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Le priorità dei CIO italiani nel 2012

Una Survey della School of Management del Politecnico di Milano, che ha coinvolto un panel rilevante di imprese italiane, identifica l’agenda dei Chief Information Officer per quest’anno. Nel complesso, i budget sono allineati a quelli del biennio precedente: in leggera crescita Utility, Banche e Assicurazioni, in calo l’Industria e i Servizi

Pubblicato il 03 Feb 2012

L’Osservatorio
Gestione Strategica dell’ICT, nell’ambito della
Management Academy for ICT Executives, ha realizzato una Ricerca
estensiva attraverso una Survey rivolta ad un panel rilevante di
Direttori di Sistemi Informativi con l’obiettivo di
identificare l’agenda dei CIO per il 2012
.
Alla Survey
hanno risposto 173 imprese ben ripartite in termini settoriali e
di cui circa il 30% rappresentativo di imprese di medie
dimensioni ed il restante di quelle di grandi dimensioni. Le
risposte ottenute confermano quanto emerso dal confronto con i
Top CIO che hanno collaborato alla Management Academy per tutto
il 2011 e ne allargano la prospettiva fornendo visioni specifiche
legate ai diversi settori e classi dimensionali. I rispondenti si
sono così distribuiti nelle diverse classi a disposizione: il
37% si è posizionato nel range di budget ICT superiore ai 10
milioni di euro (di cui il 17% sopra i 50 milioni) mentre il 39%
appartiene alle classi di
budget inferiori ai cinque
milioni di euro (il 24% tra uno e cinque milioni di euro e il 15%
inferiore al milione). Il rimanente 14% dei rispondenti rientra
nella classe compresa tra cinque e dieci milioni di euro. Le
aziende rispondenti sono state classificate in quattro macro
settori: Banche e Assicurazioni, Servizi/ Media/Telco, Industria
e Utility.
La
prima domanda posta è relativa al budget ICT a disposizione ed
al suo trend
. I dati in possesso, elaborati nelle
ultimissime settimane del 2011, quindi con stime di budget 2012
attendibili e che incorporano l’evoluzione della situazione
economica dell’ultimo periodo del 2011, parlano di un 2012
in cui il mercato non cresce attestandosi ai livelli, certo non
esaltanti, degli ultimi due anni. In termini di settori
cresceranno, sebbene a tassi non elevati,
le Utility e le Banche e Assicurazioni. Mentre
resteranno in terreno leggermente negativo l’Industria e i
Servizi.
In termini
dimensionali prevale il segno positivo nella media impresa, in
cui si trova anche un confortante 17% di imprese che prevede di
aumentare il budget ICT a un tasso superiore al 10%, mentre la
grande impresa mantiene una spesa stabile o in leggera
contrazione.
A seconda di
quelle che erano le aspettative, questo dato può essere visto
come un bicchiere mezzo pieno, poiché non si intravede un
tracollo degli investimenti, o mezzo vuoto, poiché non si
prospetta un recupero degli investimenti lasciati indietro
nell’ultimo biennio.
La
seconda domanda posta investiga le aree di investimento per il
2012
. Innanzitutto la Business Intelligence e Analytics,
che vengono considerati da quasi un CIO su due una delle
priorità di investimento per il 2012. Vengono poi lo sviluppo e
il rinnovamento del Data Center, il Cloud Computing, la
Digitalizzazione e dematerializzazione dei documenti, i nuovi
device mobili, la Unified Communication and Collaboration, le
mobile apps, lo sviluppo di canali digitali e social CRM e infine
le nuove architetture di information management e storage. Dai
risultati
si legge una sorta
di sforzo di “autofinanziamento”
dell’ICT
che cerca innanzitutto di recuperare
risorse attraverso una razionalizzazione dei suoi costi interni,
e in secondo luogo un contributo alla riduzione dei costi dei
processi di Business con ritorni misurabili e di breve
periodo.
L’ultima
domanda posta è in che modo la Direzione ICT dovrà cambiare per
poter aumentare la propria efficacia
. Al primo posto,
quasi un CIO su due vede il tema dell’investimento sui
ruoli e i processi di Demand Management, in secondo luogo le
competenze per la gestione dell’Enterprise Architecture, al
terzo posto lo sviluppo dei modelli per la governance
internazionale dell’ICT.
I CIO
cercano quindi di costruire una Direzione ICT che pensi ed agisca
alla velocità delle esigenze del business
, diminuendo i
tempi di reazione, e i vincoli e costi di cambiamento, anche con
uno snellimento dell’organico ed un più flessibile ricorso
al mercato, aumentando la capacità di cogliere e anticipare
bisogni e opportunità di business ma al contempo di governare
l’evoluzione dell’architettura per non perdere il
controllo dell’evoluzione del sistema informativo.

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