I podcast, sulla bocca di tutti, non sono nati oggi: già nel 2005 “podcasting” fu eletta parola dell’anno dal dizionario statunitense New Oxford. Ma possiamo affermare che solo ultimamente sia esplosa la podcast-mania.
Il ritorno della voce
Il futuro, dietro l’angolo, urla a gran… voce. Questa facile previsione è conseguenza di un paio di dati. Primo: home o voice assistant, come Alexa e Google Home, nel 2019 erano già nelle case del 13% degli italiani (fonte: Sole 24Ore) e nel 2020 questo numero è aumentato ulteriormente. Secondo: stando ai dati rilevati da Juniper Research, entro il 2024 il numero di assistenti vocali installati sui dispositivi supererà quello della popolazione mondiale, raggiungendo quota 8,4 miliardi. Insomma, non solo parliamo sempre più con la tecnologia, ma la ascoltiamo invece di guardarla.
Facciamo un passo indietro. A un certo punto, nel secolo scorso, molti erano convinti che la televisione avrebbe ucciso la radio (e non solo i The Buggles, autori della mitica “Video killed the radio stars”) ma evidentemente non è andata così: ogni giorno la radio viene ascoltata da più di 33 milioni di italiani, rivela TER. Del resto ascoltare la radio è più comodo, versatile, piacevole: possiamo farlo mentre guidiamo, stiriamo, corriamo al parco e così via.
La stessa cosa sta succedendo online: belli i video su YouTube o le trasmissioni in streaming, ma vuoi mettere poter scaricare e ascoltare la puntata di un podcast quando siamo sotto WiFi per goderne ovunque, anche in galleria quando la radio non prende? Si parla di fruizione asincrona.
Senza considerare, inoltre, che ricerche scientifiche hanno evidenziato come le storie raccontate, rispetto a quelle viste, provocano “risposte fisiologiche più forti, tra cui frequenze cardiache più elevate, maggiore attività elettrodermica e temperature corporee più elevate”. Ascoltare è più coinvolgente che guardare: motivo per il quale spesso un libro ci piace di più della sua trasposizione cinematografica.
Che cos’è un podcast?
Il podcast è una trasmissione “radio” diffusa via Internet, scaricabile e archiviabile in un lettore MP3 o sullo smartphone. Ma podcast cosa significa in inglese letteralmente? L’origine della parola si deve a Ben Hammersley, giornalista BBC, che nel 2004 scrisse un articolo per the Guardian intitolato “Audible revolution” sul nuovo fenomeno dei file audio in formato MP3, coniando, appunto, il termine podcast.
Letteralmente podcast sta per “Personal Option Digital Casting” e deriva dall’unione “iPod” (il leggendario lettore multimediale di Apple) con “Broadcast”, vale a dire la trasmissione di informazioni a un insieme di riceventi non prestabilito. Qual è, quindi, la differenza tra podcasting e streaming? Nel primo caso la fruizione è libera, asincrona, nel secondo la trasmissione è “live”, in tempo reale.
Detto in parole povere, i podcast sono episodi audio caricati online che possono essere ascoltati grazie un client. Il software riceve automaticamente le nuove puntate. Come? Il vettore su cui queste viaggiano e vengono distribuiti i contenuti audio è un feed RSS, come per i siti Web. L’utente si “abbona” a un podcast e riceve automaticamente le nuove puntate, che può decidere di scaricare automaticamente, per esempio quando è sotto WiFi.
Il mercato italiano: chi ascolta i podcast, come e dove lo fa
Secondo i dati dell’ultima edizione della Ipsos Digital Audio Survey, l’indagine che rileva ascolti e modalità di fruizione dell’audio digitale, il format del podcast non solo dimostra di incontrare i favori di una quota crescente di utenti, ma consolida il proprio valore nell’ambito delle abitudini di investimento media. Questo perché, dati alla mano, dà prova di essere una modalità di comunicazione e marketing sempre più efficace sia per ingaggiare sia per convertire.
Il pubblico dei podcast era e rimane ancora marcatamente giovane (il 43% degli utenti ha meno di 35 anni), rappresentato in prevalenza da professionisti (11%) con titolo di studio elevato (il 30% è rappresentato da laureati).
La casa è il luogo privilegiato (73%) per l’ascolto dei podcast. A seguire, l’automobile (28%), i mezzi di trasporto pubblici (22%, in aumento rispetto al 2021).
Lo smartphone è il dispositivo più usato per fuire di questi contenuti (72%), anche se una quota di ascoltatori utilizza altri device come computer, tablet, smart speaker, smartwatch e console di videogiochi.
Quattro utenti su 10 hanno dichiarato di ascoltare più podcast rispetto a un anno fa e il 57% dei fruitori di questi contenuti indica che il driver di scelta è l’argomento trattato (57%) più che la notorietà dello speaker (28%).
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Podcast: come funziona
I client per ascoltare podcast si chiamano “podcatcher”. Eccone alcuni:
– Banshee
– Overcast
– Podbean
– Podwalk
– Stitcher
Dove ascoltare podcast: 7 modi +1 per trovare quelli giusti per te
Concetti, infrastrutture e strumenti sono importanti, ma quel che conta davvero sono i contenuti: dove e come scoprire quali seguire? Le vie sono principalmente sei.
- Audiocast
Audiocast, da 10 anni, è uno dei punti di riferimento in Italia.
- Audible
Si tratta di una piattaforma digitale di Amazon dedicata ai podcast, alle trasmissioni radio online a puntate, e agli audiolibri.
