L’impennata di richieste di personal computer necessari per Smart Working e formazione a distanza, ma soprattutto nuove richieste delle imprese, hanno impresso un’impennata ai normali cicli di rinnovo delle apparecchiature. «Parlando con diversi CIO di aziende italiane, negli ultimi mesi è emerso che i dipartimenti IT si sono trovati con una velocizzazione definita da loro stessi sorprendente – Spiega Alberto Bastianon, Director Presales di Dell Technologies Italia. L’IT è passato dall’essere spesso considerato un mero centro di costo a un asset strategico per il business aziendale. Da qui il bisogno di gestire soprattutto le operation in modo più veloce, più flessibile e possibilmente automatizzato, proprio per liberare il personale IT da attività a scarso valore aggiunto».
I nuovi prodotti di Dell Technologies intendono rispondere a questa esigenza. La società ha presentato 17 server di nuova generazione della famiglia Dell EMC PowerEdge.
Who's Who
Alberto Bastianon
L’adaptive compute dei server EMC PowerEdge
«Abilitare la forza lavoro in una piena operatività da remoto – continua Bastianon – ha fatto sì che la gestione dei workload di posta, di virtual desktop integration, di accesso ad applicazioni core diventasse fondamentale rispetto ad altre questioni che sono passate in secondo piano». Il primo fattore, perciò, che caratterizza la nuova generazione dei server PowerEdge è l’adaptive compute, il calcolo adattivo.
«L’idea di fondo – spiega il Director Presales – è quella di una progettazione che tenga conto dei workload che dovranno essere utilizzati. Inoltre, l’integrazione con le tecnologie disponibili permette di avere dispositivi che supportano qualsiasi tipo di setup, con anche una facilità di dimensionamento in funzione delle necessità che oggi potrebbero non essere ancora note, ma che si manifesteranno nel corso dell’esercizio. Ne deriva la possibilità di configurazioni estremamente scalabili, un’attenzione a prevedere il massimo delle capacità di accelerazione anche tramite l’utilizzo molto spinto delle GPU e un insieme di prodotti che possono essere adoperati in qualsiasi ambiente, anche quello più estremo».
Un sistema “intelligente” grazie all’automazione
La seconda peculiarità delle nuove soluzioni, che riguarda sia la parte hardware sia il software di gestione OpenManage, è quella dell’autonomous computing. «È un approccio che noi definiamo intelligente e che aiuta soprattutto la produttività. In pratica, le macchine consentono di automatizzare la maggior parte delle operazioni a scarso valore aggiunto. La stessa automazione riguarda anche il controllo dell’esercizio, con la possibilità di avere informazioni molto dettagliate sulle caratteristiche e sull’utilizzo delle macchine in modo tale, nel caso di malfunzionamenti, di poter intervenire prima che il danno si propaghi lungo l’intera catena. Il tema dell’automazione dell’infrastruttura – tiene a rimarcare Bastianon – oggi è sempre più importante per riconfigurare i server da un workload all’altro, per cambiare le priorità, per aggiungere altre macchine rispetto a quelle che si avevano già in esercizio. Tutte operazioni che non è più pensabile demandare a persone fisiche che sarebbero costrette a seguire tutta una serie di script e di processi in maniera sequenziale, con conseguente enorme perdita di tempo».
Resilienza proattiva e sicurezza integrata
La resilienza proattiva è il terzo aspetto che qualifica i server PowerEdge e si collega strettamente a quello della sicurezza, un tema mai così attuale come nei mesi scorsi. «È chiaro che l’aver dovuto distribuire accessi, dati, partecipazioni a processi ha reso intrinsecamente più vulnerabili le aziende. Anche perché chi deve difendersi, deve difendersi ovunque e dappertutto da qualsiasi attacco. Chi attacca, invece, ha il beneficio di decidere quando, come e dove farlo. Per questo è fondamentale offrire livelli crescenti di sicurezza integrata. L’abbiamo fatto certificando tutta la catena dei componenti che, all’interno della nostra macchina, è tracciata fin dalla sicurezza del silicio con cui viene codificato il chip».
Questo metodo di sicurezza si ispira al criterio del root of trust in base al quale la protezione viene garantita in ottica end-to-end durante tutto il ciclo di vita del server, dalla fabbricazione fino al deployment e allo smaltimento dell’asset, quando si conclude la sua funzione lavorativa.
Le tipologie dei server di nuova generazione
Per quanto riguarda la classificazione dei Dell EMC PowerEdge, in gran parte disponibili già da adesso, la si può suddividere tra i rugged a profondità ridotta (XR11 e XR12), creati per resistere in condizioni ambientali e climatiche ostili, e i due server (R750xa e XE8545) «dove l’attenzione è stata posta nel mettere la massima ottimizzazione di GPU, in una logica di offerta rivolta alle applicazioni di artificial intelligence, di machine learning e di deep learning, ma anche a quelle di rendering che richiedono moltissime risorse».
A queste due tipologie, si affianca infine la famiglia dei rack server. Sia per questi ultimi sia per gli altri, va fatta un’ulteriore distinzione: «Quando il modello finisce con il numero 5 – sottolinea Bastianon – vuol dire che montano processori AMD Epyc di terza generazione, mentre se terminano con la cifra 0 montano i processori Intel Xeon Scalable. Siamo orgogliosi di essere i primi fornitori a mettere sul mercato questi processori». Le considerazioni conclusive del Director Presales si concentrano sul design che ha rivisto la progettazione dei prodotti, a cominciare dalla parte del raffreddamento, che vede nella struttura dello chassis flussi di ingresso e di uscita ottimizzati. Un’ottimizzazione che, abbinata a quella di un utilizzo più efficiente dei materiali impiegati, vuole contribuire a migliorare l’impatto sull’ambiente dei sistemi sviluppati da Dell Technologies.