Digital Transformation

HPE Italia: la roadmap 2024 tra 5G, AI e supercomputer



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Investimenti mirati nella ricerca e sviluppo di tecnologie avanzate, acquisizioni strategiche, come Athonet, e la fusione con Juniper: così l’organizzazione punta ad alimentare la Trasformazione Digitale del nostro Paese. L’AD Bassoli: «Portiamo l’innovazione nelle aziende e nella PA, tenendo conto delle loro peculiarità e consentendo l’adozione di soluzioni sofisticate anche nelle realtà più piccole»

Pubblicato il 11 apr 2024



HPE-Italia

Di fronte a un mercato ICT italiano in grande fermento, con un’ipotesi di crescita del 3,8% nel 2024, 4,8% nel 2025 e 5% nel 2026, quando potrebbe superare 90 miliardi di euro secondo le ultime stime di Anitec-Assinform, Hewlett Packard Enterprise (HPE) Italia continua a investire sul nostro Paese e spinge su Edge, Intelligenza artificiale, supercalcolatori e private 5G.

«Affrontiamo questo 2024 molto fiduciosi: il mercato digitale italiano sta crescendo più rapidamente del PIL e questo ci porta a rafforzare la nostra presenza», ha raccontato recentemente in una conferenza stampa Claudio Bassoli, Presidente e Amministratore Delegato di HPE Italia.

Who's Who

Claudio Bassoli

Presidente e Amministratore Delegato di HPE Italia

Claudio Bassoli

La strategia di HPE Italia

Bassoli ha ribadito che l’obiettivo dell’azienda è supportare la Trasformazione Digitale di tutti i segmenti, dalle PMI alle aziende enterprise, senza tralasciare la PA, e lo fa avvalendosi della sua rete di partner che in poco tempo da 3600 è arrivata a toccare 5mila Tech Company.

«Portiamo l’innovazione all’interno delle realtà che caratterizzano il panorama italiano tenendo conto delle loro peculiarità: al 99% lavoriamo sempre con dei partner e, in particolare, con la PA si tratta di aziende nazionali o locali, System Integrator verticali e specializzati, ad esempio sull’ambito medicale. La maggior parte collabora con le PMI, e per questo specifico comparto la filiale italiana ha messo a punto un modello di go-to-market che poi è stato esportato all’estero. Sul mercato arriviamo in due modi: proponendo il portafoglio delle soluzioni o con delle proposte specifiche che offriamo da un paio di anni su ambiti specifici (cybersicurezza, disaster recovery, protezione del dato, connettività) e poi ogni trimestre vengono sviluppate nuove proposte pacchettizzate che sono molto apprezzate dalle PMI, soprattutto perché si tratta di soluzioni as-a-service che consentono l’adozione di soluzioni sofisticate anche nelle aziende più piccole».

E da quando otto anni fa è nata Hewlett Packard Enterprise Italia la strategia dell’azienda ruota attorno a 4 pilastri: «Partiamo dalla ricerca e sviluppo – ha detto l’AD -, su cui investiamo ogni anno più di 3 miliardi di dollari e che oggi può contare su laboratori localizzati in diverse parti del mondo. Seguono le partnership industriali, che oggi sono circa duecento e coprono svariati settori, da quello industriale, che ha visto lo sviluppo congiunto di infrastrutture con SAP, a quello medicale con Philips, passando per la robotica con ABB. Puntiamo inoltre sul corporate venturing con Hewlett Packard Pathfinder per individuare le startup, in tutti i continenti, su cui investire per creare soluzioni che combinano le tecnologie delle aziende in portafoglio con i nostri prodotti e progettare programmi go-to-market congiunti. Infine ci sono le acquisizioni: negli ultimi 3 anni abbiamo fatto 31 operazioni».

L’acquisizione di Athonet

E in tema acquisizioni, risale a giugno 2023 quella dell’azienda vicentina Athonet, una realtà con oltre 15 anni di esperienza nella realizzazione di software mobile core 4G e 5G per clienti e partner in tutto il mondo, diventata oggi punto di riferimento nell’ambito delle soluzioni private 5G.

«Il nostro obiettivo quando abbiamo acquisito Athonet era arricchire l’offerta di private networking per supportare i clienti enterprise ad accelerare l’implementazione del 5G e gli operatori di telecomunicazioni a monetizzare i nuovi servizi – ha ribadito Bassoli -. L’abbiamo scelta dopo un periodo di scouting, in cui abbiamo preso in considerazione diverse aziende internazionali. Ci hanno convinti le loro capacità e competenze. Adesso puntiamo a raddoppiare il team, che oggi conta 120 persone, dislocate nelle sedi di Vicenza, Parigi, Londra, Madrid e negli USA».

