Il rapporto

Sviluppo sostenibile: parte la sfida delle smart city verso il 2030 e Milano è in pole position

L’indagine ICity Rate di FPA sulle città sostenibili premia il capoluogo lombardo, che ha scelto di investire su un modello di città intelligente in cui la tecnologia diventa strumento per uno sviluppo inclusivo in cui le persone sono protagoniste. Il prossimo appuntamento è a ICity Lab, manifestazione in programma il 24 e il 25 ottobre

Pubblicato il 21 Apr 2017

In Italia 7 milioni di persone vivono in situazioni di povertà assoluta, 15 ragazzi su cento smettono di studiare dopo la licenza media e nove persone su cento sperimentano situazioni di sovraffollamento abitativo. E ancora: la qualità dell’aria è stata responsabile lo scorso anno di circa 60 mila morti premature e 50 mila persone vivono in comuni capoluogo con elevato rischio di inondazione. Numeri che dovranno cambiare nei prossimi anni: è infatti partita la sfida per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’ONU al 2030. Milano è tra le prime città a raccoglierla, con le migliori performance a livello nazionale per produttività, numero di imprese green, offerta di trasposto pubblico locale. Mentre deve ancora lavorare molto sui settori ambiente e legalità. I dati emergono dal rapporto ICity Rate realizzato da FPA, che quest’anno affiancherà alla tradizionale graduatoria delle smart city italiane un’analisi sul posizionamento dei Comuni capoluogo rispetto ai grandi obiettivi della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile.

«Oggi non possiamo parlare di smart city senza parlare di sostenibilità», dichiara Gianni Dominici, Direttore generale di FPA. «Gli obiettivi posti dall’ONU sono tanto ambiziosi quanto ineludibili e su molti di questi target le città giocano un ruolo centrale, essendo il livello territoriale nel quale più si addensano i problemi di natura sociale ed economica, ma anche il luogo in cui trovare le competenze e le risorse per risolverli».

La ricerca è stata presentata durante una conferenza stampa organizzata a Palazzo Marino, mentre il rapporto completo sarà diffuso durante la manifestazione «I City Lab» in programma a BASE Milano il 24 e 25 ottobre. «Abbiamo scelto Milano per il prossimo ICity Lab, aggiunge Gianni Dominici, «perché in questo momento è la città che meglio di altre sta lavorando in una logica di ‘laboratorio urbano’, mettendo al centro del cambiamento tutti gli attori del tessuto cittadino. E gli spazi di BASE saranno lo scenario ideale per lavorare insieme sui temi delle città del futuro».

Il primato di Milano

Il capoluogo lombardo ha infatti scelto di investire su un modello di città intelligente in cui la tecnologia diventa strumento per uno sviluppo sostenibile e inclusivo in cui le persone sono protagoniste. Il capoluogo lombardo sta puntando con successo sul nuovo paradigma della sharing economy perché convinta che da questo sia possibile produrre valore attraverso la crescita dell’occupazione, la riqualificazione urbana, l’inclusione sociale e la coesione. Solidità economica e qualità del capitale sociale e umano (le dimensioni Economy, People e Living del Rapporto ICity Rate) sono i punti di forza del capoluogo lombardo. «Un’affermazione resa possibile grazie alle grande attenzione che questa Amministrazione sta ponendo alle tematiche dell’innovazione e dell’inclusione, avviando un processo di progettazione condivisa tra attori pubblici e privati, società civile e università cittadine per rendere Milano una città sempre più ‘intelligente’», conferma l’Assessore alle Politiche per il Lavoro, Attività produttive e Commercio Cristina Tajani, che prosegue: «La posizione di testa nelle ultime edizioni di ICity Rate conferma che le politiche attuate in questi anni su innovazione economica, sostenibilità ambientale, mobilità, sviluppo e partecipazione rendono Milano sempre più smart e rafforzano la propria efficacia di anno in anno».

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Ci sono però ancora molte sfide aperte, prima fra tutte quella della qualità ambientale (Milano è 27esima in classifica nel 2016) e della legalità (sicurezza, corruzione, efficienza del sistema di giustizia, livelli di criminalità) dove è addirittura 87esima, ultima in Italia. Ecco come performano le varie città in base agli indicatori presi in considerazione dal rapporto.

Mobilità sostenibile

In primo piano tra gli indicatori di mobilità sostenibile, il Trasporto Pubblico Locale: l’offerta di posti-km TPL pro-capite è in peggioramento in tutto il Paese. Il comune di Milano è quello che se la cava meglio, al primo posto (14,7) seguito da Venezia (11,1). Milano è leader anche per dotazione di veicoli in sharing, sia automobili (351) che biciclette (4.650), servizi che mancano ancora in molte città (car sharing a postazione fissa presente solo in 24 Comuni capoluogo e bike sharing in 60). Per le zone a traffico limitato Milano è preceduta da Bergamo, prima in Italia con 14,3 km2 di ZTL.

Polveri sottili

Il valore limite giornaliero del PM10 è stato superato in 45 aree urbane (dati Ispra 2015). Le situazioni più critiche si sono verificate a Frosinone, Pavia, Vicenza, Milano e Torino, mentre le città ‘virtuose’ sono Livorno, Siena, La Spezia, Bolzano, Macerata, Trapani, Sassari.

Energia

Le città che consumano più energia elettrica (dati Terna) sono Cagliari, Sassari e Oristano e Aosta (oltre 1200 kwh per abitante), le più attente a evitare sprechi sono Matera, Trento, Andria, Foggia e Terni (non si superano gli 870 kwh per abitante).

Raccolta differenziata

I comuni capoluogo si caratterizzano per valori di produzione pro capite di rifiuti generalmente superiori alla media nazionale (488 kg/abitante per anno) e contribuiscono per quasi il 29% al totale della raccolta differenziata nazionale. Treviso, Pordenone, Mantova, Belluno e Trento raccolgono in differenziata oltre il 70% dei rifiuti urbani; al contrario a Isernia, Messina, Siracusa, Palermo e Enna si differenzia meno del 10% dei rifiuti.

Povertà e abbandono scolastico

Nei comuni capoluogo vive il 7,2% di chi non dispone delle risorse primarie per il proprio sostentamento; Roma e le città del Sud registrano tassi di contribuenti che dichiarano un reddito inferiore a 10.000 euro nel 2015 molto più alti della media. Critici i livelli di abbandono scolastico a Caltanissetta (41,7%), Palermo (40,1%), Catania (38,6%) e Prato (38,5%), mentre le città con minore dispersione scolastica sono Benevento (14,3%), Frosinone (15,1%), Ancona (15,5%), Perugia (17,8%) e Isernia (17,9%).

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