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Una survey del Politecnico di Milano indaga i motivi della mancata adozione delle soluzioni di Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione: timore del cambiamento, scarsa comprensione dei benefici e normativa in evoluzione

L’applicazione dei principi della Fatturazione Elettronica si declina concretamente in modelli attuativi assai diversi tra loro: la Conservazione Sostitutiva…

Pubblicato il 01 Lug 2010

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L'applicazione dei principi della Fatturazione Elettronica si
declina concretamente in modelli attuativi assai diversi tra
loro: la Conservazione Sostitutiva delle fatture o di altri
documenti, la Fatturazione Elettronica “pura” a norma
di legge, la Veicolazione Elettronica delle fatture e di altri
documenti del ciclo dell'ordine (in formato strutturato o non
strutturato).

La Fatturazione Elettronica “pura” a norma di
legge è un fenomeno ancora marginale in Italia
, anche
per la ormai cronica mancanza del Decreto Attuativo
dell’obbligo di Fatturazione Elettronica nei confronti
della Pubblica Amministrazione, mentre sono in continua
espansione gli altri modelli
, quali la Conservazione
Sostitutiva delle fatture o di altri documenti contabili (attuata
da circa 3.000 imprese) e la Veicolazione Elettronica di fatture
e altri documenti del ciclo dell’ordine nei sistemi EDI
(circa 8.000 imprese) o con altre soluzioni di interscambio
documentale (circa 50.000 imprese).

Per comprendere meglio le dinamiche di diffusione dei diversi
modelli, nell’ultima Ricerca dell’Osservatorio
Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione (si veda il
Rapporto “La Fatturazione Elettronica in Italia: reportage
dal campo”, pubblicato sul sito www.osservatori.net) sono
state approfonditamente analizzate le barriere all’adozione
indicate da numerose Organizzazioni italiane, pubbliche e
private, che non utilizzano alcuna soluzione di Conservazione
Sostitutiva, Fatturazione Elettronica e Integrazione del Ciclo
dell’Ordine.

Le motivazioni che portano a scegliere di non adottare
queste soluzioni
sono eterogenee ma essenzialmente
riconducibili a 5 principali categorie: la necessità di
investire nel change management, la scarsa percezione dei
benefici conseguibili, la percezione di poca chiarezza nella
normativa, il timore che i costi o gli investimenti da sostenere
siano eccessivi e la consapevolezza di non disporre delle
competenze necessarie.

La difficoltà nella gestione del cambiamento
appare come il primo degli ostacoli che bloccano l’adozione
di queste soluzioni. Affrontare i cambiamenti – di processo,
organizzativi, culturali, relazionali – che sono inevitabilmente
legati a ogni progetto innovativo è complesso: proprio a causa
del timore che il change management sia troppo oneroso, molte
organizzazioni scelgono di non avviare progetti.

La seconda barriera generalmente evidenziata è la scarsa
o difficile comprensione dei benefici
legati alla
dematerializzazione. È opportuno sottolineare, tuttavia, come la
maggior parte delle aziende che evidenzia questa barriera abbia
contemporaneamente dichiarato di non aver effettuato valutazioni
puntuali sui benefici potenziali: si tratta, dunque, di un
ostacolo che sarebbe facilmente superabile, anche alla luce dei
più che evidenti benefici misurati e dimostrati nel tempo
dall’attività dell’Osservatorio.

Infine, l’ultima barriera indicata da un numero
significativo di organizzazioni è la scarsa chiarezza della
normativa. Il principale elemento di criticità che viene
evidenziato non è tanto la complessità della normativa, quanto:
i timori sono legati essenzialmente alla percezione di un
quadro normativo in costante evoluzione, che crea
conseguentemente atteggiamenti di attesa e di
prudenza
.

La percezione delle barriere all’adozione è
sostanzialmente simile per i progetti di Conservazione
Sostitutiva, Fatturazione Elettronica e Integrazione del Ciclo
dell’Ordine, tuttavia con due differenze sostanziali:

• le risposte sulle barriere alla Fatturazione Elettronica
evidenziano come questa sia percepita come un progetto lontano,
da considerare nel medio-lungo periodo;

• la principale barriera all’Integrazione del Ciclo
Ordine-Pagamento non è la gestione del cambiamento, ma la scarsa
percezione dei benefici, che in un progetto di integrazione sono
molto rilevanti ma anche più difficili da valutare.

A tal proposito, nella versione digitale del Rapporto “La
Fatturazione Elettronica in Italia: reportage dal campo”
sono contenuti dei nuovi tool di autovalutazione
denominati SAT – Self Assessment Tool –
che
consentono, grazie all’inserimento di pochi dati
elementari, di ottenere una prima valutazione dei
benefici
potenziali per la propria azienda legati
all’introduzione di soluzioni di Conservazione Sostitutiva,
Fatturazione Elettronica e Integrazione del Ciclo
dell’Ordine.

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