Nuove frontiere

La Stampa 3D contagia il business. Dalla Cina all’Italia, i casi e le opportunità

Mentre in Italia si allarga il numero dei costruttori di stampanti 3D, anche all’estero fioriscono novità e sviluppi di un settore che sta interessando comparti differenti. Dal guanto che sostituisce il gesso per le fratture alla nuova stampante italiana fino alla società cinese che costruisce 10 piccole case in un giorno

Pubblicato il 09 Mag 2014

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Stampa 3D e manufacturing digitale, una rivoluzione annunciata da tempo e che ora sta toccando in maniera concreta il tessuto economico del nostro Paese, aprendo importanti opportunità di business alle PMI.

Anche la medicina è contagiata dalla passione per gli oggetti costruiti tramite stampanti. E’ il caso Osteoid, un prototipo che il primo premio dell’A-design Award & Competition. Si tratta di tutore protettivo che a breve potrebbe rendere obsoleto il vecchio gesso. Inventato in quattro mesi da Denis Karasahin, designer di Izmir, Turchia, è un tutore-custodia stampato in 3D, non tossico e non deformabile, personalizzabile e in grado di collegarsi a un generatore Lipus di ultrasuoni a bassa intensità in grado di accorciare di tempi di saldatura dell’osso rotto fino all’80%.

Dopo avere scannerizzato la zona del corpo interessata dalla frattura è stata elaborata la protezione che va a coprire con una custodia divisa in due parti che si combinano sull’avambraccio del paziente. In questo modo si uniscono le posibilità offerte dagli ultrasuoni nel caso di fratture a una protezione di nuova generazione molto più pratica rispetto alle gesso.

Dalla Cina invece arriva la possibilità di costruire nuove abitazioni in tempi record.

Dopo la Canal House di Amsterdam, la prima casa dotata di 13 stanze che sarà completata in tre anni con l’utilizzo di stampanti 3D, in Cina una società ha sviluppato una tecnologia per stampare in 3D abitazioni in 24 ore. Accade a Shanghai: autore del progetto la società Winsun New Materials che ha da poco completato dieci strutture che ora saranno adibite ad uffici. 3,2 milioni di dollari e 12 anni di sviluppo è l’investimento effettuato dalla società cinese che ha realizzato costruzioni molto simili ai prefabbricati usando quattro stampanti 3D larghe dieci metri e alte quasi sette che producono un misto di cemento – una qualità che si asciuga in fretta – e materiale di scarto di costruzione. Con questa miscela creano i muri strato su strato.

Per realizzare la stampante la società ha anche acquisito parti della printer all’estero e assemblato il tutto in azienda a Suzhou. “Questo nuovo tipo di struttura stampata in 3D è eco-sostenibile e conveniente”, ha spiegato il Ceo Winsun Ma Yihe.

Ogni abitazione costa meno di cinquemila dollari. Secondo Winsun il costo di stampa di queste case è circa la metà di quello tradizionale . E anche se la tecnologia sembra efficiente, è improbabile che possa essere ampiamente utilizzato per costruire case in tempi brevi a causa di ostacoli normativi.

L’ultima nata in Italia

Venendo alle soluzioni e al nostro Paese, 3D Playmaker è la nuova stampante 3D italiana. Proposta dal team fiorentino di I3d.it è una printer che si rivolge ad appassionati e professionisti.

Disponibile nella versione con uno, due o tre estrusori per poter stampare fino a tre colori o materiali contemporaneamente, Playmaker possiede il piatto riscaldato per una massima aderenza dell’oggetto, volume di stampa 340 mm x 280 mm x320 mm, telaio in alluminio, colori integrati e porta miscro Sd e Usb per aggiornare i driver e stampare in modo autonomo e diretto.

Inoltre, prevede l’utilizzo di filamenti Pla, Abs e materiali speciali per la stampa, possiede un monitor Lcd integrato, ugelli di 0,35 mm, risoluzione 0.05 mm e motori Neme23. Già disponibile, può essere acquistata al prezzo di 1.700 euro.

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