Interviste

La via “democratica” all’enterprise computing

Dopo aver cambiato le regole del mercato nei personal computer, Dell applica gli stessi concetti al networking, ai server, allo storage con l’obiettivo di “democratizzare” anche i settori high-end. A colloquio con Aoungus Hegarty, President per l’area EMEA della società

Pubblicato il 15 Gen 2014

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Aongus Hegarty - Dell

Al Dell World 2013, Michael Dell ha sottolineato con forza i pilastri base sui quali le aziende dovranno costruire le propria strategia per gli anni a venire: Transform, Connect, Inform, Protect. Come si declineranno questi concetti in Europa?
La strategia per l’Europa sarà la stessa. Dirò di più: ci sarà un’accelerazione. Nel nostro Continente le aziende stanno sempre più “trasformando” l’IT per andare oltre il mainframe (Transform), si trovano nella condizione di gestire client virtualizzati e temi quali il BYOD (Connect), devono prendere decisioni migliori attingendo al mare magnum dei Big Data (Inform) e mettere in sicurezza dati e risorse (Protect).


Il tema di prendere decisioni “migliori” soprattutto in ambito IT non coinvolge più solamente il CIO…
E’ vero. Stanno cambiano i ruoli decisionali di chi decide gli investimenti in IT. Il direttore finanziario è pesantemente convolto e vuole capire subito il ROI degli investimenti.
Il punto è far capire a questi interlocutori come la tecnologia più aiutare il business delle aziende. Su questo bisogna molto lavorare perché non sono pochi quelli che vedono l’IT ancora come un costo e non un investimento, soprattutto fra le piccole e medie imprese. E’ un tema purtroppo ancora molto attuale.


Su quali mercato si sta concentrando Dell In Europa?
Stiamo lavorando bene sia con le grandi aziende che con le PMI. Un ruolo importante lo avranno le startup tanto che stiamo lanciando dei servizi finanziari dedicati a questi interlocutori. Per le startup abbiamo anche annunciato proprio al Dell World 2013 lo Strategic Innovation Venture Fund con una dotazione di 300 milioni di dollari, pensato per chi vuole investire soprattutto in cloud, mobile, Big Data e security .


Lei è in Dell da più di 10 anni. Quali erano i concorrenti di allora e quali saranno i concorrenti di domani?
Il bello della nostra industria è che è in continuo cambiamento. Adesso siamo un’azienda end to end e ci confrontiamo con altri competitor che hanno un approccio omnicomprensivo. Di certo quello che vediamo nei clienti è che rispetto al passato non vogliono parlare con 5-6 fornitori diversi di tecnologia, ma con uno solo.
Di fatto stiamo applicando lo stesso concetto di quando siamo partiti con i PC. Venti anni fa ci chiedevamo: perché i personal computer devono essere così cari? Come possiamo essere più competitivi per i clienti? Ecco, queste domande le abbiamo portate in altri settori come lo storage, il networking, i server. Basti pensare al VRTX, un server che è veramente un datacenter “in a box” proposto a un prezzo molto competitivo. Stiamo insomma cercando di “democratizzare” il mondo dell’enterprise computing, dopo averlo fatto per quello dei PC. Sia chiaro, non stiamo diventando una software company. L’hardware continua a essere il nostro core business.


Dell ha deciso di tornare a essere una società privata. Come hanno reagito i vostri clienti in Europa?
Ho parlato con moltissimi clienti e devo dire nessuno ha avuto dubbi di sorta. Anzi, il delisting ci permette di guardare più al medio-lungo periodo senza essere oppressi dalla chiusura della trimestrale o da come reagiranno i mercati in base a una notizia o un rumor.


Molte aziende, soprattutto in Italia, si trovano in una condizione di mercato difficile: crescita stagnante, prospettive incerte, congiuntura sfavorevole. Cosa metterebbe in cima alla sua agenda per uscire da questa situazione?
Se fossi un general manager di un’azienda utente la prima cosa che farei è ascoltare i miei clienti, capire che necessità di business hanno. Ma non solo, bisogna anche guardare al di dentro: come stanno andando le mie operation? La mia organizzazione è efficiente? La competenza delle persone della mia azienda va bene per i miei obiettivi? Queste sono alcune domande che mi farei. Per l’Italia in particolare, credo che Expo 2015 possa rappresentare un’occasione unica di rilancio. Ne sono convinto.

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