Reportage

Oracle Cloud Day, AI e clienti italiani alla ribalta

1300 partecipanti, 15 partner e 20 testimonianze di aziende utenti all’edizione 2018 a Milano. Il country manager Spoletini ha spiegato i tre pilastri della strategia Oracle: «Presto inizierà una seconda ondata di soluzioni cloud, basata sull’integrazione di AI, IoT e blockchain, che consentirà veri vantaggi competitivi»

Pubblicato il 31 Dic 2018

oracle cloud day 2018 Fabio Spoletini

Oracle si definisce una “cloud company”, ed è quindi logico che il suo evento annuale in Italia si chiami Oracle Cloud Day. L’edizione 2018 si è tenuta al MiCo, Centro Milano Congressi, con 1300 partecipanti, 15 partner, 55 sessioni, e 20 testimonianze di aziende italiane utenti di applicazioni cloud Oracle nelle varie aree: ERP, HR, finance, security, big data e analytics, marketing.

Dall’automazione all’autonomous

Ha aperto l’evento Neil Sholay, VP of Digital di Oracle EMEA, che ha spiegato il contributo determinante delle tecnologie più avanzate – soprattutto AI, machine learning, IoT, blockchain, definite “tailwind technologies” – per l’imminente salto dalle piattaforme di automazione a quelle “autonomous”. «Con l’automazione il sistema informativo, al verificarsi di certe condizioni, compie azioni dettate da regole predefinite. Il sistema “autonomous” invece elabora grandi volumi di informazioni per decidere da solo le reazioni più adatte ai cambiamenti ambientali».

Nell’azienda “autonomous” , che trova nel cloud la piattaforma unificante, il sistema ERP dialoga con le vendite, e l’IoT alimenta con i suoi dati la supply chain estesa che arriva fino al consumatore. «E Oracle la sta abilitando grazie all’integrazione delle tecnologie “tailwind” in tutta la sua offerta cloud, e in particolare nelle business application».

Sholay ha citato come esempi l’intelligent payment in Oracle Cloud ERP, il “best value freight” nel supply chain management, lo smart staffing in HCM. E per l’area CX il caso di Melia, la catena con 400 hotel nel mondo, che tramite un’app e un braccialetto bluetooth permette all’ospite di fare checkin, entrare in camera, pagare le consumazioni al bar e gli acquisti nei negozi vicini.

Il country manager italiano di Oracle, Fabio Spoletini, ha poi inquadrato le prossime mosse di Oracle nel contesto di mercato. «Il cloud è inarrestabile e fondativo. Tra 10 anni non si venderà più software on premise, già oggi il modello commerciale della vendita di licenze non funziona più».

Oggi il cloud è molto spesso associato all’area IaaS (infrastructure as a service), che fa la gran parte del mercato in termini di numeri, e ha migliorato efficienza e time-to-market, ma presto inizierà una seconda ondata, basata sull’integrazione di AI, IoT e blockchain nelle piattaforme cloud, che consentirà veri vantaggi competitivi. «Negli ultimi anni sempre più aziende hanno scelto il cloud per la gestione di infrastrutture e singoli processi, fino al loro cuore pulsante: l’ERP. Ora con l’integrazione di AI e machine learning metteremo strumenti potenti nelle mani di tutte le linee di business».

Tre driver per la strategia entro il 2020, e tre per quella entro il 2025

In questo contesto, secondo Oracle entro il 2020 oltre il 50% dei dati aziendali sarà gestito con un più alto livello di sicurezza; anche i settori più regolamentati sposteranno almeno il 50% dei workload nel cloud; e il principale vendor di cloud ERP avrà più del 50% del mercato ERP. Invece entro il 2025 l’AI sarà in tutte le applicazioni cloud e piattaforme di servizi, l’85% delle interazioni con i clienti sarà automatizzato, e il 60% dei ruoli IT che saranno necessari non sono ancora stati inventati.

