Il 4 novembre del 2021, Kyndryl, spin-off della divisione Managed Infrastructure Services di IBM, diventava una società autonoma e indipendente. Si presentava definendosi il maggiore fornitore di infrastrutture informatiche del mondo. Ora, a un anno di distanza, l’azienda ha voluto fare un bilancio di quanto successo in questi 12 mesi. E quello che è merso è un’azienda in cui le persone e le skill svolgono un ruolo sempre più focale: prova ne è che in Italia il numero di dipendenti in un anno sia cresciuto di 550 unità, passando da 1.450 a circa 2.000.
Un aumento decisamente di rilievo del personale che implica anche un investimento altrettanto di rilievo, a conferma del valore che rappresenta il nostro Paese per il business di Kyndryl.
D’altra parte, come precisa Paolo Degl’Innocenti, Presidente di Kyndryl Italia, «c’è una mancanza cronica di laureati e diplomati in materie scientifiche. Noi pensiamo che questa pressione aumenterà ulteriormente nei prossimi mesi, perché nel momento in cui stream di lavoro che sono parte del PNRR, come la digitalizzazione di tutta Pubblica Amministrazione, verranno messi a terra, assorbiranno una quantità molto importante di skill pregiati. Noi abbiamo pensato di muoverci in tempi rapidi per rinforzarci e soffrire meno della scarsità di giovani e di esperienze che sicuramente si acuirà nel corso del tempo».
Kyndryl, gli investimenti in Italia
La disponibilità di persone e skill è alla base anche di un altro dei pilastri della strategia di Kyndryl: il rapporto con i partner. Non appena ha acquisito la totale autonomia operativa, strategica e finanziaria, l’azienda ha infatti ampliato l’ecosistema di partner. «In 12 mesi abbiamo firmato oltre 20 accordi globali – afferma Degl’Innocenti –. Il primo l’abbiamo siglato con Microsoft già verso la metà di novembre 2021. Per gestire adeguatamente il rapporto con questi partner, sapevamo che dovevamo aumentare la quantità e la qualità delle skill a disposizione».
Who's Who
Paolo Degl’Innocenti
Gli investimenti di Kyndryl per migliorare il servizio ai clienti italiani, che attualmente sono circa 200, sono andati però anche oltre le persone.
L’azienda ha infatti portato nel nostro Paese il Command Center, la sala di monitoraggio con cui aiuta i clienti a controllare come funziona la loro infrastruttura IT e che prima era totalmente gestita dall’estero.
Un discorso analogo vale per il Cyber Defense Center, «che è un’evoluzione molto avanzata di quello che un po’ di tempo fa si chiamava il SOC», sottolinea Degl’Innocenti. Command Center e Cyber Defense Center sono stati attivati a Roma, nella medesima location dove si trova uno dei quattro data center italiani di Kyndryl. Gli altri tre sono dislocati nel Nord Italia.
Alla fine dello scorso mese di ottobre, poi, è stato avviato Kyndryl Consult, servizio per progettare, ottimizzare e modernizzare le infrastrutture IT erogato attraverso un team di persone altamente specializzato.
L’outsourcing è un lontano ricordo
Kyndryl sa facendo il possibile per rispondere al meglio alle richieste di «clienti che hanno poca pazienza, vogliono valore e lo vogliono in fretta – sostiene James Rutledge, Kyndryl Global Head of Delivery –, pretendono che le loro applicazioni siano sempre disponibili, sicure, resilienti e performanti. Questa è la sfida». Una sfida che Kyndryl vuole affrontare e vincere avvalendosi di un’arma che ha chiamato Advanced Delivery: un insieme di tre elementi (automazione intelligente, nuovi modi di lavorare e investimenti in skill) che devono operare in perfetta sincronia.
Who's Who
James Rutledge
Alla base dell’Advanced Delivery ci sono gli Actionable Insight, ottenuti attraverso nuovi processi dinamici che devono consentire un’osservabilità completa dell’ambiente applicativo. Di questa “osservabilità” si dovrebbero occupare i diversi team Kyndryl che lavorano in modo integrato con i team dei clienti. «Dimenticatevi l’outsourcing – sentenzia Rutledge –. Non esiste più. Le aziende vogliono un modo di lavorare in cui i nostri specialisti sono integrati con i loro, per creare gruppi incentrati sul business, con funzioni trasversali, che agiscano in modo rapido».
Analizzati con tecniche di Intelligenza Artificiale, gli insight possono evidenziare eventuali anomalie nei processi IT. Questo consente di sviluppare un playbook di automazione, ovvero un insieme di flussi di lavoro coordinati che guidino i team su come agire per apportare le giuste migliorie. Finora sono stati realizzati 5.000 playbook, «che ci hanno permesso di far crescere del 50% la produttività dei nostri clienti», precisa Rutledge.
La startup più grande del mondo
Quello dell’Advanced Delivery è un sistema in continuo apprendimento, su cui Kyndryl intende basare le sue strategie future. «Vogliamo creare una macchina che possa imparare ovunque e possa estendere il suo raggio d’azione a tutte le infrastrutture e a tutti i Data Center. Sono convinto che abbiamo l’opportunità di fornire servizi gestiti in modo diverso da quanto sia mai stato fatto sinora», sottolinea Rutledge. «Qualcuno ci ha definito la startup più grande del mondo – conclude Degl’Innocenti –. Non so se siamo proprio una startup, perché abbiamo ereditato degli asset molto importanti. C’è una cosa, però, che ci accomuna a una startup, ovvero la capacità di muoverci velocemente e di prendere decisioni in tempi brevissimi, anche quando sono coinvolti investimenti molto importanti».