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Posti di lavoro in aumento solo per le professioni innovative

Internet, ospedali & healthcare, health wellness & fitness, oil & energy, It ed energie rinnovabili da una parte. Retail, costruzioni,…

Pubblicato il 23 Apr 2012

Internet, ospedali & healthcare, health wellness & fitness, oil & energy, It ed energie rinnovabili da una parte. Retail, costruzioni, telecomunicazioni, banche e automotive dall’altra. È la fotografia dell’occupazione americana negli ultimi cinque anni secondo i dati contenuti nell’Economic report of the president che Barack Obama ha trasmesso al congresso a febbraio.

Nel tomo di oltre quattrocento pagine viene fotografata la situazione economica di un Paese che si muove verso i servizi e le professioni innovative. Linkedin ha estrapolato i dati sull’occupazione per rivelare che in percentuale la crescita ha premiato soprattutto l’industria delle energie rinnovabili, in aumento del 49,2%, Internet del 24,6%, l’online publishing del 24,3% e l’e-learning del 15,9%. Dall’altra parte del grafico, preceduti dal segno negativo, ci sono i quotidiani (-28,4%), seguiti dal retail che cala del 15,5%, i materiali da costruzioni che scendono del 14,2% e l’automotive sotto del 12,8%. Management consulting, medical device, computer games hanno linee di crescita che puntano con decisione verso l’alto.

Molto positiva è la situazione anche per venture capital, think tanks, commercio internazionale e il settore della filatropia. Il real estate invece è crollato anche se si notano alcuni segni di ripresa, i supermarket sono in caduta libera e anche per i ristoranti il futuro appare molto difficile. Lo tsunami partito con i subprime ha colpito duro e spostato occupazione; combinato con altri elementi sta mettendo a dura prova settori come quello dell’editoria.

Le professioni del futuro

Ma quali sono effettivamente alcuni dei risultati della digital transformation? Sicuramente uno di questi è la creazioni di nuove professioni del futuro. I lavori del futuro possono appunto essere frutto dei risultati di questa trasformazione digitale. Smart city e case intelligenti, professori on line, sanità in remoto, coltivatori urbani, designer per realtà virtuale e stampa 3d, sono solo alcune delle professioni del futuro che in un futuro anche prossimo potrebbero diventare realtà per molti di noi, in un mondo dove la tecnologia soppianta alcuni dei tradizionali lavori di oggi. La trasformazione digitale del business (qualsiasi tipo di business) porta a una situazione paradossale: a fronte di un mercato del lavoro in crisi, le aziende sono alla ricerca di nuove figure chiave strategiche. Il problema è l’orizzonte professionale necessario, caratterizzato non solo da una crossmedialità e una multidisciplinarietà ma anche da soft skill difficili da reperire sul mercato in maniera strutturata e definita.

I lavori del futuro in Italia

Qualche indicazione la forniscono i dati del Cnel (Consiglio nazionale economia e lavoro) relativi al periodo 2007-2010. Attività svolte da famiglie e convivenze, altri servizi pubblici, sanità, assicurazioni e fondi pensione, sono gli unici settori che guadagnano occupazione. Il resto è un lungo elenco che copre tutti i settori industriali e dei servizi con in primo piano il tessile, l’abbigliamento, i mobili, le concerie e anche la gioielleria. Il tessile in particolare arriva al 15% in meno di occupati nei tre anni.

Ogni anno si creano nuove proessioni, nuovi posti di lavoro e nuovi approcci. Le nuove professioni (soprattutto nel digitale) aprono la strada ai lavori del futuro. in un mondo in cui il tempo del cambiamento è sembre più breve, dove gli aggiornamenti succedono quotidianamente e continuativamente, il mercato del lavoro è sempre alla ricerca di nuove figure professionali.

Per l’informatica viene stimata una leggera crescita, ma è il caso di ricordare quanto afferma l’Osservatorio Assintel sui profili professionali che stima un forte aumento della precarietà nel settore con un quarto dei lavoratori che sono partite Iva.

Secondo l’associazione delle imprese informatiche che aderisce a Confesercenti l’occupazione nel primo semestre dello scorso anno ha rallentato la caduta ma presentava ancora un saldo negativo dello 0,2%. Ma forse qualcosa si sta muovendo. L’indagine congiuturale di Assinform condotta fra gli impreditori del settore, dice che per quanto riguarda l’occupazione i pessimisti aumentano dello 0,5%, chi ritiene la situazione stabile passa dal 60 al 48%, mentre gli ottimisti guadagnano terreno passando dal 26 al 37%. Un piccolo segno di speranza.

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