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Banca Popolare di Sondrio: i Sistemi Informativi da costo a investimento

Fra le priorità per il prossimo futuro della Banca, che ha 2.450 dipendenti e 290 filiali, spicca un migliore utilizzo del vasto patrimonio informativo reso disponibile dall’ICT, a supporto della pianificazione strategica, dell’evoluzione del business e della gestione del contatto col cliente, in un’ottica multicanale. E un sistema di IT Performance Management in grado misurarne i ritorni generati dagli investimenti ICT.

Pubblicato il 10 Gen 2012

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La sfida è l’utilizzo delle informazioni in
un’ottica strategica e multicanale, con il cliente al
centro. Misurando il ritorno degli investimenti ICT

La Banca Popolare di Sondrio, con 2.450 dipendenti e 300 filiali,
investe in ICT somme ingenti, come tipico del comparto. Secondo
Milo Gusmeroli, che ricopre anche il ruolo di CIO,
«l’operatività della Banca, i suoi servizi, la sua
differenziazione del resto passano proprio attraverso un
contenuto informatico». La crescita degli investimenti ICT
appare dunque necessaria, almeno per quanto riguarda la parte
più strategica e di business.

Le priorità individuate dalla Banca di Sondrio per il 2012 sono
tre. La prima riguarda il completamento e la sostituzione di
applicativi core, con lo sviluppo di nuove piattaforme
integrate nei vari comparti.

Le altre due linee di investimento prioritarie attengono a un
migliore e più esteso utilizzo del dell’informazione, sia
per supportare la pianificazione strategica e l’evoluzione
del business, sia per migliorare la relazione con il cliente.

«Intendiamo utilizzare il patrimonio più importante che la
Banca possiede, quello dell’informazione, per fornire
elementi che aiutino a prendere decisioni strategiche, attraverso
un processo chiaro e un maggior presidio dei rischi. Ciò si
traduce in una gestione più sana e prudente, con una visione
dell’attività che pone il cliente al centro, in
un’ottica CRM», afferma il CIO.

Queste informazioni, però, non vivono isolate, ma devono essere
gestite e concluse in un’ottica multicanale, con un
utilizzo esteso sia all’interno sia all’esterno
dell’azienda e con un modello di comunicazione più
efficace. «Unified Communication e multicanalità sono due
principi non facili da realizzare: integrare la comunicazione,
con i canali operativi comporta un cambiamento e degli
investimenti non secondari», sottolinea Gusmeroli.

Il terzo ramo di interventi su cui si focalizzeranno gli
investimenti riguarda la razionalizzazione delle architetture,
sia di carattere applicativo sia infrastrutturale,
nell’ottica di efficientare l’ICT, che è la macchina
di supporto al business, e semplificare i processi. «Sono
investimenti mirati alla riduzione dei costi e a un utilizzo più
razionale delle risorse che si hanno a disposizione,
nell’ottica non di spendere meno ma di spendere meglio. Per
questo, stiamo realizzando un nuovo sistema di ICT performance
management che ci consentirà di misurare i ritorni che vengono
dall’ICT, nell’ambito di una strategia aziendale
complessiva, anche, come detto, di gestire al meglio le
informazioni e condividerle».

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