Interviste

Infor: dopo l’ERP e le soluzioni verticali in Cloud, ora tocca al social business

Enza Fumarola, VP Sales Southern Europe, spiega le strategie del fornitore per superare l’idea tradizionale di sistema gestionale e guadagnare spazi in un mercato sempre più attento alla flessibilità dei processi e alla mobilità delle persone

Pubblicato il 20 Ott 2014

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Sempre più presenti nelle imprese, mobility e social sono oggi argomenti caldi per l’evoluzione dei processi aziendali e quindi dei progetti di rinnovamento che riguardano le applicazioni aziendali. Sono anche i cavalli di battaglia per Infor, impegnata a marcare le distanze dai tradizionali fornitori ERP secondo una strategia imboccata anni orsono. Con buoni risultati, a giudicare dall’andamento del primo trimestre dell’anno fiscale 2015, che vede licenze e abbonamenti in crescita del 22% rispetto all’anno passato e i ricavi non-GAAP del 21%. Risultati che la società si aspetta di consolidare nel corso dell’anno fiscale 2015, con ulteriori novità sul fronte dell’usabilità e del supporto alla social collaboration, come ci spiega Enza Fumarola, VP Sales Southern Europe di Infor.

Si può fare innovazione con il Cloud?

In questo momento di grandi cambiamenti, il mercato mostra di riconoscerci come principali attori. Questo perché rispetto ai concorrenti siamo stati anticipatori del passaggio al Cloud, e abbiamo fornito anche delle soluzioni verticali specificamente progettate per trarre vantaggio dalle nuove modalità. Modalità che non riguardano solo l’erogazione come servizio, ma la possibilità di acquisire mediante subscription soltanto le funzioni di cui ha necessità, accedendovi in modo del tutto trasparente. Ci siamo preoccupati di fornire in Cloud non solo le funzionalità ERP, ma anche la gestione della supply chain, delle note spese, e così via.

Come ha risposto il mercato italiano?

Siamo soddisfatti, anche se il risultato è meno netto rispetto a quello corporate. Abbiamo la fortuna di lavorare su clienti d’eccellenza, che operano dall’Italia sui mercati esteri e che hanno continuato a investire anche in tempi difficili. L’adozione di applicazioni in Cloud è un’altra cosa: mentre a livello mondiale sono circa 25 milioni gli utilizzatori di applicazioni Cloud Infor, in Italia le subscription con questa modalità si contano sulle dita di una mano.

Patiamo dei ritardi dovuti anche ai vincoli tecnologici, quali per esempio la larghezza di banda e l’affidabilità delle reti, che sono ancora non ottimali al di fuori dei grandi centri abitati. Il trimestre ha beneficiato delle vendite della CloudSuite: il primo gruppo di applicazioni verticali disponibili sul Cloud di Amazon (AWS). Sono state già rilasciate per i settori automotive, aerospace & defense, hospitality e per l’industrial manufacturing. In questi giorni ne rilasceremo anche per la sanità.

Come evolve l’offerta delle soluzioni?

All’Inforum 2014 di New Orleans abbiamo portato molte testimonianze di utenti che hanno utilizzato le piattaforme Ion e mostrato che facciamo sul serio sul fronte del social business. All’evento è stato annunciato il completamento della piattaforma Cloud per varie tipologie d’industria, incentivi per la migrazione dalle vecchie versioni, e infine abbiamo presentato la piattaforma tecnologica di nuova generazione Xi, pensata per la grande impresa. La piattaforma è ovviamente 100% Cloud, e opera come un insieme di tante funzioni coerenti tra loro, superando le barriere applicative classiche.

E’ progettata per dare supporto alle nuove applicazioni in mobilità e per rispondere alle normative internazionali che riguardano la collocazione fisica dei dati. La user experience delle soluzioni beneficia degli studi realizzati dalla nostra società di design Hook & Loop, che impiega psicologi oltre a ingegneri informatici per definire modalità d’interazione il più possibile naturali. Xi rappresenta l’evoluzione della piattaforma oggi esistente e sarà sul mercato nel primo semestre del 2015.

Con il nome di Infor Dynamic Science Labs, è stata creata una nuova divisione interna con l’obiettivo di integrare nelle applicazioni le capacità di apprendimento automatico e big data analytics. La Divisione nasce dalla collaborazione con alcuni atenei americani, tra cui il MIT di Boston, e mira a rendere più semplice la gestione big data, permettendo a utenti di realizzare in proprio i modelli di analisi più efficaci. I ricercatori dei Labs aiuteranno l’individuazione dei KPI più significativi di ogni settore, costruiranno algoritmi predittivi, faranno consulenza per uso dei tool. Questo con la collaborazione di molti clienti, tra cui ci sono anche aziende italiane negli ambiti automotive e fashion.

Cosa state facendo in Italia nell’ambito del social business?

Siamo impegnati nella creazione di verticalizzazioni. Il social business è un ambito in cui ci sentiamo oggi molto forti grazie al fatto di aver cominciato in anticipo rispetto ad altri. In questo impegno ci avvaliamo di collaborazioni con università, tra le quali c’è il Politecnico di Milano e una realtà spin-off dell’ateneo che si occupa di questi temi nell’ambito del change management.

Entro il prossimo mese di novembre prevediamo di avviare congiuntamente con queste realtà dei workshop formativi, adatti ai clienti che vogliono avvicinarsi al tema in modo ottimale.

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