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Il confine tra LOB e IT si assottiglia, perché il futuro dell’IT è il non-IT

Parola del Chief Technology Officer di CA Technologies, Otto Berkes, che alla platea di clienti e partner (oltre 4mila) a Las Vegas per l’edizione in corso del CA World ha spiegato perché in futuro non esisterà più la distinzione tra business e tecnologia abilitante. Un esempio? «I team marketing o vendite a lavorare allo sviluppo co-creativo del software necessario per portare avanti i propri progetti. A volte, ma non sempre, con l’aiuto dell’IT»

Pubblicato il 18 Nov 2016

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Otto Berkes, CTO di CA Technologies

Il reparto IT cambia pelle. Finita l’epoca in cui i dipartimenti informatici intercettavano le esigenze di business, traducendole in tecnologie abilitanti o, più spesso, tamponandole di volta in volta con soluzioni ad hoc. In futuro, assicura il Chief Technology Officer di CA Technologies, Otto Berkes, sparirà anche la “sottile linea grigia” che separa IT e LOB (Line of Business) perché «le tecnologie informatiche, e il software in particolare, non supporteranno più il business, ma lo creeranno». Al di là degli esempi arcinoti di realtà che sulla tecnologia hanno creato dei veri e propri mercati “paralleli” o alternativi ai tradizionali – si pensi alle Fintech –, ormai tutte le aziende devono giocoforza trasformarsi in aziende tecnologiche. Una digital transformation, quindi, che sempre più spesso assume la veste di business transformation, che fa leva su tecnologie sempre più pervasive e user friendly.

Il nuovo IT? Sarà il non-IT

Il dipartimento IT è candidato, quindi, a sparire? Non proprio, però sicuramente a trasformarsi. Meno operativo e più

strategico il suo commitment, perché l’attività quotidiana, secondo i vertici di CA Technologies, sarà ampiamente automatizzata. In un futuro non proprio remoto, preconizza Berkes, saranno direttamente i team marketing o vendite a lavorare insieme (a volte, ma non sempre, con l’aiuto dell’IT) allo sviluppo co-creativo del software necessario per portare avanti i propri progetti, anche grazie a tool e strumenti di collaborazione intuitivi e automatizzati che CA Technologies stessa sta affinando. Ecco perché, sentenzia il manager: «il nuovo IT sarà il non-IT».

Le soluzioni tecnologiche, se da un lato subiscono una spinta accelerativa verso la riduzione del time-to-market, dall’altro grazie ai progressi ottenuti in alcune aree chiave – linguaggio naturale, machine learning, API, analisi predittive e realtà virtuale, tra le altre – semplificano molti dei processi che un tempo richiedevano un intervento diretto dell’IT per poter funzionare in modo efficace. I confini tra LOB e IT si faranno, quindi, sempre più labili in futuro e CA Technologies si dice pronta a contribuire al cambiamento in atto.

CA Accelerator: un incubatore tecnologico per gli startupper digitali

Il supporto all’innovazione “agile” e digitale è concreto e si esprime anche nelle attività del CA Accelerator, il programma di lean startup che CA Technologies ha pensato per finanziare e offrire supporto tecnologico e di management al personale interno che pensa di avere un’idea innovativa ma non riesce a portarla in autonomia sul mercato. «Innovazione e creatività vanno instradate, governate e sostenute all’interno di un modello operativo», consiglia Berkes. Forte di un framework composto da software sviluppato internamente e metodologie testate “sul campo” di gestione dell’innovazione, dei progetti e dei team distribuiti, CA Technologies ha deciso di operare in qualità di incubatore su alcune idee software particolarmente interessanti. Come quella di Waffle.io, soluzione di project management per i team di sviluppo software distribuiti, o come Forty2.io e Yippe.io, uno strumento di analisi previsionale data driven delle minacce alla sicurezza il primo, un tool DevOps per accelerare la produttività dei software sviluppati internamente il secondo.

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