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Politecnico di Milano: va a rilento l’innovazione nella pubblica amministrazione italiana. fallisce nei primi tre anni di vita un progetto di eGovernment su due

Nel 2010 quasi il 75% degli enti locali italiani ha avviato un progetto di eGovernment, oltre il 50% più di due e il 25% tre o più. Più del 65% delle…

Pubblicato il 04 Feb 2011

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Nel 2010 quasi il 75% degli enti locali italiani
ha avviato un progetto di eGovernment, oltre il 50% più di due e
il 25% tre o più. Più del 65% delle Province e quasi
l’85% dei Comuni
hanno in programma di avviare
un’iniziativa di innovazione nei prossimi 12 mesi, e più
del 45% due progetti. Ciònonostante, dopo circa 10 anni di
eGovernment italiano, ancora solo il 16% delle
Amministrazioni
dà la possibilità agli utenti di
inoltrare online i documenti e meno
dell’8%
permette di concludere per via telematica
l’intero iter relativo al servizio richiesto.
Questo quanto è emerso ieri alla presentazione della prima
edizione della ricerca compiuta dall’Osservatorio eGovernment
della Business School del Politecnico di Milano
, che ha
coinvolto più di 650 pubbliche amministrazioni locali tra
Regioni, Province e Comuni e che si è focalizzata in particolare
sulla diffusione e utilizzo dei sistemi di pagamento multicanale,
di archiviazione elettronica e conservazione sostitutiva.
A lato di pochi ma significativi
esempi di successo
presentati dagli stessi ideatori e
promotori in occasione del convegno – tra cui nominiamo il
sistema di pagamento multicanale ideato dal Comune di Cesena e
quello del comune di Prato – nella realtà delle pubbliche
amministrazioni italiane regna
una situazione di sostanziale difficoltà ed incertezza
.


“Il Governo si pone obiettivi ambiziosi e ampiamente
condivisibili, obiettivi che però difficilmente potranno essere
conseguiti se ci si limita a considerare l’organizzazione
di un ente pubblico al pari di quella di un’impresa privata
senza condurre sforzo alcuno per individuare e rimuovere i
vincoli normativi e organizzativi che oggi impediscono
un’adeguata diffusione di queste soluzioni” –
ha commentato Giuliano Noci, responsabile scientifico della
ricerca.
Le criticità normative, organizzative, tecnologiche e
comunicative correlate all’ideazione dei servizi basati
sull’ICT portano a un tasso
di mortalità dei progetti allarmante
: il 50% di quelli
gestiti in autonomia dalle Province fallisce entro i primi tre
anni di vita e tale percentuale sale al 63% per quelli gestiti in
autonomia dai Comuni, mentre hanno migliori probabilità di
successo i progetti che vedono la collaborazione di più enti, a
conferma dell’importanza di “fare sistema”.
La maggioranza delle amministrazioni, inoltre, non coinvolge gli
utlizzatori finali nell’ideazione di un servizio, non
possiede le competenze adeguate, agisce in una logica tattica che
esula da una vera e propria strategia pluriennale ed affida la
realizzazione ad enti esterni.
Le istituzioni non calcolano opportunamente, inoltre, i costi di
realizzazione e di mantenimento nel tempo necessari per il
progetto e non promuovono in maniera efficace i servizi
istituiti, di cui quindi il cittadino non viene a conoscenza e
non utilizza.

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