Un Paese con una gran voglia di fare, di scoprire e di innovare. Raccontare l’Italia del progresso, l’Italia che ha segnato la storia con grandi invenzioni e che oggi ha le eccellenze necessarie per lasciare il segno, anche in campo digitale, è l’obiettivo della mostra “50 years of Italian breakthroughs”. L’esibizione itinerante sarà aperta al pubblico, per la prima volta, durante la seconda edizione europea di Maker Faire, la grande fiera internazionale per gli innovatori del terzo millennio che vogliono mostrare e condividere le loro invenzioni tecnologiche, dal 3 al 5 ottobre prossimi, presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Mentre si svolgerà l’Innovation Week (28 settembre-5 ottobre), una sette giorni di incontri, workshop, eventi, che porterà nella capitale centinaia di esperti e protagonisti del mondo dell’innovazione, provenienti da tutto il mondo, la mostra, organizzata da Andrea Granelli e Riccardo Luna, accenderà i riflettori sull’Italia migliore che, con 50 grandi scoperte, ha contribuito all’evoluzione del mondo della meccanica, dell’elettronica, delle trasmissioni e del digitale.
Da Olivetti ad Arduino, fino alla robotica
Il percorso espositivo attraversa cinque decadi e si sviluppa mediante gli oggetti e gli eventi storici più significativi, come la nascita dell’Olivetti Programma 101, tra il 1962 e il 1964, considerato da tutti il primo personal computer della storia; oppure il completamento del progetto di Intel 4004 (il primo microprocessore monolitico) a cura di Federico Faggin per l’azienda californiana, nel 1971; per arrivare ai giorni nostri con invenzioni come Telepass (1990), nato dalla collaborazione tra i tecnici della società Autostrade, quelli della Fondazione Guglielmo Marconi, della Olivetti, della Marconi Italiana e della GiugiaroDesign che hanno disegnato la forma dell’apparecchio. E ancora ci sono lo Smart Metering, il contatore intelligente che Enel ha portato nelle prime case degli italiani nel 2001, e iCub, il robot androide costruito dall’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova nel 2009.
In “50 years of italian breakthroughs” sono raccontate storie di successo internazionale che hanno reso grande il nostro Paese, come quella di Bruno Murari, classe 1936, il padre trevigiano dell’accelerometro, il microchip che grazie all’intermediazione del capo dell’area micromeccanica della St-Microelectronics, Benedetto Vigna, è stato scelto dai giapponesi della Nintendo per la consolle Wii. Si scopre, ad esempio che Arduino, la scheda micro programmabile opensource, è stato inventato da un team guidato da Massimo Banzi, e infatti prende il nome da un bar di Ivrea; oppure che l’algoritmo di Viterbi, usato per codificare trasmissioni digitali, è di un italiano, Andrea Viterbi, che ha anche collaborato con la NASA ed è stato consulente per le telecomunicazioni di Bill Clinton. L’algoritmo è stato poi alla base della trasmissione dati del GSM e UMTS e per i sistemi telemetrici che hanno permesso il lancio dei primi satelliti Explorer e il CDMA. Tra gli altri concetti messi in evidenza dalla mostra c’è l’ideazione degli standard MPEG-1, MPEG-2 e l’MP3 (1988), grazie al lavoro dell’ingegnere Leonardo Chiariglione, allora direttore delle ricerche sui Servizi Multimediali al Telecom ItaliaLab di Torino, che ha fondato il gruppo Moving Picture Experts Group (MPEG).
Non è soltanto la celebrazione dei fasti del passato, ma anche un’incitazione per il futuro digitale dell’Italia, affinché faccia da traino per l’economia generale.
La mostra non si fermerà a Roma, ma verrà replicata in più città, con l’intento di sviluppare anche attività divulgative e di approfondimento.