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Sky Italia, l’innovazione parte dal Data Center

In 4 anni l’infrastruttura è stata completamente rivista per rispondere alle nuove esigenze del business, realizzando un Private Cloud che ha permesso di raggiungere importanti vantaggi: flessibilità nella erogazione dei contenuti TV – anche quelli fruiti on demand e da Mobile – riduzione di tempi di risposta e TCO, semplicità di gestione, aumento della efficienza energetica

Pubblicato il 22 Ott 2013

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Fin dalla sua nascita nel 2003 Sky Italia ha avviato una solida politica di investimenti con l’obiettivo di proporre ai telespettatori italiani i migliori programmi televisivi nazionali ed internazionali con le tecnologie più innovative. Una vocazione all’eccellenza che ha riguardato anche la divisione IT, dove è stato creato un team di lavoro (IT Architecture) con l’obiettivo di identificare soluzioni innovative in ambito IT per consolidare, razionalizzare e mantenere le piattaforme tecnologiche dell’azienda allo stato dell’arte, riducendone allo stesso tempo i costi di gestione.


Da circa 4 anni Sky Italia ha intrapreso un progressivo percorso verso il Cloud, in cui il primo passo è stato l’adozione di tecniche di virtualizzazione per le server farm in cui sono ospitati gran parte degli applicativi del Sistema Informativo aziendale.

Per le applicazioni business critical nel 2010 è stato realizzato un progetto di Data Center Transformation che ha provveduto alla migrazione dei principali applicativi (CRM, billing, Business Intelligence…) dai sistemi on premise dell’azienda, ormai obsoleti, ad altri di ultima generazione e configurati sfruttando tecniche avanzate di virtualizzazione. Il nuovo approccio permette, all’occorrenza, di aggiungere in maniera flessibile nuove risorse infrastrutturali (maggiore capacità elaborativa, nuove macchine virtuali, …), riuscendo così a gestire i picchi di carico, permettendo di rispondere ad esigenze stagionali e cicliche del mercato, come ad esempio l’attivazione di servizi limitati nel tempo o le campagne commerciali. Questa iniziativa ha portato a una riduzione significativa dei server fisici (il 70% in meno rispetto al 2009) e a un numero di circa 500 macchine virtuali.


Un Private Cloud che supporta l’erogazione di contenuti On Demand

Il passo successivo alla virtualizzazione e al consolidamento dei server fisici è stato la realizzazione di un Private Cloud ad alta automazione, con l’obiettivo di supportare con affidabilità, agilità ed efficienza servizi ad alto consumo di risorse, come la nuova applicazione SkyGo, che consente di fruire dei contenuti on demand anche da dispositivi mobili – tablet e smartphone – oltre che di una selezione di 28 canali lineari. L’infrastruttura di erogazione del servizio è configurata in business continuity in due Data Center remoti.

La scelta di implementare tale soluzione è stata presa dalla Direzione IT che ha individuato nel Cloud Computing la tecnologia più adatta allo scopo in termini di scalabilità, rapidità nel provisioning di nuove macchine virtuali e maggiore disponibilità di capacità di calcolo. Tale scelta ha di fatto conferito all’infrastruttura il giusto livello di flessibilità necessario a gestire l’incertezza legata alla variabilità del numero di abbonati che accedono al servizio e alla stagionalità della domanda, garantendo allo stesso tempo la qualità e la continuità del servizio. Le ragioni per l’introduzione di un Private Cloud non prescindono da valutazioni economiche: realizzare una struttura on premise tradizionale che garantisse le prestazioni e l’affidabilità richieste dal contesto avrebbe richiesto un sovradimensionamento dell’infrastruttura, comportando quindi costi significativamente superiori.

Rispetto alle architetture tradizionali, inoltre, un’infrastruttura ad alta automazione consente di ottenere benefici di efficienza interna e tempi di risposta radicalmente inferiori per l’attivazione di nuovi pool di risorse (ad esempio per servire picchi di domanda concentrati o stagionali). Poiché il dimensionamento del pool di risorse offerte dal Private Cloud è sufficiente a coprire l’intera domanda degli utenti abbonati, attualmente non è previsto il ricorso a IaaS pubblico per la gestione dei picchi di carico.

I vantaggi e l’impatto organizzativo

La scalabilità elastica dell’infrastruttura interna ha consentito all’azienda di migliorare il supporto anche ad altre aree applicative. Un esempio è la possibilità di provisioning rapido di ambienti virtuali per le attività di sviluppo e test. Un altro esempio rilevante è costituito dal poter servire dinamicamente le richieste dei nuovi motori di analytics che supportano le funzioni di Real Time Decisioning implementate sul sistema di CRM. Il Cloud interno è inoltre complementato dall’utilizzo di alcune applicazioni standard a supporto del contact center e della funzione vendite.


Il progetto, in sintesi, ha consentito il miglioramento del modello tecnologico poiché si è passati da un approccio tradizionale on premise a un modello Cloud, con la possibilità di ampliare il portafoglio tecnologico che prima era limitato dalla presenza di infrastrutture fisiche, staticamente allocate, che richiedevano un ingente sforzo gestionale allo staff sistemistico e non erano in grado di rispondere ai requisiti di continuità e affidabilità richiesti dai nuovi servizi multimediali dell’azienda.

I benefici complessivi rilevati in seguito all’adozione delle soluzioni di Private Cloud sono stati molteplici: la riduzione del tempo di risposta alle richieste delle line, la riduzione del TCO (Total Cost of Ownership) dell’infrastruttura, la maggiore semplicità di gestione delle facilities, la riduzione del dimensionamento complessivo dell’infrastruttura e dell’occupazione di spazio fisico, un radicale incremento dell’efficienza energetica e una maggiore semplicità di gestione sistemistica, dovuta all’automazione ed alla standardizzazione delle attività di installazione e configurazione.

Il passaggio al nuovo paradigma tecnologico ha contribuito a una parziale riconfigurazione dei ruoli interni alla Direzione ICT, portandola a un dialogo molto più stretto con il business nell’ottica di pianificazione congiunta dei fabbisogni e dei requisiti di servizio. All’interno della Direzione ICT la costruzione di un Private Cloud ha incrementato significativamente la rilevanza delle figure responsabili della progettazione architetturale e ha comportato una revisione delle procedure di approvvigionamento delle componenti hardware e software. A questo proposito, è stato necessario consolidare il parco fornitori e condividere con essi un catalogo basato su tecnologia industry standard. A regime, la possibilità di monitorare puntualmente il consumo di risorse da parte dei singoli servizi ha permesso di articolare un piano di sourcing su orizzonti temporali più ampi, permettendo a Sky di accedere a condizioni commerciali più vantaggiose per via dei maggiori volumi.

Tratto dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, Politecnico di Milano

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