- Spreaker
Spreaker, la piattaforma numero uno in Italia per la produzione di podcast, permette anche la discovery dei contenuti, grazie alla sezione Explore.
- Spotify
Sebbene Spotify sia la app numero uno per ascoltare la musica in streaming, è anche un miniera di podcast. L’App ha 381 milioni di utenti attivi mensili in 178 paesi, e oltre 200 milioni di ascoltatori per il proprio servizio gratuito e supportato dalla pubblicità.
- Le piattaforme mobile di Google e Apple
I podcast sono raccolti nelle piattaforme ufficiali, con relativa app per smartphone, di Google e Apple:
– Per utenti Android: Google Podcast su Google Play Musica;
– Per utenti Apple: iTunes Podcast.
- Listen Notes
Listen Notes si presenta come il miglior motore di ricerca di podcast. Ordina i risultati per data o rilevanza e permette di filtrarli anche per categoria, lingua, regione, durata e altro ancora.
- Le classifiche
Chartable fornisce le classifiche dei podcast più ascoltati in tutto il mondo anglosassone.
Le 7 migliori App per creare podcast dal proprio smartphone
Per realizzare un podcast non servono necessariamente un microfono professionale o, addirittura, uno studio di registrazione. È sufficiente spesso scaricare un’App sul proprio smartphone e fare pochi, semplici, tap sullo schermo. Ecco alcune tra quelle più utilizzate da principianti e professionisti.
Anchor
Si tratta di un servizio gratuito indicato per i neofiti del podcast, che permette di andare in onda rapidamente senza doversi preoccupare inizialmente di musiche o altri effetti sonori. Essendo un servizio di Spotify, permette di condividere facilmente il contenuto realizzato sull’App di streaming audio della casa svedese.
Auphonic
Quest’App ottimizza le tracce audio garantendo un risultato professionale. L’algoritmo basato sull’AI regola il tono della voce, la musica e il livello degli altoparlanti per azzerare i rumori di sottofondo. L’utilizzo è gratuito se limitato alle 2 ore mensili.
Ferrite
Questa App è utilizzata dai giornalisti come sistema per registrare e pubblicare online le interviste ed è anche una delle migliori soluzioni professionali per creare podcast. Permette di lavorare contemporaneamente su molteplici tracce audio e mette a disposizione anche diversi strumenti di editing.
GarageBand
Particolarmente adatta ai neofiti, questa App targata Apple per creare musica è molto diffusa tra i giovani e molto intuitiva, quindi particolarmente adatta ai neofiti. Tra le funzionalità più interessanti c’è la possibilità di aggiungere alla voce anche effetti sonori, musica e collegamenti a URL e fonti dati esterne.
Otter Voice
Molto diffusa come App di sintesi vocale, si presta anche alla creazione di podcast e ha il suo punto di forza nell’interfaccia utente particolarmente intuitiva. Nella versione gratuita gli strumenti a disposizione sono pochi e la registrazione è limitata a 600 minuti di audio mensili. Sono però previsti anche abbonamenti premium, che permettono ai principianti di ottenere un risultato di qualità senza spendere cifre ingenti.
SquadCast
Se l’obiettivo è realizzare puntate che coinvolgono ospiti da remoto e garantire una buona sincronizzazione con loro, a prescindere dalla qualità della connessione Internet, allora SquadCast è l’App di riferimento. Registra l’audio del chiamante e quella del destinatario della chiamata e li fonde, eliminando le pause dovute ai ritardi della comunicazione. Disponibile in abbonamento al costo di 10 dollari al mese.
Spreaker
È tra le piattaforme più note e diffuse in Italia, adatta sia a chi muove i primi passi nel campo dei podcast sia a un’utenza più professionale. L’App è utilizzabile gratuitamente per ascoltare podcast mentre prevede diversi piani a pagamento come soluzione di registrazione e gestione dei podcast.
Le opportunità per il marketing
I podcast si confermano come un eccellente contesto per potenziare le strategie di comunicazione, marketing e vendita. La ricerca Ipsos evidenzia come il ricordo dei messaggi pubblicitari associati a questo format trasmessi prima, durante e dopo l’ascolto del contenuto, si confermi sostanzialmente stabile su livelli molto alti (71%). Aumenta, poi, negli utenti la percezione di ricordare meglio i messaggi presenti negli annunci letti dagli speaker, così come quelli integrati nei contenuti di podcast incentrati su un brand sponsor.
Cresce anche, secondo lo studio, l’efficacia delle strategie di conversione legate a questa tipologia di contenuti. Il 71% di chi ricorda il messaggio promozionale passato durante il podcast dichiara di aver compiuto un’azione che riguardava il brand citato, come la ricerca di informazioni online, il passaparola o, nel 15% dei casi (in crescita rispetto all’11% del 2021) un acquisto.
Digital Transformation podcast: 360ON
E per chi vuole mantenersi sempre aggiornato sulle novità riguardanti la digital transformation, i podcast Digital360, 360ON, sono ciò che fa al caso loro. Ascoltabili sia su Spreaker che nello spazio dedicato all’interno della testata ZeroUno, i Digital360ON Podcast contengono titoli quali “Transizione digitale e transizione ecologica: la doppia sfida per la manifattura italiana”, “4 modi per governare la digital transformation grazie alla tecnologia”, “Come garantire un’esperienza utente coerente ai massimi livelli” e molto altro ancora.
Articolo originariamente pubblicato il 31 Mag 2022
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