Best Practice

Retail e supply chain, i CEO del settore impreparati a cogliere le opportunità

La gestione della catena logistica sembra essere il fattore chiave dell’evoluzione sempre più multi-channel del comparto, ma poche aziende riescono ad adeguare le loro strategie. A sottolinearlo è una ricerca tra 409 amministratori delegati di otto Paesi, condotta da PwC

Pubblicato il 15 Lug 2014

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La supply chain sembra essere il fattore chiave dell’evoluzione sempre più multi-channel del retail, ma poche aziende del settore riescono ad adeguare le loro strategie a questa nuova realtà. A sottolinearlo è una ricerca tra 409 amministratori delegati di otto Paesi, condotta da PwC per conto di JDA Software, intitolata “CEO Viewpoint: The strategic Role of Supply Chain in an All-Channel World”. Dalle interviste emerge che la metà dei CEO del settore retail riconosce che la supply chain può essere un differenziatore strategico, tuttavia soltanto il 15% considera la propria strategia nel campo come “sufficientemente flessibile per affrontare le sfide di mercato” e la maggioranza (83 per cento) pensa che la propria supply chain al momento sia in una situazione “non ottimale” per cogliere le nuove opportunità.

Le aziende devono prendere atto che consumatori sempre più propensi a utilizzare le tecnologie digitali e a fare shopping attraverso diversi canali hanno modificato le regole del retail, e trasformato la supply chain in un tema cruciale della mission aziendale. «L’avvento della modalità omni-channel è una delle trasformazioni più significative avvenute nel mondo retail negli ultimi anni – sottolinea Baljit Dail, chairman of the board e CEO ad interim di JDA Software, commentando l’indagine -. I retailer che non comprendono la necessità di allineamento strategico della loro supply chain alle aspettative dei clienti corrono il rischio di perdere competitività. Non si tratta di apportare qualche leggera modifica, ma di attuare un cambiamento radicale. È incoraggiante constatare che vi sono CEO lungimiranti capaci di comprendere che è richiesta una drastica modifica agli attuali modelli operativi per ottenere efficacia operativa e crescita del fatturato e dei margini».

Gli amministratori delegati che si sono concentrati sull’ottimizzazione della supply chain, dice la ricerca, hanno ottenuto la riduzione dei costi del 15 per cento, hanno dimezzato il volume delle scorte e hanno sviluppato cicli cash-to-cash tre volte più brevi. La gran parte dei CEO sembra, però, concentrarsi su approcci strategici più tradizionali, quali l’ingresso in nuovi mercati, l’apertura di più punti vendita, la ricerca di fusioni e acquisizioni, e non riesce a intravvedere nel miglioramento della capacità distributiva e della supply chain un fattore chiave per la crescita economica. «I clienti desiderano fare acquisti in modo omogeneo tra più canali virtuali e tradizionali, pertanto la supply chain è passata dal back office allo store front – sottolinea Bruce Rogers, chief insights officer di Forbes Media -. La nostra ricerca evidenzia le opportunità e le sfide che devono affrontare i CEO nell’attuale mondo retail per acquisire padronanza dei processi di supply chain. Per farlo nel modo giusto, i CEO stanno modificando gli investimenti e le priorità commerciali, oltre ad applicare innovazioni per promuovere una supply chain più strategica, allineata alla crescita dell’azienda».

La sfida principale nel settore retail è, quindi, l’adeguamento alle regole dello shopping multicanale, ma soltanto il 22 per cento degli intervistati crede che l’omni-channel abbia un impatto diretto sulla propria organizzazione. Sono altri, invece, i rischi per i prossimi tre anni sui quali i manager preferiscono concentrare le loro energie: aumento delle minacce competitive (41 per cento delle risposte), riduzione dei margini e dei costi (39 per cento), capacità di attirare e fidelizzare clienti (24 per cento).

«Sembra esserci una chiara mancanza di collegamento tra le azioni richieste per effettuare la trasformazione nell’attuale ambiente retail – sottolinea Dail – e ciò che al momento stanno facendo molte aziende. Oggi la capacità di reazione è un fattore economico, la velocizzazione del time to market e della reattività tramite una supply chain agile e connessa deve essere strettamente allineata alle priorità di crescita per competere con successo e difendere i margini di profitto».

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