Case history

Bauli, quando internazionalizzazione fa rima con innovazione

Pierangelo Chiappini, direttore Sistemi informativi della storica azienda di Verona (che gestisce anche i marchi Doria, Motta e Bistefani), spiega in che modo la strategia di espansione sui mercati esteri ha imposto nuovi paradigmi per la gestione del business. Focus su dematerializzazione, Business Intelligence e ristrutturazione dei processi

Pubblicato il 25 Ott 2016

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Internazionalizzare significa essere pronti a cogliere nuove opportunità, ma anche essere disposti ad affrontare nuove complessità. Come coniugare crescita e semplificazione aumentando allo stesso tempo l’agilità del business per far fronte alla continua evoluzione degli scenari competitivi? Bauli ha trovato nella tecnologia digitale la risposta a molte delle esigenze espresse dal piano di sviluppo decennale attualmente in corso, che presuppone per l’appunto l’espansione all’estero dopo anni di consolidamento sul mercato italiano.

La case history è stata presentata al SAP Forum di Milano (che si è tenuto il 20 ottobre) da Pierangelo Chiappini, direttore Sistemi informativi Bauli, e da Alessandro Visini, Managing Consulting – Project Manager SAP di IBM, responsabile dell’integrazione della piattaforma nell’architettura dell’azienda veronese.

«La svolta in Bauli è cominciata nel 2004, quando abbiamo dato il via a una serie di acquisizioni

(da Casalini a Doria, passando per Motta e Bistefani, ndr) che hanno consentito di diversificare l’offerta e suddividere la produzione tra referenze ricorrenti, come il pandoro, e referenze continuative fino a bilanciare al 50% le attività», ha spiegato Chiappini. «Il passo successivo, quello che stiamo affrontando ora, è l’internazionalizzazione, con l’apertura di quattro nuovi stabilimenti nel Nord Italia, l’avvio di un impianto in India nel corso del 2017 e ulteriori acquisizioni sui mercati esteri».

Una serie di operazioni la cui complessità va orchestrata attraverso strumenti di Business Intelligence e KPI specifici, «fino a questo momento marginali, ma imprescindibili rispetto a ciò che ci aspetta», ha detto Chiappini, ammettendo che Bauli è sempre stata sprovvista di un vero e proprio ERP. «Eravamo abituati a ragionare per silos funzionali e a sviluppare interfacce per i nostri sistemi taylor made. L’opportunità di cambiare è arrivata in concomitanza col lancio di S4Hana, i cui tempi di roll out coincidevano coi nostri tempi di adozione. Grazie alla collaborazione di IBM abbiamo scardinato il vecchio approccio e rimappato 89 processi, avviando una revisione organizzativa che pur richiedendo attività di re-skilling e di training, oltre a un costante monitoraggio da parte degli stakeholder, non ha comportato rallentamenti – nemmeno sul piano tecnico – nello svolgimento ordinario del business».

Il progetto, che può essere considerato per Bauli una digital transformation a tutti gli effetti, è stato avviato a luglio. La prima area a essere impattata è la divisione Finance & Controlling. «Abbiamo integrato in Fiori di SAP le logiche dei processi di approvazione di acquisto portando in mobilità un processo che prima era completamente cartaceo. Ora stiamo estendendo l’utilizzo anche in altri ambiti, a partire dalla gestione dell’innovazione di prodotto», ha detto Visini.

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