Si fa presto a dire Digital Transformation. Che la digitalizzazione sia oggi una necessità per tutti è fuor di dubbio. Ma gestire correttamente la trasformazione di un processo è tutt’altro che banale. Ciascun settore ha le sue peculiarità e urgenze e servono professionisti competenti e specializzati, come spiega Flavio Petrino, Specialista Digitalizzazione Processi Aziendali di CST Consulting, società con 15 anni di esperienza e sviluppo in ambito IT che affianca molte aziende nel processo di trasformazione digitale.
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Flavio Petrino
Digital Transformation è un’espressione sempre più utilizzata. Cosa rappresenta, secondo il suo punto di vista?
La Digital Transformation è la protagonista di un momento storico importante e soprattutto dall’imprinting positivo. La definizione “trasformazione digitale” fa pensare erroneamente che si tratti esclusivamente di un tema tecnologico ma non è così poiché coinvolge anche e soprattutto l’organizzazione delle imprese. Le aziende devono sviluppare nuove competenze e nuove professionalità in grado di cogliere le opportunità che il digitale offre ed essere gli attori principali alla guida del cambiamento. È assolutamente necessario che passi il messaggio che: “lo sviluppo delle competenze digitali è necessario per la sopravvivenza e la crescita delle aziende”.
La digitalizzazione sta influenzando profondamente il business delle aziende, in tutti i contesti. Quali crede che siano i fattori principali di questa trasformazione?
Penso che la mole di dati che si è creata nel corso di decenni passati sommata al cambiamento degli stili di vita e delle esigenze in ottica digitale siano i fattori principali. In merito i dati, in un certo senso occorre mettere ordine alle informazioni e attraverso la digitalizzazione è semplice raggiungere l’obiettivo. Per il secondo fattore si parla invece di un cambiamento molto più profondo: attraverso la semplificazione dei processi aziendali e la facilità di fruizione delle informazioni si cambiano l’approccio lavorativo e i business needs.
Molte aziende si affidano a un parter esterno come CST per esternalizzare i processi e farli evolvere in chiave digitale. Come va impostata in questi casi la relazione fra cliente e fornitore?
Affidare i processi ed il patrimonio aziendale a un partner è una scelta difficile e richiede un momento importante di selezione. Il partner deve avere le adeguate conoscenze sul tema digitale e un team di professionisti che supportino e migliorino il business del cliente attraverso servizi al passo con la tecnologia e conformi alla normativa. Il partner non è un semplice fornitore ma deve affiancare il proprio cliente, rappresentando una vera e propria estensione aziendale.
Ci sono dei settori che hanno abbracciato questa scelta in modo più significativo?
I settori protagonisti sono senza ombra di dubbio il Finance, quello del Fashion del Manufacturing e della Logistica. Seppur in modo diverso, queste aziende stanno ottimizzando i propri processi attraverso il percorso di digitalizzazione con un comune obiettivo di migliorare soprattutto il servizio verso i consumatori e di conseguenza il proprio business.
Per quanto concerne in particolare la logistica, quali fattori entrano in gioco nel cambiamento?
Le imprese di logistica avevano ed hanno un grosso problema nella gestione di quantità importanti di carta oltre ad avere intrinsecamente processi lunghi e spesso non sicuri dal punto di vista giuridico in caso di contenzioso. L’introduzione, anche in più fasi, di processi digitali, in particolare con sistemi documentali e workflow con sistemi di firma e conservazione a norma, consentono di velocizzare l’iter aziendale interno ed esterno e tutelarsi da rischi legali.
E come approcciate, invece il settore bancario? Quali processi necessitano di maggiore supporto esterno?
Nel settore bancario i processi dematerializzati che portano i benefici maggiori sono quelli rivolti alla clientela. La firma elettronica avanzata, in particolare, è uno dei processi rivolti al consumatore che richiede un supporto di gestione esterno: lo definirei un confronto costruttivo tra i professionisti del digitale interni ed esterni all’azienda. L’obiettivo comune è di sviluppare procedure idonee che devono essere: innovative, semplici, sicure e conformi alle richieste del legislatore.
Quali sono i vantaggi per le aziende che scelgono di affidarsi ad un unico partner che gestisce a 360° i processi aziendali?
Scegliere un partner a cui affidare i processi è un’operazione molto difficile per le imprese. Naturalmente servono professionisti con competenze digitali a 360°. Oltre ai risparmi economici che derivano dalla digitalizzazione dei processi, affidarsi ad un partner esperto e competente è molto più efficace sul fronte della sicurezza, ambito che richiede forti conoscenze normative e tecnologiche. Una possibilità in più che si ottiene affidandosi alle soluzioni tecnologiche del partner è di poter applicare sistemi avanzati di analisi sui processi digitali che consentono al management dell’impresa di maturare decisioni strategiche con maggiore efficacia e rapidità. In questo ambito, CST Consulting, dopo 15 anni di esperienza e sviluppo in ambito IT, ha maturato le conoscenze e le professionalità per poter affiancare il cliente nel processo di trasformazione digitale. La perfetta sinergia tra CST Consulting e CST Servizi offre la consulenza di qualità e la corretta operatività per poter supportare l’imprenditore che intende avviare il processo di trasformazione digitale della propria impresa.
Che suggerimenti si sente di dare agli imprenditori che non hanno ancora avuto il coraggio o le forze di intraprendere questo nuovo percorso di trasformazione digitale?
Suggerisco sempre di studiare il progetto di trasformazione in più fasi partendo dagli ambiti che hanno maggiore urgenza di trasformazione e che hanno forti impatti negativi sulla gestione del business. È necessario digitalizzare i processi aziendali per guardare al futuro dell’impresa e per dare dei forti segnali sul presente.
Pensa che il panorama italiano sia pronto ad affrontare questi cambiamenti?
L’attore principale che frena la trasformazione digitale è senza subbio il cambio culturale e non la fattibilità. È fondamentale far comprendere che il digitale sia migliorativo rispetto all’analogico e non il contrario. Il percorso è iniziato, si procede con molta cautela.