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Fatture elettroniche tra privati: ora sono legge, ma la strada è ancora lunga

Il 2 settembre sono entrate in vigore le nuove norme sulle transazioni commerciali tra aziende, per cui la digitalizzazione dei documenti resta una possibilità (con agevolazioni) e non un obbligo. Previsti rimborsi IVA eseguiti in via prioritaria, esonero dalle comunicazioni obbligatorie per spesometro e black list, semplificazione dei controlli fiscali. Su alcuni dettagli c’è però ancora qualche incertezza

Pubblicato il 14 Set 2015

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La fattura elettronica tra privati è realtà di legge, dal 2 settembre, quando è entrato in vigore il decreto 127/2015, ma il percorso sarà ancora lungo per l’effettiva operatività. E costellato di dubbi e incertezze, su cui stanno arrivando in questi giorni alcune critiche dagli addetti ai lavori.

Ricordiamo i punti principali del decreto:

  • prevede in via opzionale a decorrere dal 1° gennaio 2017, l’invio telematico all’Agenzia delle entrate dei dati di tutte le fatture (e relative variazioni), emesse e ricevute, anche mediante Sistema di Interscambio;
  • rende disponibile gratuitamente, a decorrere dal 1° luglio 2016, da parte dell’Agenzia delle entrate, il servizio base per la predisposizione del file contenente i dati della fattura, il suo invio e la conservazione delle fatture elettroniche;
  • rende disponibile, per specifiche categorie di soggetti passivi IVA, il servizio gratuito di generazione, trasmissione e conservazione delle fatture elettroniche già utilizzato per gli scambi con la Pa;
  • introduce modalità nuove e semplificate per i controlli fiscali che potranno essere effettuati, anche “da remoto”, riducendo così gli adempimenti dei contribuenti ed evitando di ostacolare il normale svolgimento delle attività. Viene poi esclusa la duplicazione nella richiesta di dati.

Intanto però su questi punti si attendono ulteriori decreti, per chiarirne i dettagli, ed è su questa incertezza di fondo che si sono concentrate alcune considerazioni degli addetti ai lavori, tra cui quelle dell’Avvocato Andrea Lisi.

Primo punto, “con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate, sentite le associazioni di categoria nell’ambito di forum nazionali sulla fatturazione elettronica istituiti in base alla decisione della Commissione europea COM (2010) 8467, sono definite le regole e soluzioni tecniche e i termini per la trasmissione telematica, in formato strutturato, di cui al comma 3, secondo principi di semplificazione, di economicità e di minimo aggravio per i contribuenti, nonché le modalità di messa a disposizione delle informazioni di cui al comma 2”, si legge nel decreto.

Secondo, “con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, da emanarsi entro sei mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto, sono stabilite nuove modalità semplificate di controlli a distanza degli elementi acquisiti dall’Agenzia delle entrate ai sensi del comma 3, basate sul riscontro tra i dati comunicati dai soggetti passivi dell’imposta sul valore aggiunto e le transazioni effettuate, tali da ridurre gli adempimenti di tali soggetti, non ostacolare il normale svolgimento dell’attività economica degli stessi ed escludere la duplicazione di attività conoscitiva”.

Sappiamo già che in generale tra le semplificazioni previste, per chi userà la fattura elettronica inviata in modalità telematica, ci saranno rimborsi IVA eseguiti in via prioritaria; esonero dalle comunicazioni obbligatorie per spesometro, black list e limitazioni Intrastat; riduzione di un anno – da quattro a tre – dei termini di accertamento; semplificazione dei controlli fiscali.

Come commenta Paolo Catti, Co-Direttore della Ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione presso il Politecnico di Milano, «coloro che già adottano o adotteranno processi di Fatturazione Elettronica, si troverebbero agevolati nella effettuazione della trasmissione telematica e potrebbero coniugare comunicazione commerciale e fiscale consentendo di abolire completamente adempimenti come lo spesometro e la comunicazione delle operazioni con i Paesi Black List e i modelli INTRA riferiti agli acquisti di beni e servizi – adempimenti burocraticamente tanto onerosi quanto “sgradevoli”, che gravano sull’operatività delle imprese. Il contribuente, poi, otterrebbe rimborsi IVA più veloci».

Secondo Luigi Caruso, Coordinatore del progetto PMI Digital Edge Sezione IT Unindustria e Presidente del Gruppo CMT, «si agevoleranno di molto i rapporti tra Stato e Imprese Private garantendo trasparenza ed eliminando sempre più quei vincoli burocratici che le aziende private guardano sempre con sospetto». Le perplessità riguardano «i servizi di fatturazione e di conservazione gratuiti offerti dallo Stato. I provider privati investono ingenti risorse per offrire alle aziende servizi sempre più semplici da utilizzare e soprattutto sempre più integrati nel ciclo emissione fattura, conservazione, gestione del back office amministrativo del documento e integrazione con gestionali aziendali tutto a beneficio dell’efficienza competitiva dei processi; probabilmente lo Stato potrebbe investire risorse in campagne per sensibilizzare le imprese sui vantaggi della digitalizzazione».

Questa è una critica, degli addetti ai lavori, che già ha riguardato gli strumenti gratuiti forniti per fattura PA.

Lisi aggiunge, tra i punti da chiarire, che rimangono da verificare le specifiche misure che saranno adottate per salvaguardare l’integrità e la conservazione dei flussi di dati di natura contabile. «Con un inquietante risvolto. In un possibile contenzioso tributario, in caso di richiesta di esibizione del documento informatico fiscalmente rilevante, sarebbe proprio la nostra controparte nel giudizio a dover “cooperare” con noi dal momento che possiede per nostro conto (e si spera “a norma”) i nostri dati e documenti contabili».

Ritiene ingenerose le critiche, invece, Ernesto Belisario, Avvocato Esperto di PA digitale (e membro del Tavolo permanente per l’Innovazione e l’Agenda digitale presso Palazzo Chigi): «Il decreto prova a porre rimedio alle principali obiezioni che erano state sollevate contro la fatturazione elettronica verso la PA», dice. «La fattura elettronica tra privati quindi non viene imposta, ma agevolata. Secondo, si usa la stessa infrastruttura della fattura PA, il Sistema di interscambio, quindi «non viene realizzato un sistema apposito, ma si riutilizza l’esistente con ovvi vantaggi per imprese e sviluppatori che possono fare affidamento su un unico sistema (che sicuramente potrà essere ulteriormente migliorato)». Terzo, è una innovazione senza oneri, «rispondendo così alle critiche che all’inizio le aziende avevano sollevato verso la fattura PA.

Il sistema consentirà oltre alla redazione e alla trasmissione della fattura anche la possibilità di conservarla, evitando così che i privati debbano provvedervi autonomamente», dice Belisario.

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