Strategie

Retelit, una rete ultra broadband per connettere l’Africa all’Europa

Presentato il piano 2013-2017 del nuovo management, insediato dall’ente libico di poste e tlc che è il primo azionista. La società è proprietaria di una rete a fibra ottica di 7.400 km che collega 5000 Comuni italiani

Pubblicato il 18 Apr 2013

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Enrico Mondo, direttore generale di Retelit

Il nuovo management di Retelit ha presentato recentemente alla stampa il nuovo piano industriale 2013-2017, ufficializzato nello scorso marzo. Quotatasi in Borsa a Milano come ePlanet nel 2000, Retelit ha assunto l’attuale nome nel 2005 e comprende la holding finanziaria omonima e la società operativa e-via. Il principale asset è la rete proprietaria in fibra ottica di oltre 7.400 chilometri, che collega 8 Reti Metropolitane, 5000 Comuni e 18 Data Center proprietari in tutta Italia, da cui Retelit eroga, principalmente a carrier e service provider, servizi di trasmissione dati broadband e ultra-broadband.

Lo scorso ottobre Retelit è stata al centro di un evento senza precedenti per una società quotata in Italia: l’ente pubblico libico di poste e tlc (Libyan Post Telecommunication and IT Company, LPTIC), detentore del 14,8% delle azioni, si è accordato con alcuni piccoli azionisti per revocare e sostituire il board e il management. Lo scontento degli azionisti (la società non ha mai chiuso un esercizio in utile) si è sposato alla volontà dell’ente libico di giocare un ruolo più attivo, nella convinzione, come ha spiegato il presidente Majdi Ashibani al Sole 24 Ore, della strategicità della rete di Retelit per collegare in fibra ottica la Libia e l’Italia, e quindi l’Africa e l’Europa.

Obiettivi: wholesale, operatori ICT, aziende e PA

“I nostri clienti tipici – precisa Enrico Mondo, da poche settimane direttore generale di Retelit – sono carrier o multiutility internazionali che non hanno una rete in Italia ma devono fornire servizi ai clienti italiani via fibra; inoltre abbiamo clienti nella difesa – enti militari che devono collegare le loro sedi italiane tra loro e all’estero -, operatori ICT (ISP, system integrator, software house, VAR), new media (TV via satellite, content provider), e ‘over the top’”.

Il piano, continua Mondo, prevede di crescere senza cambiare DNA, consolidando la posizione nel mercato wholesale, e in quelli ICT e new media. “Inoltre ci rivolgeremo ad aziende private (medie realtà vicino alla nostra rete, con esigenze di larga banda e disaster recovery) ed enti pubblici (enti centrali, sanità, istituti di ricerca, scuole), distretti industriali sottoserviti e centri direzionali”. Tra i capisaldi del piano ci sono anche nuovi servizi a banda ultralarga (IP a valore aggiunto, VPN, backup, storage, Business Continuity), un backbone in fibra ottica per operatori mobili, e l’estensione della rete verso l’estero, con un primo POP a Francoforte nei prossimi mesi, e altri più avanti in altre città europee.

“Un piano prudente con possibili sorprese”

Gli investimenti sulla rete, 75 milioni tra 2013 e 2017, prevedono poi il completamento di una piattaforma Carrier Ethernet di ultima generazione, e l’attivazione di un sistema 100Gbps a bassa latenza tra Milano e Roma, per la trasmissione di informazioni fortemente sensibili al fattore tempo, come negoziazioni ad alta frequenza e chirurgia a distanza.

Dal punto di vista finanziario il piano quinquennale prevede una crescita del fatturato del 17,7% annuo, dai 38,5 milioni di euro di fine 2013 ai 73,9 del 2017, quando l’EBITDA raggiungerà i 26 milioni, con una crescita media annua del 25%. Il management prevede un utile netto di bilancio a partire dal 2014, e un quasi raddoppio del personale nei cinque anni (da 50 persone a 90).

“E’ un piano molto prudente e autofinanziato – conclude Mondo -. Volutamente non comprende diverse opportunità su cui stiamo lavorando, e che potrebbero cambiare totalmente lo scenario: tra queste quattro possibili acquisizioni, sotto due diligence, la fornitura diretta di servizi cloud, che stiamo valutando, e un importante accordo che riguarda l’Africa, in corso di negoziazione con il supporto dell’ente libico delle Poste”.

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