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Rapporto Unicredit: ritorna a crescere la fiducia delle piccole imprese italiane, ma la congiuntura resta difficile

Dopo un 2009 pieno di incertezze, e sebbene la crisi non sia ancora alle spalle, ritorna a crescere la fiducia delle piccole imprese italiane, che guardano con…

Pubblicato il 01 Feb 2010

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Dopo un 2009 pieno di incertezze, e sebbene la crisi non sia
ancora alle spalle, ritorna a crescere la fiducia delle piccole
imprese italiane, che guardano con ottimismo ai 12 mesi futuri.
È quanto emerge dalla sesta edizione del Rapporto
Unicredit Piccole Imprese
, focalizzato sulle reazioni
messe in campo per affrontare questo momento particolarmente
difficile, al fine di comprendere su quali basi e punti
di forza è possibile un ritorno alla crescita del sistema
Paese.

La situazione messa in evidenza dal Rapporto presenta
luce e ombre. Da un lato suggerisce che
l’impatto della crisi deve ancora manifestarsi appieno,
poichè gli effetti si evidenziano nel lungo periodo. Si segnala,
infatti, un aumento nell’ultimo periodo
della polarizzazione (la distanza tra le imprese che
“fanno bene” e le altre), il blocco delle spese per
investimento e una relazione con il sistema finanziario
improntata all’emergenza
. Dall’altro lato,
tuttavia, l’indice di fiducia sintetico guadagna 1
punto
rispetto allo scorso anno nonostante la crisi del
sistema economico passando da 92 a 93.

Guardando avanti, particolarmente positivi sono stati i
giudizi espressi riguardo ai 12 mesi futuri
, che
quest’anno toccano il livello più alto mai raggiunto nelle
scorse indagini, portandosi a 110, +10 punti rispetto al 2008,
mentre il giudizio sui 12 mesi passati è sceso a 77, -7 punti
rispetto allo scorso anno. Ciò testimonia che probabilmente gli
imprenditori hanno avuto modo di prendere coscienza degli effetti
della crisi sulla propria attività e hanno così espresso
opinioni più ottimistiche sul futuro. Se si guarda invece ai
settori merceologici, il commercio al dettaglio guadagna 6 punti
rispetto al 2008 divenendo più fiducioso del commercio
all’ingrosso che perde 4 punti. inoltre, perdendo ben 7
punti rispetto allo scorso anno, l’industria
risulta il settore meno fiducioso in assoluto
.

Le piccole imprese stavano già attraversando una fase di
profonda trasformazione e la crisi ne ha
accentuato le criticità, non solo dal lato produttivo ma anche
finanziario. Mai come in questo momento risulta cruciale
il supporto del sistema finanziario
per evitare il
rischio che situazioni di mancanza di liquidità di imprese sane
dal punto di vista produttivo e competitive possano trasformarsi
in situazioni di insolvenza. Le piccole imprese italiane, già
molto indebitate nei confronti delle banche, stanno sperimentando
le improvvise difficoltà prodotte dalla crisi che, d’altra
parte, ha imposto alle banche maggiore cautela per rispettare i
requisiti patrimoniali minimi definiti da Basilea II.
L’intensità della restrizione creditizia da parte del
sistema bancario italiano, tuttavia, nonostante il calo record
del PIL, sembra essere stata in media più contenuta rispetto
alle crisi passate. Il peggioramento delle condizioni di mercato,
insieme con la contrazione del credito, ha comportato situazioni
di notevole tensione nella gestione finanziaria
dell’azienda, a cui gli imprenditori intervistati hanno
reagito principalmente rinviando gli
investimenti
pianificati.

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