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Gartner, l’ambito biomedico traina la stampa 3D

La tecnologia, già ampiamente utilizzata per la personalizzazione dei dispositivi medicali e odontoiatrici, vive ora una fase di sperimentazione per la sostituzione di ossa e articolazioni. La nuova frontiera è ora la produzione di tessuti da trapianto

Pubblicato il 27 Ago 2015

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La tenologia di stampa 3D ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, e l’ambito biomedico sembra rappresentarne una perfetta espressione delle potenzialità. A rivelarlo l’Hype Cycle 2015 di Gartner, secondo cui la stampa 3D in medicina ha già oltrepassato la fase di avvio e sta per entrare incontestabilmente nella routine delle metodologie terapeutiche.

«Nel settore sanitario, questa tecnologia è già utilizzata diffusamente per produrre articoli medicali che devono essere su misura per le persone, come ad esempio apparecchi acustici e odontoiatrici», ha sottolineato Pete Basiliere, Research Director di Gartner. «Tutti i principali produttori di apparecchi acustici offrono ora soluzioni personalizzate in base alla forma dell’orecchio dell’utilizzatore», continua Basiliere. «Questa è proprio la prova che l’uso delle stampanti 3D per la personalizzazione di massa dei beni di consumo è ora praticabile, tanto più se si considera che la fase di transizione dal mercato è durata meno di due anni. E anche in ambito odontoiatrico, l’uso routinario di questa tecnologia per gli impianti dentali si sta diffondendo a tal punto da portare questo mercato a un buon livello di maturità».

Ma non finisce qui. Sotto la lente di ingrandimento ci sono anche le sostituzioni di anca e ginocchio – la cui industria vale 15 miliardi di dollari -, in quanto rientrano tra le procedure chirurgiche più comuni. Dalle prime sperimentazioni di utilizzo di protesi stampate con tecnologia 3D, risulta un miglioramento dei tempi di ripresa della funzionalità dell’impianto, nonché tassi di successo migliori nell’intervento. Date le dimensioni del mercato, Gartner prevede che l’adozione della stampa 3D per anca e ginocchio entrerà tra le pratiche comuni da due a un massimo di cinque anni.

Guardando più avanti, sarà necessario un arco temporale che va dai 5 ai 10 anni per l’adozione su larga scala del 3D bioprinting, che nell’Hype Cycle di Gartner riguarda due categorie: la produzione di tessuti biologici destinati al trapianto, e la ricerca e sviluppo di soluzioni che supportino la “life science”. «Alcuni sistemi sono già in grado di stampare cellule, proteine, DNA e farmaci, tuttavia ci sono ostacoli significativi all’adozione su larga scala», afferma Michael Shanler, Research Director di Gartner. «La complessità degli ‘oggetti’ da stampare e i requisiti di altissima manutenzione di questi sistemi significa che le realizzazioni iniziali dovranno essere limitate a fornitori di servizi altamente specializzati. Assisteremo a un’adozione su larga scala quando i sistemi diventeranno più diversificati nelle loro funzioni».

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