Che l’Intelligenza Artificiale sia entrata a pieno regime all’interno della realtà di tutti i giorni è oramai un dato di fatto. E lo confermano i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano – rilasciati durante il convegno Artificial Intelligence: l’era dell’implementazione – secondo cui in Italia il mercato dell’AI ha raggiunto nel 2022 500 milioni di euro (il 32% in più rispetto al 2021). Un incremento significativo, se si pensa che nel 2018 la somma ammontava a 210 milioni di euro.
Dai dispositivi smart-home, alle auto intelligenti, ma anche algoritmi di Deep Learning, sistemi di recommendation presenti sulle piattaforme OTT, su Spotify e su Amazon, chatbot, assistenti virtuali fino ad arrivare al modello generativo DALL-E2 e a ChatGPT, si moltiplicano le possibili applicazioni dell’AI che supportano l’uomo, semplificando numerose attività e diminuendone i tempi e i costi.
Sperimentazioni e progetti di AI, a che punto è l’Italia
Oggi il 61% delle grandi imprese italiane ha già avviato almeno un progetto di Intelligenza Artificiale, e tra queste, il 42% ne ha più di uno operativo. Di queste, il 34% si trova nella fase dell’implementazione, ossia dispone delle risorse tecnologiche e delle competenze necessarie per sviluppare e portare in produzione le iniziative di AI.
In merito, invece, alle PMI, il 15% ha avviato almeno un progetto (più del doppio rispetto all’anno procedente), e una su tre ha in programma di avviarne di nuovi nei prossimi due anni.
«Per l’Intelligenza Artificiale, anche in Italia, siamo entrati ormai con convinzione nell’era dell’implementazione – ha commentato Alessandro Piva, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence -. Per quanto riguarda la crescita del mercato, si tratta del valore più alto da quando l’Osservatorio ha avviato la stima (2018), per di più senza il traino di obblighi o incentivi pubblici e in un periodo di grande incertezza economica e geopolitica. L’intelligenza artificiale sta entrando prepotentemente nel pensiero strategico e nella pratica operativa di imprese pubbliche e private, con impatti sulle prestazioni, la struttura di costo, ma anche il ruolo delle persone».
Who's Who
Alessandro Piva
L’AI nelle grandi imprese: soluzioni e settori più dinamici
Fonte: Osservatori Digital Innovation, Politecnico di Milano
Mercato dell’AI in Italia, quali sono gli ambiti di diffusione
In merito agli ambiti di diffusione, la fetta più ampia del mercato dell’Intelligenza Artificiale italiano (34%) è legata a soluzioni di Intelligent Data Processing, che puntano ad estrarre, raccogliere e analizzare i dati, per realizzare previsioni di pianificazione aziendale, gestione degli investimenti e, in generale, attività di budgeting.
Altrettanto significativa (32%) è l’area della Language AI, ovvero l’area di interpretazione del linguaggio, scritto o parlato, in cui si inseriscono le soluzioni NLP (Natural Language Processing) e Chatbot e le applicazioni di Generative AI come ChatGPT o DALL-E2, che consentono di estrarre ed elaborare automaticamente informazioni da diverse tipologie di documenti e creare testi, immagini e video.
Gli algoritmi di Recommendation System rappresentano il 19% dell’applicazione dell’AI in Italia, mentre, il 10% del mercato va alle iniziative di Computer Vision, che analizzano il contenuto di un’immagine in contesti come la sorveglianza in luoghi pubblici o il monitoraggio di una linea di produzione, e il 9% alle soluzioni di Intelligent Robotic Process Automation.
Fonte: Osservatori Digital Innovation, Politecnico di Milano
Ma cosa pensano gli Italiani?
Non mancano perplessità, dubbi e scetticismo nei confronti di una tecnologia tanto potente che spesso viene vista come una minaccia che potrebbe – più che affiancare – addirittura sostituire l’intervento umano in molto attività quotidiane, portando anche alla scomparsa di alcune figure professionali. Tutto sommato, però, solo il 19% della popolazione è fermamente contraria all’ingresso dell’AI nelle attività professionali.
Sempre secondo i dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence del PoliMI, infatti, il 93% degli italiani ha già sentito parlare di “Intelligenza Artificiale”, il 55% afferma che l’AI è molto presente nella quotidianità e il 37% la utilizza sul lavoro.
L’esperienza quotidiana degli italiani si concentra sugli assistenti virtuali e sui sistemi di Recommendation. In particolare, i chatbot – già utilizzati dall’81% – sono ormai diffusi quasi come gli assistenti vocali (83%). Cresce l’interesse verso le raccomandazioni ricevute da motori di AI per l’e-commerce e un utente su quattro ha realizzato un nuovo acquisto online dopo averli utilizzati.
Il fenomeno AI generativa
Come ha evidenziato Giovanni Miragliotta, Direttore dell’Osservatorio Artificial Intelligence, «Il 2022 è stato l’anno in cui nuovi prodotti della ricerca sull’AI hanno fatto il loro ingresso nel mercato, affascinando e sorprendendo anche le persone comuni. Con ChatGPT che ha raggiunto un milione di utenti dopo solo 2 giorni e DALL-E 2 che generato 2 milioni di immagini al giorno, si è sancita la definitiva affermazione dell’AI generativa».
Di pari passo con l’evoluzione applicativa, è nata l’esigenza delle Istituzioni internazionali di tutelare i cittadini dalle possibili implicazioni negative derivanti dallo sviluppo e dall’utilizzo dei sistemi AI. «Sono nate linee guida e regolamenti in tutto il mondo e il Consiglio Europeo ha approvato l’AI Act, un approccio di regolamentazione basato sulla classificazione delle soluzioni in base al livello di rischio che possono causare sui diritti e libertà fondamentali dei cittadini. Un percorso che avrà come risultato finale un apparato regolatorio comune tra tutti gli stati dell’Unione».
Who's Who
Giovanni Miragliotta
Mercato dell’AI, qual è il grado di maturità delle aziende italiane
Durante il convegno, sono emersi 3 diversi cluster che sintetizzano lo stato di maturità delle aziende italiane nell’implementazione di sistemi e soluzioni di AI.
- Avanguardisti (9%), che gestiscono correttamente l’intera catena del valore dei progetti di AI;
- Apprendisti (25%), che hanno numerosi progetti a regime diffusi nell’organizzazione e iniziano a ragionare sui potenziali rischi etici delle soluzioni di AI.
- Il restante 66% comprende situazioni eterogenee, di cui il 33% è composto da aziende in cammino, già dotate degli elementi abilitanti, ma anche da organizzazioni che non percepiscono ancora il tema dell’Intelligenza Artificiale come rilevante e non dispongono, di conseguenza, di un’infrastruttura IT adeguata.