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L’innovazione digitale nell’agenda del governo Monti

Il nuovo governo ha cominciato a prendere in mano il dossier dell’agenda digitale italiana e tutto lascia pensare che si concentrerà soprattutto sullo…

Pubblicato il 23 Gen 2012

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Il nuovo governo ha cominciato a prendere in mano il
dossier dell’agenda digitale italiana
e tutto
lascia pensare che si concentrerà soprattutto sullo
sviluppo dei servizi e-government
(a partire dal settore
dell’istruzione) e delle infrastrutture banda larga. È
quanto risulta se mettiamo in fila le notizie delle ultime
settimane. Da gennaio Francesco Profumo, il ministro
all’Istruzione, ha preso in gestione i temi relativi ai
servizi per un’Italia digitale; nessuna sorpresa invece per
l’aspetto delle infrastrutture a banda larga: è in capo al
ministero allo Sviluppo Economico e delle Infrastrutture, ovvero a Corrado
Passera
.

Gli uomini dei due ministeri (i ministri, i capi dipartimento e i
vari collaboratori), insomma, stanno facendo squadra per redigere
la prima agenda digitale italiana. Cioè un piano programmatico
delle azioni da compiere – con relativa copertura economica – per
favorire lo sviluppo digitale dell’Italia. Ce lo chiede
l’Europa, con l’Agenda digitale europea 2020. E lo
sprone è arrivato, a gennaio, per la prima volta anche da Agcom
(Autorità garante delle comunicazioni). Ha chiesto al governo di
mettersi al lavoro, presentando alcune proposte. Tra le righe,
Agcom non nasconde l’urgenza dell’iniziativa
e sottolinea che l’Italia è uno dei pochi Paesi a non
avere ancora un’agenda digitale
.

Certo è che il lavoro da fare sarà tanto, perché il Paese
possa soddisfare gli obiettivi indicati dall’Unione Europea
(alcuni scadrebbero già nel 2013, altri nel 2015 e infine nel
2020), riguardanti sia la diffusione sia la copertura di servizi
e infrastrutture digitali. È scontato che il nuovo governo
cercherà per prima cosa di dare continuità a quanto fatto dal
precedente. Il quale è stato attivo soprattutto sul fronte
dell’e-government: tra l’altro, ha portato online le
ricette e i certificati medici, e gli albi pretori. Ha posto
inoltre le prime basi di una rivoluzione: estendere i pagamenti
elettronici a tutte le pubbliche amministrazioni, anche quelle
locali.

«Sui pagamenti delle PA c’è molto da fare.
La cosa più importante è adesso mettersi al lavoro per
non perdere quanto già conquistato dal precedente
governo
e poi andare avanti», dice Renzo Turatto,
Capo Dipartimento Digitalizzazione e Innovazione Tecnologica
(svolgeva analogo ruolo nella precedente legislatura).

Al momento Profumo si sta occupando soprattutto di scuole, che da
quest’anno permettono tutte l’iscrizione via web e
sono obbligate a pubblicarvi una propria descrizione dettagliata.
Questo secondo aspetto rientra in un obiettivo più generale, che
Profumo promette di estendere a tutto il mondo della pubblica
istruzione: una maggiore trasparenza nei confronti del cittadino.
C’è poi il progetto- per ora limitato alle sole regioni
meridionali- di creare data center da cui erogare servizi in
Cloud computing alle PA centrali e locali. Lo Sviluppo Economico
lavora invece per eliminare il Digital Divide entro il 2013
(banda larga ad almeno 2 megabit), in continuità con quanto
fatto dalle precedenti legislature. Intende affrontare anche il
capitolo rete a banda larghissima (100 megabit), ma quando
scriviamo non è ancora chiaro in che modo.

La principale incognita è comunque un’altra: come intenda
incentivare l’utilizzo di servizi digitali da parte degli
italiani. Agcom propone corsi pubblici, programmi tv finanziati
dallo Stato, incentivi fiscali alle imprese, norme per rendere
più economico e semplice l’uso dei canali digitali (verso
pubbliche amministrazioni e imprese) rispetto a quelli
tradizionali.

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