttività e l’efficienza delle attività, condividendo dati e sviluppando idee all’interno dello stesso processo di lavoro.

La crescita nel consumo di internet in mobilità è il fattore chiave che sta guidando il mercato globale delle soluzioni di comunicazione unificata e collaborazione (UCC), secondo MarketWatch. Il sito web di informazioni finanziarie valuta il comparto globale UCC pari a 31,82 miliardi di dollari nel 2018 e ne prevede l’espansione con un tasso medio (CAGR) dell’8,2% entro il 2025, che lo porterà a raggiungere un valore pari a 55,24 miliardi di dollari. I sistemi di comunicazione unificata e collaborazione possono includere vari componenti, tra cui email, voicemail, calendari, strumenti di pianificazione, videoconferenza, messaggistica istantanea, condivisione del desktop e servizi VoIP (Voice over IP). Le soluzioni UCC includono messaggistica, voce, e video.

Valore di video e dati nella UCC: i vantaggi dei meeting virtuali

Le audioconferenze in azienda continuano a essere utilizzate perché permettono con facilità ai partecipanti dell’incontro virtuale di parlare fra loro: va però detto che talvolta rumori di fondo o cattiva qualità della connessione fanno perdere la concentrazione sulla conversazione, e la mancanza di supporto visivo non aiuta certo a ristabilire il controllo e a ottimizzare la comprensibilità di ciò di cui si sta discutendo. Il video e il linguaggio del corpo aiutano a rimanere concentrati sugli obiettivi del meeting virtuale, e a ridurre gli errori e le incomprensioni, anche quando i partecipanti si trovano dislocati fisicamente in differenti parti del globo. Ecco perchè la possibilità di comunicare anche attraverso video e dati permette di migliorare la qualità, e la produttività, della conversazione e della comunicazione rispetto al solo audio.

Oggi, fra l’altro, i moderni monitor professionali touchscreen di grande formato sono progettati per visualizzare immagini e video di elevata qualità, e anche per trasformarsi in spaziose lavagne digitali interattive, su cui i participanti del meeting possono collaborare attivamente, condividendo dati, presentazioni, grafici, schemi, disegni, idee, progetti.

Collaborazione a distanza e qualità delle immagini

Nella realizzazione di meeting virtuali, soprattutto quando si adottano tecnologie evolute di telepresenza, in grado di visualizzare le immagini video dei partecipanti con grande fedeltà, la qualità del monitor gioca un ruolo fondamentale.

«In questo tipo di applicazioni, la stabilità dell’immagine e la qualità superiore nella visualizzazione di foto, video o dati che un monitor da tavolo professionale può fornire sono differenze subito percepite dall’utente – spiega Enrico Sgarabottolo, direttore vendite per la regione Tigi (Italia, Turchia, Grecia, Israele) di NEC Display Solutions -. La leggibilità e la nitidezza dei contenuti, ma anche il livello di comfort e la facoltà di non affaticare gli occhi e la vista, sono requisiti ottenibili solo adottando monitor di fascia alta, ad esempio in grado di contenere al massimo fenomeni come il ‘flickering’, ossia lo sfarfallìo delle immagini, o l’emissione di luce blu».

Ecco perché “Flicker free” e “low blue light” sono parole cruciali nella scelta di un monitor da tavolo, che deve avere anche alta luminosità ed essere capace di visualizzare, nel tempo e in diverse condizioni ambientali, immagini fedeli nella rappresentazione dei colori. Un altro fattore importante per garantire un’elevata leggibilità dei contenuti sul monitor è il grado di riflessione, ovvero l’Haze level, che indica la capacità del monitor di neutralizzare e ‘opacizzare’ i riflessi. NEC, in particolare, è in grado di offrire una corrispondenza cromatica superiore rispetto a quella mediamente fornita da altri prodotti sul mercato grazie a un sofisticato sistema di gestione e dispersione del calore emesso dal sistema di retroilluminazione del pannello.

Versatilità di configurazione

Un altro punto chiave da valutare è la versatilità del dispositivo, soprattutto nel quadro degli attuali meeting virtuali evoluti, dove i monitor si trasformano in lavagne digitali collaborative multimediali, su cui si passa, istantaneamente, dalla gestione di una videochiamata, alla condivisione interattiva di file, presentazioni, bozzetti, appunti. Ma cosa s’intende esattamente per versatilità? «Significa poter adattare il monitor all’applicazione, e ai software di collaborazione scelti dall’azienda, ma anche personalizzarlo in rapporto a necessità future», risponde Sgarabottolo. «I monitor professionali NEC dispongono di una serie di moduli di espansione hardware, caratterizzati da form factor standard e basati sulla specifica OPS, ossia la ‘open pluggable specification’. Tali moduli possiedono differenti dotazioni in termini di potenza di elaborazione, capacità grafica, architetture di processore, sistemi operativi (Windows 10 Pro, Android); ed essendo intercambiabili, tramite semplice inserimento in un apposito slot posto sul retro del monitor, permettono di personalizzarlo per l’uso con specifici software o applicazioni di collaborazione», conclude il manager.

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