scenari

Gartner: «Preparatevi alla Digital Industrial Economy»

Secondo gli analisti, la digitalizzazione porterà presto cambiamenti e nuove opportunità in tutti i settori d’impresa. Siamo entrando davvero nella “nuova economia”, in cui fisico e virtuale sono un tutt’uno e i budget IT sono quelli destinati allo sviluppo del business

Pubblicato il 11 Ott 2013

internet-things-smart-131002170953

Se le previsioni saranno confermate, la spesa mondiale nell’IT raggiungerà nel 2014 i 3,8 trilioni di dollari, con un incremento del 3,6% rispetto all’anno in corso. Un valore molto grande e un incremento significativo che, però, secondo gli analisti di Gartner non rappresentano per intero il valore economico di ciò che graviterà attorno al mondo digitale nel corso dei prossimi anni.

In occasione di un recente simposio, Peter Sondergaard, senior vice president di Gartner and global head of Research è entrato nel dettaglio di cosa si dovranno aspettare gli IT manager come conseguenza di una economia che diventa sempre più digitale.

Innanzitutto sui budget. Il budget IT sarà sempre meno distinguibile dai budget che l’azienda destina allo sviluppo del proprio business. Ogni azienda è infatti destinata a diventare sempre più “tecnologica”, ogni business avrà infatti componenti digitali, così come ogni persona o professionista avranno una propria identità tecnologica. Questo, secondo Gartner è l’inizio di una nuova era che gli analisti hanno chiamato Digital Industrial Economy.

“La Digital Industrial Economy ha le sue fondamenta su un insieme di elementi che comprendono l’integrazione attraverso il cloud, la social collaboration, le tecnologie mobile, la gestione dell’informazione e la nuova Internet delle cose. Questo attraverso una più stretta unione del mondo fisico e virtuale”, spiega Sondergaard.

“La digitalizzazione esporrà molti dei business attuali e delle attività correlate all’azione delle nuove tecnologie informatiche. In questo modo si determinano cambiamenti nel modo di raggiungere clienti e fornitori, di condurre gli impianti di produzione, di vendere sul mercato e di offrire servizi. Le aziende emergenti saranno quelle che più velocemente delle altre sapranno accogliere il cambiamento e quindi diventare protagoniste della Digital Industrial Economy”.

L’impatto dell’Internet delle cose

Nel 2009 c’erano 2,5 miliardi di dispositive connessi in rete con un proprio indirizzo IP. Per la maggior parte si trattava di dispositivi PC o mobili, in uso a persone. Per il 2020, Gartner prevede 30 miliardi di dispositivi connessi in rete con un indirizzo IP, ma nella maggior parte dei casi il dispositivo non farà capo a una persona, bensì a un manufatto: insomma a una cosa.

L’internet delle cose sarà quindi una componente determinante della nuova economia. Gartner prevede che il valore economico totale di questo settore possa raggiungere ben 1,9 trilioni di dollari nel 2020 portando innovazione e benefici in una grande quantità di settori economici, a cominciare dalla sanità, dalla vendita al dettaglio, fino ai trasporti.

“La Potenza d’elaborazione sarà più economica e diffusa – continua Sondergaard -. Sarà presente anche dove non ce lo aspettiamo, come per esempio in un gioiello o in un vestito. Digitalizzazione e Internet delle cose cambieranno notevolmente il mercato dell’IT. Soltanto nel settore dell’IT e delle comunicazioni, i fatturati derivanti dall’internet delle cose potranno superare i 309 miliardi di dollari nel 2020.

La rivoluzione dei dispositivi mobili intelligenti.

Per il 2017 Gartner prevede che l’80% degli acquisti di dispositivi si concentreranno su telefoni mobili, tablet e PC ultra-leggeri. Entro lo stesso stesso anno, la metà delle persone che per la prima volta si avvicinerà a un computer sceglierà di farlo comprando un tablet. Secondo Sondergaard, i dispositivi mobili si avviano a diventare le piattaforme d’elezione per la fruizione di tutte le future applicazioni.

Cosa faranno i fornitori

Il mondo digitale si muove con velocità molto superiori rispetto al passato. Questo significa che gli attuali leader del mercato ICT potrebbero avere maggiori difficolta a mantenere nel tempo le loro posizioni. Già oggi, in aree come il cloud e il mobile, ci sono marchi che soltanto cinque anni fa non esistevano oppure non erano conosciuti dai CIO. Ciò che molti tradizionali fornitori IT hanno venduto in passato potrebbe non essere utile nel prossimo futuro. Strategie di canale, forza vendita, ecosistema di partner potrebbero non essere più fattori di successo di fronte all’emergere di nuove modalità d’acquisto e business model.

Secondo Sondergaard, la digitalizzazione spinta dalle nuove tecnologie starebbe creando una sorta di riavvio, di start-up, delle imprese; fornitori di vertice come Cisco, Oracle o Microsoft potrebbero non riuscire a diventare leader anche nella nuova Digital Industrial Economy.

Dai big data alla security

Esattamente come fanno le persone, le “cose” connesse alla rete genereranno sempre più dati a beneficio di macchine intelligenti o dell’accesso su dispositivi mobili. La sfida delle aziende consisterà nell’utilizzare questa mole di dati per trasformare efficacemente il business.

Disponendo di quantità di dati sempre più importanti e critiche, le aziende dovranno difendersi meglio dagli attachi informatici provenienti sia dall’interno sia dall’esterno del perimetro aziendale. Un contesto che richiede ai responsabili IT di informarsi, prevedere le conseguenze, avvisare gli utenti dei rischi.

La sicurezza delle tecnologie usate in azienda sarà quindi uno dei compiti fondamentali nel 2020; la digitalizzazione creerà nuove infrastrutture che inevitabilmente avranno delle vulnerabilità da scoprire e risolvere. Per quanto riguarda le scelte tecnologiche, Sondergaard consiglia ai CIO di affidarsi a più vendor sul fronte della sicurezza: “Per non ritrovarsi con protezioni limitate su singoli aspetti. Tutti avranno bisogno di stabilire processi più agili per quanto riguarda la security”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4