Negli anni ha sviluppato oltre 450 soluzioni di successo per clienti in vari settori, inclusi i principali operatori di telefonia mobile, ospedali, porti, aeroporti, servizi pubblici, organizzazioni governative e di pubblica sicurezza e difesa.

L’acquisizione di Juniper

Entro la fine del 2024 HPE completerà la fusione con Juniper, la società specializzata in network basati su AI e Cloud ibrido. L’acquisizione punta a raddoppiare il business dell’azienda nel mondo delle reti, creando un nuovo player con un’offerta competitiva rivolta a clienti e partner. L’operazione risponde, infatti, alla domanda in crescita di soluzioni tecnologiche basate sull’Intelligenza Artificiale e sul Cloud ibrido.

I 4 pilastri dell’AI declinata da HPE Italia

Supercalcolo, infrastrutture, software, etica: attorno a questi elementi ruota la strategia AI di HPE Italia.

«Non esiste l’AI senza il supercalcolo e viceversa. La componente di supercomputing è in ogni caso essenziale per garantire il funzionamento dell’AI Generativa», ha precisato Bassoli. E HPE ha ormai un’esperienza consolidata su questo ambito: è suo Frontier, il suo supercalcolatore usato dall’amministrazione degli Stati Uniti per motivi di sicurezza e previsioni meteorologiche. E si sta lavorando sul successore, El Capitan, che raddoppierà le performance dell’attuale.

Rispetto alle infrastrutture HPE sta lavorando per sviluppare macchine sempre più potenti capaci di sfruttare appieno le potenzialità di AI e AI Generativa. E lo sta facendo operando su quattro aree: CPU, GPU, networking e storage. «Oggi le aziende hanno bisogno di sistemi complessi capaci di processare in poco tempo miliardi di informazioni – ha ricordato l’AD -. Lo richiedono svariati settori, dall’automotive al campo medico. Quello che noi stiamo facendo è unire i “mattoncini” proprietari con quelli dei partner forti della nostra esperienza, delle competenze e delle soluzioni».

Per quanto riguarda l’ambito software l’azienda sta spingendo sulle funzionalità per l’acquisizione dei dati, sulle soluzioni per la creazione dei modelli e, anche, sull’inferenza da gestire con prodotti open source. Per farlo, anche in questo caso, sono state portate avanti delle acquisizioni strategiche di Pachyderm, startup specializzata in software open source, per semplificare lo sviluppo di applicazioni di Artificial Intelligence su larga scala (AI-at-scale), e di Determined AI, per implementare e addestrare facilmente modelli di Machine Learning per fornire insight più veloci e accurati dai dati in quasi tutti i settori.

«E poi c’è la partnership con Aleph Alpha, che ha l’obiettivo di accelerare lo sviluppo e la commercializzazione della GenAI per le applicazioni più complesse e critiche, soprattutto nei settori in cui il dato ha anche un valore “sensibile, come la sanità, la finanza, la PA e la sicurezza. Ciò permetterà ai nostri clienti di sviluppare applicazioni di AI Generativa on premise, salvaguardando la privacy dei dati confidenziali.
Luminous, il sofisticato modello linguistico AI sviluppato da Aleph Alpha, viene addestrato su un potente supercomputer HPE».

Infine, c’è il pilastro dell’etica. «L’AI deve mettere l’uomo al centro, non deve creare discriminazione, deve essere trasparente ed essere in grado di far comprendere l’origine di un risultato, deve certificare le fonti a cui attinge per fornire le risposte e darne visibilità, creando modelli di sostenibilità, economica ed energetica», ha concluso Bassoli, che guarda positivamente all’impatto che l’AI avrà sull’occupazione nel mondo dell’ICT e in HPE.

Il supercomputer di Eni

A febbraio 2024 HPE ha annunciato che sta realizzando per Eni un supercomputer di prossima generazione chiamato HPC6. Uno dei maggiori fornitori di energia al mondo utilizzerà questo sistema per supportare carichi di lavoro ad alta intensità di dati e immagini per l’AI, la modellazione e la simulazione. C’è inoltre la volontà di promuovere con questo progetto la ricerca scientifica e l’ingegneria, per accelerare l’innovazione nella transizione energetica. Eni da tempo utilizza i supercomputer per raggiungere il proprio obiettivo net zero. Una volta completato, HPC6 sarà uno dei supercomputer più potenti al mondo di proprietà di un’impresa, e questo sarà uno dei pochi casi in quanto i sistemi più prestanti sono generalmente di proprietà di enti pubblici e istituti di ricerca.

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