Fatturazione B2B

Fatturazione elettronica: costi e vantaggi (non solo fiscali) per tutte le aziende

Fatturazione elettronica: costi e vantaggi finalmente raccontati con precisione dagli analisti, che fotografano i risparmi e le spese per tutte le aziende. Catti (P4I): “Il legislatore Europeo, così come quello nazionale, stanno lavorando per cambiare norme e modelli di riferimento, promuovendo un ecosistema sempre più digitale”

Pubblicato il 26 Apr 2018

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Fatturazione elettronica costi e vantaggi. L’associazione di parole sorge quasi spontanea. Il punto di partenza è l’obbligo di Fatturazione Elettronica B2B. Dal 1 gennaio 2019, infatti, tutti i privati in Italia (esclusi i cosiddetti minimi e i fornitori esteri) dovranno emettere verso chiunque (imprese, privati e consumatori) solo e esclusivamente fatture elettroniche. E, si badi bene: non in PDF! L’unico formato possibile, infatti, è il tracciato XML_PA, veicolato attraverso il Sistema di Interscambio e archiviabile esclusivamente in modalità digitale.

Una norma che riguarda tutte le aziende, anche le piccolissime

La normativa va a modificare profondamente i formati e le modalità di trasmissione di qualsiasi tipo di fattura: fatture B2B (cioè tra imprese tra artigiani, tra professionisti … chiunque), bollette, nonché facoltà di scambio elettronico anche per scontrini e ricevute. In sintesi, qualsiasi documento a valenza fiscale emesso per riscuotere il prezzo di una cessione di beni o di una prestazione di servizi dovrà essere prodotto mediante fatturazione elettronica. Le piccolissime imprese, quelle dal fatturato molto molto basso, saranno esentate. Tuttavia, molto ragionevolmente, le riceveranno comunque: quindi, che sia attivo o che sia passivo, quest’obbligo coinvolgerà tutte le realtà aziendali del nostro Paese.

Fatturazione elettronica: costi e (tanti) benefici

La buona notizia è che a fatturazione elettronica costi segue a ruota fatturazione elettronica vantaggi. In Italia le fatture emesse ogni anno verso i privati sono circa 1,3 miliardi a cui si sommano circa un miliardo di fatture emesse verso i consumatori (Fonte: Osservatorio Fatturazione Elettronica ed eCommerce B2B del Politecnico di Milano). Stiamo parlando di 2, 3 miliardi di fatture: un numero davvero esorbitante che, convertite in formato elettronico, consente di inaugurare nuove economie di scala.

Digitando su Google Fatturazione elettronica costi, però, la rete offre molte informazioni ma pochi dati. Gli analisti, invece, hanno puntato i riflettori su alcune informazioni chiave che consentono alle imprese di fare le proprie valutazioni. Per la fatturazione attiva (Composizione, Stampa e Consegna della Fattura al cliente, Conservazione esclusa) i costi che tutte le aziende devono sostenere mediamente sono:

  • su carta e spedita via posta cartacea: tra 2,9 e 3,7 euro a fattura
  • digitale con file allegato a una mail o PEC: tra 1,8 e 2,4 euro a fattura
  • su carta e consegnata a mano: tra 2,6 e 3,5 euro a fattura

Grazie alle nuove logiche di gestione, la fatturazione elettronica riduce i costi e ottimizza le procedure. Lo spiega bene l’infografica sottostante:

Le imprese, a breve, avranno a disposizione un Portale pubblico in cui indicare attraverso quali canali desiderano ricevere le fatture. Se un’impresa si censisce su questo portale, le fatture verranno veicolate automaticamente sui canali indicati, altrimenti il fornitore potrà inserire il recapito che reputa più adatto. Qualora le fatture non venissero recapitate, o finissero su canali non desiderati, le aziende potranno accedere al loro cassetto fiscale e trovare lì quelle di loro competenza.

