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Ricerca del Politecnico di Milano. Si diffonde la Cartella Clinica Elettronica, importante collettore di informazioni cliniche sul paziente e ambiente di lavoro comune

Nella Sanità la gestione informatizzata, uniforme e integrata dei dati clinici e sanitari rappresenta uno dei punti focali. In un contesto caratterizzato da…

Pubblicato il 01 Mag 2010

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Nella Sanità la gestione informatizzata, uniforme e
integrata dei dati clinici e sanitari
rappresenta uno
dei punti focali. In un contesto caratterizzato da una
significativa mole di informazioni raccolte quotidianamente, che
devono essere accessibili e correttamente conservate, sono
proprio le tecnologie dell’informazione e della
comunicazione (ICT) a rappresentare una leva strategica
prioritaria in risposta a queste esigenze. Ed è in particolare
la Cartella Clinica Elettronica (CCE) lo
strumento che possiede questi requisiti e che gradualmente si sta
facendo strada nelle aziende sanitarie italiane. Il livello di
utilizzo di tale strumento e le principali funzionalità
implementate sono state analizzate dalla ricerca 2009
dell’Osservatorio ICT in Sanità della School of
Management del Politecnico di Milano
(www.osservatori.net) con
l’analisi approfondita di 70 casi, in cui
i Chief Information Officer (CIO) hanno fornito il loro punto di
vista. Dalla ricerca, per i prossimi tre anni, è emersa una
crescita significativa prevista (dal 6% al 25%)
delle realtà che dedicano un budget rilevante
(superiore ai 500 mila euro) agli investimenti in
quest’area. Sempre più i CIO, infatti, identificano nella
CCE un importante collettore di tutte le informazioni cliniche
riguardanti il paziente e un unico ambiente di lavoro comune
trasversale all’organizzazione. Questa visione riesce bene
ad integrarsi nelle strategie delle aziende sanitarie che puntano
alla costituzione di un sistema unico a livello aziendale.

La ricerca mette in luce come queste iniziative non sono
finanziate solo internamente dalle aziende, ma che in oltre la
metà dei casi c’è una presenza di fondi
regionali
e in un quarto dei casi di fondi
governativi e privati. La
rilevanza dell’utilizzo di strumenti come la CCE è quindi
percepita anche a livello centrale, soprattutto se viene poi
inserita nella visione “a tendere” di una gestione
integrata dei dati clinico-sanitari a livello non solo regionale,
ma addirittura Paese. Sempre più le Regioni stanno
intraprendendo, infatti, delle azioni per indirizzare le aziende
sanitarie presenti sul proprio territorio all’adozione di
soluzioni di CCE. Ad esempio, Regione Lombardia, con Lombardia
Informatica e in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha
definito le “Linee Guida per la Cartella Clinica
Elettronica Aziendale di Ricovero”, con particolare
attenzione agli aspetti funzionali riguardanti proprio la
gestione clinica (dossier clinico) e la gestione della
farmacoterapia.

Infine, è interessante mettere in evidenza come dal punto di
vista funzionale la ricerca ha rilevato che accoglienza,
dimissioni e trasferimenti
(79%), gestione delle
procedure diagnostiche (con richieste esami e
visualizzazione referti, rilevati nel 63% dei casi) e gestione
dell’ambulatorio (51%) siano le principali
aree implementate nei sistemi di CCE. Le due aree più
caratterizzanti della CCE – gestione dossier clinico
(inquadramento clinico ed infermieristico, diario assistenziale,
registrazione parametri vitali, ecc.) e gestione della
farmacoterapia – sono invece meno diffuse (essendo state
rilevate complessivamente in meno di un terzo dei casi di studio)
e sono le aree di maggiore crescita prevista nel futuro.

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