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Il mercato delle telecomunicazioni in Europa ancora in affanno. Il rapporto ETNO – IDATE

Per il terzo anno consecutivo il settore europeo delle telecomunicazioni deve fronteggiare una contrazione dei ricavi, mettendo così in forte discussione il…

Pubblicato il 23 Gen 2012

Per il terzo anno consecutivo il settore europeo delle
telecomunicazioni deve fronteggiare una contrazione dei ricavi,
mettendo così in forte discussione il raggiungimento
degli obiettivi fissati dall’Agenda Digitale
europea
.
A lanciare l’allarme i dati del rapporto redatto da
ETNO – European Telecommunications Network Operator’s
Association – e IDATE – una delle più note società
europee di
market analysis and consulting
che ha rilevato per il 2010 un
fatturato complessivo per gli operatori europei di telefonia di
249,9 miliardi di euro, con una riduzione dell’1,4%
rispetto al 2009, pur a fronte di una crescita del PIL del 3,5%.
Secondo le previsioni, poi, per il 2012 si ipotizza
un’ulteriore flessione del 2%
a seguito della
contrazione dei ricavi della rete fissa, che si attesterà
verosimilmente intorno al -8%.
Questo dato avalla l’enfasi che negli ultimi mesi gli
organismi centrali europei, nonché l’ETNO, hanno posto
sull’importanza degli investimenti sul versante mobile, che
rappresenta il vero traino del settore. Nel 2010, gli
investimenti rivolti al potenziamento dei servizi mobili sono
cresciuti del 2,3% – nei Paesi membri dell’ETNO addirittura
del 4% -, raggiungendo quota 44,5 miliardi di euro e con una
previsione per il 2011 di un ulteriore incremento del 5%.
Attualmente, la metà dei ricavi del 2010
– si parla di 142,3 miliardi di euro – arriva
proprio da questo comparto
, mentre il traffico dati, con
62,9 miliardi di euro, ha segnato una forte crescita, soprattutto
in mobilità (21,5%). I dati del rapporto ETNO-IDATE, sul
versante mobile, indicano quindi che il rapido aumento delle
connessioni dati bilancia la crescita ‘piatta’ dei
ricavi voce, causata principalmente dalla riduzione nel 2010
degli abbonamenti di telefonia fissa.
Di lavoro da fare quindi ce n’è tanto e secondo
quanto dichiarato da Luigi Gambardella, Presidente board ETNO,
«guardando alla diminuzione persistente dei ricavi, vediamo
un elevato rischio in termini di capacità di investimento nel
futuro. Il settore è impegnato a fare del suo meglio, ma anche
con questi sforzi è necessario attuare politiche innovative e
lungimiranti atte a consentire agli operatori di continuare ad
investire e a sviluppare nuovi modelli di business».
Infine, il rapporto apre una finestra sulla diffusione
della fibra ottica – che è arrivata a raggiungere 79,2 milioni
di edifici (privati e business) con l’Italia che si pone al
nono posto in Europa con i suoi 3 milioni – e
sull’implementazione delle connessioni ultrabroadband che
seppur abbiano registrato un aumento sono ancora lontane
dagli obiettivi che sono stati posti dall’Agenda Digitale
Europea in termini di banda larga
.

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