La dematerializzazione del rapporto con clienti e fornitori
porta alle imprese benefici estremamente significativi, che
rendono molto interessanti i progetti di adozione di
Conservazione Sostitutiva, Fatturazione Elettronica e
Integrazione del Ciclo dell’Ordine. Anche la Pubblica
Amministrazione può trarre importanti benefici
dall’adozione di queste soluzioni, e gli Enti pubblici
italiani si stanno interessando a questo tema, favoriti anche
dalle indicazioni normative che imporranno alla PA, in un
futuro prossimo, il ricorso alla Fatturazione Elettronica nel
rapporto con i fornitori.
Molti Enti pubblici, tuttavia, già da tempo hanno iniziato ad
affrontare i temi della dematerializzazione e della
digitalizzazione a partire da un processo che precede
l’attivazione del vero e proprio “ciclo
dell’ordine”: attraverso gli strumenti di
eProcurement, ovvero gli strumenti telematici a supporto degli
acquisti (Gare e Aste elettroniche, Mercati
elettronici, Cataloghi online, Negozi online a supporto delle
Convenzioni), numerosi buyer della PA hanno imparato,
nel tempo, a negoziare e a relazionarsi con i propri fornitori
attraverso piattaforme digitali, che consentono di migliorare
notevolmente le prestazioni del processo di acquisto. Questo
tema viene approfondito nell’ultimo Rapporto pubblicato
dall’Osservatorio eProcurement nella Pubblica
Amministrazione (“eProcurement: una concreta via verso
innovazione, efficienza e trasparenza per la PA
italiana”, disponibile su www.osservatori.net).
I vantaggi legati all’adozione di soluzioni tecnologiche
a supporto del processo di acquisto sono assolutamente
evidenti: Gare e Aste elettroniche, per esempio, consentono la
riduzione del prezzo di acquisto e,
soprattutto, il miglioramento della qualità e
delle prestazioni del processo di acquisto
(snellimento delle procedure e riduzione degli sprechi di tempo
e di risorse), elementi importanti, tangibili e concreti, cui
si sommano un significativo aumento della trasparenza nei
confronti dei fornitori, una più decisa spinta verso una forte
concorrenza e una maggiore apertura al mercato. È tuttavia
importante sottolineare come essi rappresentino solo una
piccola parte di ciò che la Pubblica Amministrazione potrebbe
ottenere adottando in maniera massiccia e ancora più estesa le
tecnologie informatiche a supporto delle proprie relazioni con
i fornitori.
Alcuni Enti della PA italiana, sulla spinta del
Legislatore e per l’esigenza di ottimizzare le
proprie capacità di controllo della spesa pubblica, stanno
già iniziando a prendere in considerazione gli strumenti di
supporto all’intero “ciclo
dell’ordine”. In alcuni casi,
l’eProcurement è proprio il punto di
partenza dal quale evolve in seguito il progetto più
ampio. Se, dunque, la strada sembra ormai definita, può essere
importante avere ben chiaro che cosa è lecito attendersi al
termine del percorso: quale beneficio potrebbe ottenere la PA
italiana da un utilizzo diffuso e pervasivo di soluzioni
“Procure-to-Pay?
Sommando le diverse componenti di beneficio ottenibili da
un’adozione completa delle soluzioni di
“Procure-to-Pay” (dall’eProcurement
all’integrazione del ciclo ordine-pagamento) è
possibile stimare, per la PA italiana, un risparmio complessivo
annuo di circa 5 Miliardi di euro. Un valore che, per
quanto rilevante, è stato stimato adottando un approccio
estremamente prudente e può quindi ragionevolmente
rappresentare un “limite inferiore” dei benefici
realmente ottenibili. Inoltre, poiché il
“Procure-to-Pay” coinvolge oltre alla PA anche i
suoi fornitori, è plausibile che un’importante ricaduta
di benefici sia riscontrabile anche presso le imprese
fornitrici, a vantaggio dell’intero Sistema Paese.