Sono questi, continua Spoletini, i driver che stanno guidando gli investimenti di Oracle, la cui strategia oggi si basa su tre pilastri. Il primo è la “business process innovation”: «Vogliamo avere la più grande piattaforma di SaaS, perché l’IT delle aziende non sarà più in grado di gestire strategie best-of-breed, e l’integrazione dei processi sarà fondamentale».

Il secondo pilastro è l’innovazione tecnologica: due esempi sono l’autonomous database e IaaS gen2 Cloud. «Nel primo caso togliamo alle aziende utenti la preoccupazione di installare e testare le patch: il database sarà “self patching”, e sempre aggiornato. IaaS gen2 è stato pensato per garantire livelli enterprise di sicurezza e affidabilità anche per i workload più mission critical».

Il terzo pilastro è la trasformazione da “vendor di licenze” a fornitore di servizi, e quindi responsabili del livello di qualità del servizio. «È come cambiare mestiere, stiamo lavorando sul nostro DNA per diventare un’azienda focalizzata sul successo dei clienti».

Spoletini ha poi citato le 20 aziende italiane salite sul palco dell’Oracle Cloud Day 2018. «Forse le più dinamiche oggi sono le medie aziende, molte delle quali stanno affrontando il cambiamento generazionale, e stanno puntando sull’espansione internazionale». In particolare nella tavola rotonda della sessione plenaria hanno portato la loro testimonianza Amplifon, Massimo Zanetti Beverage Group (MZB), e Giglio Group.

I casi Giglio Group, Massimo Zanetti Beverage, e Amplifon

Giglio Group, con sede a Genova, gestisce le piattaforme eCommerce di diversi marchi del luxury fashion: «Abilitiamo le vendite online di qualsiasi brand in tutto il mondo, attraverso lo sviluppo del sito e-commerce localizzato per il mercato di riferimento, o di “shop in shop” sui principali marketplace online», ha spiegato Alessandro Santamaria, Digital & Strategic Managing Director, Giglio Group. «Tutti i marchi del fashion gestiti per le attività di eCommerce dalla Divisione Digital di Giglio Group saranno sviluppati su piattaforma Oracle Cloud per la gestione dell’eCommerce multicanale (Commerce Cloud, Multichannel Order Management Cloud e PaaS). L’obiettivo è rilasciare progetti di eCommerce ad altissimo livello, aumentando la velocità di release online».

Il Gruppo Massimo Zanetti Beverage, specializzato nella lavorazione e distribuzione di caffè tostato, comprende più di 50 società, con ricavi per quasi un miliardo di euro in 110 paesi (il marchio più famoso è Segafredo) ed è cresciuto per acquisizioni, ciascuna delle quali ha portato in dote il suo sistema informativo. «Nel tempo è cresciuta l’esigenza di semplificare il parco applicativo e unificare processi e cultura. A queste si affianca la volontà di sfruttare le opportunità del cloud», ha detto Massimo Zuffi, Controlling & IT Director Manager di MZB. La soluzione che verrà adottata è Oracle ERP Cloud, a copertura delle aree Finance, Planning, Procurement, Manufacturing, Maintenance, Quality, Supply Chain Management, S&OP, Sales and Distribution. Il progetto prevede la definizione di un Global Template e successivi roll out, nei prossimi 4 anni, in tutte le 50 filiali del Gruppo.

Infine in Amplifon, ha spiegato il Global CIO Gabriele Chiesa, il percorso di digital transformation innescato dalla strategia di internazionalizzazione si basa su One Amplifon Transformation (1AT), la Oracle Fusion Platform aziendale. «I fronti principali sono due, uno è un progetto CRM per abilitare analisi big data dei dati dei clienti, l’altro è un cloud ERP di cui stiamo iniziando l’adozione, per unificare 22 società e 14mila persone. Standardizzare il modello di business è fondamentale, per esempio oggi abbiamo un ciclo di vita dell’acquisto unificato in area Procurement, un modello centralizzato per le analisi di business in area Finance, e un modello di valutazione delle performance standardizzato in area HR».

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