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Tutto questo cosa significa? Lato Attivo, significa muovere decisi verso fatture elettroniche, che nascono digitali e si conservano elettronicamente. Come sottolineano gli esperti, se oggi la percezione di molte imprese è che si tratti di un modo diverso per produrre un file, col tempo diventerà un modo diverso di gestire le informazioni sulle transazioni.
I vantaggi della fatturazione elettronica lato Passivo, sono di ricevere file digitali strutturati, che evitano di doverli ricopiare a mano all’interno di un sistema, visto che è possibile leggerli e controllarli direttamente non appena arrivano. Significa togliere il data entry e dedicare il tempo delle persone a controllare la correttezza dei dati piuttosto che a scrivere su una tastiera. Nell’insieme, significa digitalizzare completamente, nell’emissione e nella conservazione, una fase cardine del Ciclo dell’Ordine, quella di Fatturazione, che non può non innescare il desiderio di produrre le fatture a partire da altri dati che derivano da specifici eventi: esiti di consegne, conferme d’ordine, ordini … Ecco perché fatturazione elettronica significa tagliare tante voci di costo nascoste e portare maggiore efficienza e velocità in tutte le aziende.

Verso il mercato unico digitale europeo

La normativa voluta dal legislatore non promuove soltanto il circolo virtuoso della dematerializzazione, favorendo la trasparenza informativa. L’obiettivo è porre le basi per una collaborazione e uno scambio più efficienti e veloci. L’importante, infatti, è capire che il ciclo dell’ordine digitale non è solo un modo diverso di scambiare documenti, quanto piuttosto un nuovo ambiente in cui ricostruire prassi e procedure. 

Paolo Catti
Paolo Catti, Associate Partner, P4I-Partners4Innovation

«L’Europa sta lavorando da anni per porre le basi del suo stesso Mercato Unico Digitale – spiega Paolo Catti, Associate Partner e online Advisory Director di P4I – Partners4Innovation -. Quindi ha in gran parte già definito regole tecniche e regole giuridiche per abilitare e favorire la digitalizzazione nelle relazioni tra clienti e fornitori. Esistono ormai standard di riferimento condivisi, esistono regole e obblighi per le PA Europee che portano alla convergenza verso linguaggi e modelli di lavoro univoci e ben definiti. Così come esistono commissioni e progetti che hanno lavorato per anni e hanno ormai concluso le loro attività, arrivando a risultati chiari che oggi rappresentano riferimenti importanti per l’innovazione normativa che guarda all’innovazione digitale».

Come sottolinea Catti, il legislatore Europeo, così come quello nazionale, stanno lavorando alacremente per cambiare norme e modelli di riferimento e promuovere un ecosistema sempre più digitale. Il regolamento eIDAS, il GDPR, il Public Procurement, i lavori sul DDT Elettronico, così come quelli sulla Fatturazione Elettronica sono tutti esempi concreti di cambiamenti in atto con scadenze vicinissime, che puntano a definire regole e modelli per le organizzazioni in un mondo sempre più digitale.

Le fatture cartacee e quelle in PDF non verranno più pagate

«Molte aziende si chiedono a cosa serve quest’obbligo – conclude Catti -. La risposta è semplice: a generare benefici per il sistema Paese, consentendo di ridurre l’evasione e di rendere più semplice e trasparente il rapporto tra Fisco e contribuenti ma anche offrendo l’opportunità di razionalizzare e risparmiare. Tutte quelle imprese che, per anni, hanno intercettato stancamente l’invito a digitalizzare il loro ciclo Ordine Consegna-Fatturazione-Pagamento e che finora hanno scelto più o meno consapevolmente di rimandare o di affrontare più avanti o con più calma questo importante passaggio, devono capire che siamo arrivati ormai al punto di non ritorno. In estrema sintesi, significa che le fatture cartacee tradizionali o i soli PDF non potranno più essere pagati né registrati in contabilità».

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