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Così le aziende usano l’eProcurement

L’e-procurement è gradito soprattutto alle grandi aziende e ha le maggiori installazioni negli Usa, ma anche l’Europa Occidentale non se la cava male. Un sondaggio di Gartner su 109 aziende utenti di soluzioni e-procurement e 32 vendor

Pubblicato il 21 Feb 2012

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L’e-procurement è gradito soprattutto alle grandi aziende e ha le maggiori installazioni negli Usa, ma anche l’Europa Occidentale non se la cava male. Viene usato nella maggior parte dei casi per fare acquisti da catalogo, ma fanno strada anche altri utilizzi.

Sono le principali evidenze di un sondaggio pubblicato di recente dalla società di ricerca Gartner, su 109 aziende utenti di soluzioni e-procurement e 32 vendor. Ed è utile per prendere il polso a un mercato che in Italia e in Europa diventerà più attuale nel 2012, dietro la spinta dei risparmi previsti per pubbliche amministrazioni e imprese che utilizzino l’e-procurement.

Bisogna comunque tenere conto – come emerso dal sondaggio Gartner – che più grandi si è maggiori sono i risparmi possibili. Per le piccole aziende la “value proposition” dell’e-procurement è meno interessante. “In linea generale, le aziende più piccole ottengono una percentuale inferiore di ritorno d’investimento, perché consumano di meno e ottengono sconti inferiori rispetto a quelle più grandi”.

Insomma, sembra una banalità ma giova ribadirlo: l’e-procurement dà vantaggi ma non fa miracoli; non sovverte la regola aurea dell’economia secondo cui chi acquista di più ottiene un prezzo unitario inferiore, dallo stesso fornitore.

È così che Gartner spiega la minore diffusione di questi servizi presso le aziende più piccole. Gartner analizza anche la distribuzione geografica delle adozioni. Per quelle maggiori (500 utenti e oltre), il 42 per cento è posizionato negli Usa, il 13 per cento nel Regno Unito e il 24 per cento in Europa Occidentale Continentale. Le altre regioni sono distanziate. Per vedere una distribuzione geografica più equa, basta però analizzare le adozioni più piccole (da 1 a 499 utenti): il 14 per cento è negli Usa, il 12 per cento è nell’Europa Occidentale Continentale; altrettanti nel Regno Unito. Segue da vicino l’Europa dell’Est (11 per cento) e il Canada (10 per cento).

La previsione è che l’e-procurement tenderà a diffondersi in varie parti del globo, soprattutto grazie alle multinazionali che lo adotteranno via via nei vari Paesi in cui sono presenti. Il consiglio degli analisti è però di studiare attentamente un lancio globale, con test prima e dopo: in certe zone più remote i servizi di e-procurement possono soffrire di latenza.

Gartner ha analizzato 88 grandi adozioni e 147 minori e ha notato che l’adozione è diffusa abbastanza equamente tra le diverse industrie; ma quelle più numerose, nel campione analizzato da Gartner, sono del settore sanitario (17,1 per cento), delle pubbliche amministrazioni locali e regionali (8,6 per cento) e del manifatturiero.

Gli analisti hanno colto una novità: adesso la maggior parte delle adozioni e-procurement utilizza il Saas (Software as a service) come modalità di fornitura del servizio. Per che cosa viene utilizzato? Soprattutto per comprare parti e materiali business da un catalogo, con pochi clic (67 per cento dei rispondenti).

Questa è in fin dei conti la filosofia che ha partorito l’e-procurement: dare agli utenti business la possibilità di acquistare cose per l’azienda con la stessa facilità e immediatezza con cui si ordinano libri o cd su Amazon. Tuttavia, Gartner nota che ormai le aziende utilizzano questi servizi in modo più esteso. Il 54 per cento di loro fa anche ordini con testo libero. Il 53 per cento usa l’e-procurement per tutti gli acquisti sotto i 10 mila dollari e il 47 per cento per tutti quelli sopra quella cifra. E via a scendere: servizi IT da un catalogo (26 per cento), acquisti con pagamento ricorrente (come i noleggi di apparati; 25 per cento), servizi a ore (come il lavoro temporaneo, 23 per cento). Gartner incoraggia le aziende a usare l’e-procurement a fondo, per vari tipi di acquisti e così sfruttarne appieno le potenzialità.

Stessa fiducia nell’e-procurement c’è nelle istituzioni europee. La Commissione europea ha presentato una proposta di riforma delle direttive sul Public procurement e dovrebbe essere adottata entro fine 2012. Tra le altre cose, spinge per un maggiore ricorso all’e-procurement, con cui stima si possano dimezzare i costi per l’approvvigionamento di beni, servizi e lavori da parte di imprese e pubbliche amministrazioni (pari a 5,26 miliardi di euro l’anno in Europa). La PA italiana potrebbe risparmiare 4 miliardi di euro con l’e-procurement, secondo la School of Management del Politecnico di Milano

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